Mario Spagnuolo: a Cosenza si commette un numero enorme di reati

Come consuetudine di fine anno il procuratore capo di Cosenza, il dottor Mario Spagnuolo, convoca la stampa per il classico saluto e per tracciare un primo bilancio dei suoi primi sei mesi di reggenza.

Il procuratore nell’invitare la stampa si è dimenticato di noi. Fa niente, in fondo chi siamo noi di fronte ai colossi dell’informazione locale? Nessuno. Vuoi mettere i nostri quasi 100.000 ingressi giornalieri, certificati da Google, con le 1200 copie vendute in tutta la Calabria? E’ l’appartenenza che conta. E noi non apparteniamo a nessuno.

Dopo le formalità di rito il primo argomento affrontato dal procuratore è la perenne mancanza di organico. Male atavico della Giustizia italiana. Ma nonostante ciò, dice il procuratore, e in attesa dei rinforzi, ce la caviamo. Una migliore distribuzione delle risorse umane permette comunque di sopperire a tale carenza. Ed è quello che nei primi mesi ha fatto il dottor Spagnuolo.

“Non ho mai sostenuto che Cosenza fosse un’isola felice”, e qui parte l’elenco delle cose fatte e di quelle avviate. Su tutto, dice Spagnuolo, abbiamo voluto dare “priorità” alla questione ambientale. “La salute dei cittadini viene prima di ogni altra cosa”.

A Cosenza esiste una microcriminalità che il procuratore definisce “liquida”. Trasparente come l’acqua. E come l’acqua capace di penetrare dappertutto. Appare e scompare come fa la acqua del mare con la bassa e alta marea. Questo succede perché, secondo il procuratore, un bel po’ di gente che delinque non risponde alle organizzazioni criminali presenti sul territorio. Sono una specie di freelance del reato: “Qui si commettono un numero enorme di reati: si vende droga ogni giorno e in ogni angolo della città. Da quando ci sono io qui ci sono stati già due morti per overdose. Sta tornando l’eroina. Poi c’è un numero impressionante di furti nelle case e nelle scuole e di rapine”.
Il procuratore spreca anche due parole sui reati di natura fiscale contro i quali ha attrezzato un ufficio e dice: le tasse vanno pagate.

In ultimo prova a rispondere alle domande dei tanti cronisti presenti all’incontro (tranne noi che un po’ ci siamo rimasti male) sulla madre di tutti i reati: la corruzione nella pubblica amministrazione. Che il procuratore, seppur perentorio nella risposta, liquida così:

«Le indagini sulla pubblica amministrazione  sono un altro filone estremamente importante per noi: ci sono indagini in corso e non posso parlare, ma ne parleremo a inchiesta conclusa».

Qualcuno dei cronisti presenti ha provato ad approfondire l’argomento “intrallazzi al Comune”, ma il procuratore è rimasto abbottonato su questo. Le sue battutine in fondo parlano chiaro: su questo ci siamo e siamo pronti.

L’incontro si chiude con il classico appello ai cittadini  ad essere più presenti e partecipi nel denunciare brogli e malaffare.

Un appello che per il procuratore capo Mario Spagnuolo vale per tutti tranne per noi che non dobbiamo più continuare a denunciare. Lo devono fare solo i cittadini. Perché evidentemente le nostre denunce gli stanno antipatiche. Auguri di Buon Anno a tutti.

GdD