Manna continua a non pagare: chiude la casa di riposo di Malito

Carmine Manna

Continuano le segnalazioni da parte degli ex dipendenti della piscina comunale di Campagnano e la trama diventa sempre più fitta. Una piscina comunale, appunto, ma che di comunale sembrerebbe avere ben poco, dato che si celano dietro ad essa interessi di diversi generi.

Innanzitutto dobbiamo precisare che la società Gnisci, diretta dal sig. Roberto Gnisci, è socia al 50% perché vantava crediti che sono stati trasformati in quote. Quindi anche questa si arroga il diritto, se non percepisce credito dalla Cogeis, di non pagare i dipendenti. E se la Cogeis, gestita dall’assessore Carmine Manna non paga i suoi dipendenti diretti, figuriamoci quelli assunti da Gnisci.

Passiamo ora agli ex lavoratori proprio della piscina, alcuni addirittura aspettano lo stipendio da due anni e relativo versamento di contributi.

Io aspetto ancora 5.100 euro che sono due anni. E c’è anche da dire che pur essendo comunale, la piscina viene utilizzata quasi come una segreteria politica; il privato incassa i soldi degli iscritti e il Comune paga le utenze, quali acqua, luce e gas”.

Queste le nuove indiscrezioni che ci sono arrivate. Ma allora dove vanno a finire tutti i soldi degli utenti? I servizi vengono pagati dal Comune, i lavoratori non vengono pagati…la risposta appare scontata.

Per gli sventurati lavoratori della casa di riposo “Emma Gagliardi” di Malito,
purtroppo, anche il loro destino è già segnato. La casa rip struttura è prossima alla chiusura, il contratto in realtà è scaduto il 9, ma le porte si serreranno il 29 settembre. Sappiamo che attendono 15 mensilità arretrate, l’ultimo stipendio è arrivato a giugno 2014. I dipendenti che attualmente sono 8 (uno si è dimesso, sempre con stipendi arretrati), avanzano circa 15 mila euro a testa, per un buco che supera le 50 mila euro. Fate un po’ voi i conti di quanti soldini incassa la Cogeis e che non si sa dove vanno a finire. Considerando poi che la retta mensile degli ospiti è di 1.050 euro, per un totale (fino ad aprile) di 10 utenti, oggi 7/8.

Un bel gruzzoletto per la società che, tuttavia, non è riuscita neanche a pagare le utenze gas della piscina di Malito, chiusa da un anno, per un debito di circa 70mila euro (eppure gli introiti di ogni trimestre erano di 30mila euro netti).

I conti non tornano, ma non c’è da stupirsi.

Ritorniamo sui dipendenti della casa di riposo, questi hanno sporto anche denunce ispettive, con tanto di irregolarità segnate dai Nas, ritardate da più di un anno. Le denunce sono state inoltrate al signor Giovanni Gagliardi ma ancora niente.

Secondo la legge, l’organo di vigilanza che ne viene a conoscenza, ha l’obbligo (ai sensi dell’articolo 331 del codice di procedura penale), di dare senza ritardo – vale a dire nel più breve tempo possibile, tenendo conto del tempo necessario per acquisire elementi per le prove – (e un anno credo sia più che sufficiente), notizia del reato all’ufficio del pubblico ministero, corredando la denuncia di tutti gli elementi di prova riscontrati ed acquisiti. Ma niente di niente, tutto tace.

E ancora, parecchi ospiti (come da loro dichiarato), hanno versato la retta su un conto corrente il quale intestatario risulta la Cogeis, perciò attivo. I dipendenti, di conseguenza, hanno provato ad effettuare pignoramenti su tale codice Iban, ma immaginate un po’, il conto non risulta attivo. Eppure i dipendenti increduli, ci hanno riprovato, attraverso simulazioni di versamenti e continua a risultare intestato alla Cogeis presso la Mediocrati, viale Mancini Cosenza.

Un mistero dunque, l’assessore Manna sa bene come giocare le sue carte, è stata fatta anche una visura al Pra e non risulta intestatario di nessun veicolo, difficile pignorare qualcosa allora, se non i beni immobili. Ma dato che, furbescamente, la prima e unica rata è stata pagata, la transazione richiederebbe un altro anno di tempo.

Le sorti dei lavoratori della casa di riposo di Malito sono già scritte. Se l’assessore volesse fugare i loro dubbi, attenderemo la sua replica.

Valentina Mollica