Mare sporco e maladepurazione, tutto inizia da Diamante: il monopolio di Pasqualino De Summa

Per comprendere appieno la genesi dell’indagine Archimede sulla maladepurazione – aspetto non certo banale per capire le motivazioni che sono alla base della piaga del mare sporco sul Tirreno cosentino – è doveroso premettere che il Comune di Diamante fino dall’anno 2007 aveva affidato il servizio di gestione dell’impianto di depurazione a Pasqualino De Summa e che tale affidamento era restato immutato, senza soluzione di continuità, fino all’anno 2019/2020, allorquando si era proceduto ad acquisire presso l’ente comunale la documentazione necessaria per riscontrare l’esistenza di un “monopolio” gestionale e procedere all’avvio delle indagini.

In particolare, in data 29-7-2019, Tiziano Torrano, in qualità di responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Diamante, esibiva ai militari della stazione Carabinieri di Diamante gli atti di affidamento accompagnati da una missiva in cui lo stesso precisava che gli impianti di depurazione del Comune di Diamante, siti nelle località Vaccata e Sorbo, erano entrambi consortili in quanto servivano anche i Comuni di Buonvicino, Grisolia e Maierà, e inoltre evidenziava che gli stessi, non essendo mai stati ufficialmente consegnati al Comune di Diamante, non erano mai stati affidati in gestione, provvedendo esclusivamente a garantirne la manutenzione ordinaria e straordinaria.

Invece, tra i documenti acquisiti vi era la stipula di convenzione per gestione associata di un impianto avvenuta nell’anno 2011 e sottoscritta dai Comuni di Diamante, Buonvicino, Grisolia e Maierà. E inoltre, il Comune di Diamante, nell’anno 2013, aveva aderito al Project financing Piano Nazionale per il Sud unitamente ai Comuni di Santa Maria del Cedro (Comune capofila), Grisolia, Orsomarso, Buonvicino e Maierà.

Tiziano Torrano concludeva asserendo che l’Ufficio Tecnico, nel corso degli anni, a causa dell’impossibilità di pianificare un sistema di gestione efficiente, aveva provveduto a garantire, al fine di scongiurare problemi legati all’inquinamento, una conduzione degli impianti “in economia”…

Ma l’esame della documentazione lo smentisce clamorosamente. La documentazione acquisiva permetteva di riscontrare che la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di depurazione e di sollevamento del territorio comunale di Diamante, sin dall’anno 2007 e fino al mese di settembre 2020 era stata svolta esclusivamente dalle società riconducibili a Pasqualino De Summa e che, sin dall’anno 2007, il responsabile di settore del Comune di Diamante si era sempre identificato nell’ingegnere Tiziano Torrano.

Nell’ordinanza, il giudice smonta pezzo per pezzo la difesa del Comune di Diamante prodotta da atti farlocchi e afferma testualmente: “… All’interno della documentazione acquisita presso il Comune di Diamante non vi era traccia di alcun atto procedimentale acquisito per le indagini di mercato, circostanze queste che determinavano l’attestazione del mendacio da parte di pubblico ufficiale in atti, avente natura di atto pubblico.

Le intercettazioni tra De Summa e Torrano rafforzano la tesi investigativa dell’esistenza di un monopolio di De Summa nella gestione degli impianti di depurazione nel Comune di Diamante, ottenuto con l’approvazione del responsabile dell’Ufficio Tecnico Tiziano Torrano. Pertanto, ciò che doveva costituire una eccezione (ovvero prorogare l’affidamento del servizio per un periodo non superiore ai tre mesi, dovendo effettuare una gara ad evidenza pubblica) diventava una regola che si è consolidata fino all’attualità…

Torrano viola la normativa in materia di appalti, poiché veniva di fatto disposto un affidamento diretto in assenza di una gara, utilizzando un mezzo fraudolento. Torrano era perfettamente consapevole del complessivo valore (2 milioni 213 mila euro) dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di depurazione comunali e nonostante tale consapevolezza, li parcellizzava in singoli affidamenti diretti… Senza procedere a nessuna indagine di mercato come ha provato maldestramente ad affermare in maniera falsa.

L’affidamento e gli atti successivi di proroga sono stati motivati artatamente al solo scopo di ottenere il risultato dell’affidamento esclusivo alla società di Pasqualino De Summa, individuato con la consapevole e dolosa inosservanza della normativa in materia di contratti pubblici senza che effettivamente venissero interpellate altre ditte, alle quali non è stata garantita alcuna informazione e/o pubblicità. In merito alle proroghe adottate, va infine evidenziato il lunghissimo arco temporale che le stesse hanno ricoperto… Nessuna continuità del servizio ma solo anomala formazione di tutte le determinazioni di affidamento diretto del servizio, disvelando la dolosa inosservanza della norma di legge.