Malasanità a San Giovanni in Fiore. La “rivelazione” del prode Milito: oltre al danno arriva la beffa

Il dottore Sisto Milito, dirigente medico dell’Asp di Cosenza nonché responsabile da circa tre anni anche del distretto sanitario che comprende San Giovanni in Fiore, dopo cinque anni ha scoperto che l’ospedale del grosso centro silano è dotato di un moderno endoscopio acquistato a fine 2019 e non utilizzato.

In un post sul suo profilo Facebook scrive: “Nel periodo dell’emergenza Covid (quando all’Asp di Cosenza hanno fatto carne da macello con gli “straordinari” pagati a peso d’oro, ndr), durante un mio sopralluogo, venni a conoscenza che l’ospedale di San Fiovanni in Fiore era dotato di un moderno endoscopio e di tutto il necessario per il suo funzionamento. Oggi riapre il servizio di endoscopia digestiva dell’ospedale di San Giovanni in Fiore e le prestazioni sono prenotabili in tutti i CUP, su piattaforma web e nelle farmacie convenzionate”.
Roba da non credere se non fosse che è lui, si proprio lui, il dottore Sisto Milito, ad aver pubblicato questa notizia sul suo profilo, come fosse un merito di cui vantarsi.
Per tutto questo tempo perché non è intervenuto? Perché non si è provveduto a sostituire i medici andati in pensione?

Abbiamo appreso da fonti bene informate e dal personale dipendente, che il servizio ha funzionato fino al 2021.
Se il dirigente Milito era venuto a conoscenza, nel periodo Covid, che nell’ospedale era disponibile una strumentazione così importante, come mai non è intervenuto subito per evitare che tanti sangiovannesi fossero costretti ad andare in giro presso altri ospedali di mezza Calabria aspettando mesi in lista d”attesa?
Ed il direttore sanitario locale dell’ospedale, dottore Antonio Nicoletti, cosa ha fatto?

Era o no anche suo compito garantire il funzionamento di un servizio importante per patologie crescenti e diffuse nella popolazione?
Evidentemente Milito e Nicoletti erano molto impegnati ad accumulare straordinari aggiuntivi da capogiro per “arrotondare” i loro stipendi nelle vaccinazioni Covid, che avevano monopolizzato, per poter pensare al funzionamento degli altri servizi.

La sindaca Succurro è la sua assessora Claudia Loria che sono alla guida della città da ottobre del 2020, invece di fare proclami propagandistici sui social annunciando risultati inesistenti ed una realtà virtuale, avrebbero fatto bene a rendersi conto di come stavano realmente le cose agendo per pretendere il funzionamento di un servizio così importante.
Purtroppo c’è voluto il dramma di una giovane vita per far sì che la smettesse di vendere fumo, di raccontare bugie e rappresentare una realtà rovesciata.

Una sorta di gioco delle tre carte per carpire la fiducia dei cittadini con l’inganno. Un gioco pericoloso ormai scoperto che la gente ha capito. E’ finito il tempo delle favole.
La cosa più grottesca è l’annuncio roboante di ripresa delle visite mediche. Dovrebbero spiegare ai sangiovannesi cosa hanno portato di nuovo all’ospedale se il servizio è cessato nel 2021 con loro alla guida del Comune.

Cercano di nascondersi ribaltando la verità e scaricando le responsabilità. Preferiscono i social al confronto diretto con le persone e nelle sedi istituzionali.
Non a caso c’è voluto oltre un mese prima di convocare il Consiglio Comunale dopo la assurda morte di Serafino Congi.
E come se non bastasse, non potendo procrastinare oltre i tempi, hanno deciso di convocare il Consiglio alle ore nove del mattino di oggi 7 febbraio. Come si può immaginare un Consiglio Comunale aperto, fissato alle nove della mattina, non potrà avere la partecipazione della popolazione, per la semplice ragione che i cittadini sono al lavoro ed i giovani a scuola. Non siamo tutti come la coppia reale che la parola lavoro non sa neanche cosa significa.
Cosa deve succedere ancora per capire la grave situazione in cui versa San Giovanni in Fiore?