Mare sporco. “Gestione scellerata in concorso con l’Arpacal”: ecco la cricca della “maladepurazione”

Il procedimento “Archimede” della procura di Paola che ha portato alla luce gravi illeciti nel settore della depurazione nell’Alto Tirreno Cosentino trae origine dalla visione di alcuni frames di un video… ove i conversanti rappresentavano l’esistenza di alcune irregolarità nella gestione dei depuratori del Comune di Diamante affidata, a partire dall’anno 2006, senza soluzione di continuità a Pasqualino De Summa, per un compenso di circa 300 mila euro all’anno.

I successivi approfondimenti investigativi, a seguito dell’acquisizione delle determine di assegnazione riguardanti la gestione degli impianti di depurazione del Comune di Diamante, sin dall’anno 2006, riscontravano le condotte rappresentate e, pertanto, veniva richiesta ed autorizzata una mirata attività di captazione volta a corroborare l’ipotesi accusatoria. In particolare, gli esiti dell’attività fin qui svolta hanno permesso di ricostruire, nel Comune di Diamante e anche in altri comuni del Tirreno cosentino, il diffuso ricorso a procedure negoziate affidate con l’utilizzo di collusioni o di altri modi fraudolenti.

Il compendio captativo, oltre a quanto già rappresentato relativamente alla commissione dei reati per cui era stata autorizzata l’intercettazione, permetteva di far emergere condotte penalmente rilevanti poste in essere da parte dei gestori degli impianti di depurazione, talvolta anche in concorso con gli organi preposti ai controlli, nonché illeciti ai danni della pubblica amministrazione, come la frode in pubbliche forniture in quanto i servizi da fornire nei confronti dell’ente pubblico venivano attuati con irregolarità dolose o con la rivelazione di segreti di ufficio da parte degli organi preposti al controllo, che effettuavano il controllo preannunciandolo e concordandolo con il controllato, pena l’alterazione dell’esito delle analisi effettuate, forti proprio di una posizione di monopolio consolidata nel tempo, che dava luogo ad una gestione approssimativa e scellerata, con la certezza di non subire controlli da parte della stazione appaltante, che, sovente, se non quasi sempre, se ne disinteressava, anzi condividendo con alcuni amministratori anche decisioni di gestione rivelatesi illecite.

I PROTAGONISTI

Tiziano Torrano, responsabile dell’Ufficio Tecnico Settore Manutentivo del Comune di Diamante.

Pasqualino De Summa, titolare della ditta “De Summa Srl Unipersonale”.

Albina Rosaria Farace, responsabile dell’Ufficio Tecnico dei Comuni di Sangineto.

Enzo Ritondale, titolare della “Edilcostruzioni”.

Giuseppe Maurizio Arieta, responsabile dell’Ufficio Tecnico dei Comuni di San Nicola Arcella e Bonifati.

Maria Mandato, amministratrice dell’impresa “Depurer Srl di Avallone Giacinto”.

Nicolino Montesano, socio della ditta “GM Ecologia Srl”.

Barbara Mele, sindaco del Comune di San Nicola Arcella.

Vincenzo Cristofaro, ingegnere direttore dei lavori per l’appalto relativo ai lavori di adeguamento e messa in sicurezza di impianti su aree di proprietà del Comune di San Nicola Arcella.

Concettina Longo, amministratrice della “Consulchimica Srl”.

Francesco Fullone, tecnico di prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro presso Arpacal.

Concetta Sangineto, vicesindaco del Comune di San Nicola Arcella.

Pino Sollazzo, geometra in servizio presso l’Ufficio Tecnico del Comune di San Nicola Arcella.

Alberto De Meo, dipendente della “De Summa Srl”.

Elia De Napoli, dipendente della “Consulchimica Srl”.

Giuseppe Antonio Oliva, dipendente della “Depurer Srl”.

Virgilio Cordero, dipendente della “Depurer Srl”.

Vincenzo Perrone, dipendente della “Depurer Srl”.

Cristina Avallone, figlia di Maria Mandato.

Giovanni Palmieri, dipendente della “De Summa Srl”.

Renato La Sorte, socio della Telcnomax Srl.