Massomafia in Calabria. L’articolo di Iacchite’ che smascherava e manda (ancora) in tilt Pittelli

Le dichiarazioni dei numerosi collaboratori di giustizia assunte nella fase delle indagini preliminari dell’operazione “RINASCITA SCOTT”, hanno evidenziato come Giancarlo Pittelli, nel tempo, avrebbe non solo svolto funzioni di collegamento tra la ‘ndrangheta e la società civile ma, stando alle concordanti propalazioni di più collaboratori di giustizia, avrebbe altresì consentito a quello stesso mondo criminale di penetrare il potere giudiziario; il noto legale avrebbe operato, mediante condotte corruttive, da elemento di connessione con una parte debole della magistratura che di conseguenza avrebbe agevolato la risoluzione delle diverse vicende giudiziarie.

Pittelli era stato individuato da parte di ogni ordine e grado delle diverse organizzazioni criminali ‘ndranghetistiche operanti sulle tre province – Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – quale legale in grado di avvicinare alcuni magistrati addivenendo alla risoluzione di problemi giudiziari che colpivano gli esponenti delle diverse consorterie; sono dì fatti del tutto convergenti nel senso, le affermazioni dei numerosi dichiaranti, che hanno saputo sufficientemente circostanziare i fatti fornendo diversi spunti utili per lo sviluppo di quei riscontri, che di fatto suffragano la veridicità del dichiarato e di conseguenza l’attendibilità.

GALATI, PITTELLI E L’ARTICOLO DI IACCHITE’

La parte di assoluto interesse dell’informativa del Ros dei carabinieri depositata alla Dda di Catanzaro e inserita nel processo Rinascita Scott è rappresentata dalla sequenza di conversazioni intercorse tra GALATI Domenico Salvatore e BASILE Francesco nel commentare una notizia stampa apparsa sul giornale on-line lacchite’, circa il coinvolgimento di PITTELLI Giancarlo in una vicenda giudiziaria “che lui sarebbe andato a sbrigare delle faccende per giudici riguardo persone che avrebbero arrestato e che per questo sarebbe stato indagato pure lui”, in perfetta aderenza di contenuti con quanto si intende illustrare in questa sede.

Nell’informativa si riporta una nota afferente a tale specifico aspetto con qualche omissis. Dalla prima conversazione GALATI Domenico, interpellato dal proprio interlocutore. BASILE Francesco in merito a un articolo di giornale apparso sul quotidiano on line lacchite’, che avrebbe visto coinvolto PITTELLI Giancarlo, spiega che PITTELLI ‘sarebbe andato a sbrigare delle faccende per giudici riguardo persone che avrebbero arrestato e che per questo sarebbe stato indagato pure lui”, ovvero, che avrebbe “avvicinato” dei giudici in favore di persone detenute e per tale motivo sarebbe stato indagato.

Sebbene, dalla conversazione e soprattutto dalla sintesi della stessa non sia chiaro su quali presupposti fondi la predetta affermazione, quel che rileva nella circostanza è che la condotta attribuita dai due interlocutori, in questo frangente a PITTELLI Giancarlo, rispecchi esattamente quanto affermato da numerosi collaboratori di giustizia, nel corso delle attività investigative ma soprattutto confermato nel corso del dibattimento del relativo processo RINASCITA – SCOTT, in relazione alla capacità di PITTELLI Giancarlo di avvicinare alcuni esponenti della magistratura e di saperli sfruttare illecitamente.

L’informativa, quindi, riporta ancora altri due sunti di conversazioni.

Durante un soggiorno a Roma, per come emerso dalle attività tecniche, GALATI Domenico si è incontrato anche con Giancarlo PITTELLI, il quale gli avrebbe riferito di essere stato indagato solamente per aver sbrigato delle faccende in favore di alcuni giudici a riguardo di persone poi arrestate; tali affermazioni emergono chiaramente dalle conversazioni delle quali si traccia un sunto.

“Domenico Galati parla con Francesco Basile, al quale dice di essere a Roma, dice Domenico che “ieri sera alle 10 e mezza lo avrebbe chiamato quel bastardo di merda per cercare di chiudere una situazione; poi Basile parla dell’articolo di lacchite’ e chiede di spiegargli questa cosa di Pitteìli; Domenico dice che lui sarebbe andato a sbrigare delle faccende per giudici riguardo persone che avrebbero arrestato e che per questo sarebbe stato indagato pure lui; Domenico dice che per questa cosa di lacchite’ gli rompono i coglioni anche se, dice, non esce nulla e che parla dei servizi segreti; Basile lo interrompe dicendogli che l’articolo lo leggono tutti, in quanto lo avrebbero chiamato chiedendogli spiegazioni; Domenico dice di essere stanco di questa situazione e che ha intenzione di andare a parlare con Donato Leone per fargli una domanda; Basile poi chiede a che ora ha un appuntamento con terza persona e Domenico dice per le 10…”

A poche ore dalla conversazione appena riportata, il 17 gennaio 2019, GALAT1 Domenico viene contattato proprio da PITTELLI Giancarlo per chiedere un incontro, Della suddetta richiesta di incontro, GALATl si premura di informare tempestivamente BASILE Francesco che, dopo aver fornito il proprio assenso, invita il proprio interlocutore a prestare particolare attenzione evidenziando allo stesso le recenti notizie dì cronaca giudiziaria che coinvolgevano PITTELLI. GALATI, che conferma di sapere, spiega: “quando ha detto che non è lui il personaggio … stai tranquillo che è lui!!!… che lo conosco da undici anni… da vent’anni!! … non devi avere dubbi per niente!!!… cioè già quella frase “… non sono io”… è lui sicuro!!!… ma non dovevano neanche indagarlo!!!… te lo può certificare!!! ” (l’ultima frase è chiaramente sarcastica, ndr).

L’ARTICOLO DI IACCHITE’: CATANZARO, MAGISTRATI, AVVOCATI E MASSONERIA. PRONTO, E’ PITTELLI? C’E’ DA RISOLVERE UN PROBLEMA

A questo punto dobbiamo necessariamente chiarire qual è l’articolo di Iacchite’ di cui parlano Galati e Basile. Il 16 gennaio 2019 il nostro giornale ha ripreso, con qualche modifica, alcuni articoli apparsi su Repubblica e altre testate nazionali nei quali, a proposito delle clamorose vicende che avevano portato agli arresti di due magistrati, Antonio Savasta e Michele Nardi, si faceva riferimento anche all’avvocato Giancarlo Pittelli. I due magistrati, che erano in servizio al Tribunale du Roma, erano stati arrestati il giorno prima dalla procura di Lecce con accuse pesantissime. Di seguito, il testo dell’articolo.

Arriva fino a Catanzaro l’onda lunga dell’inchiesta di Lecce che ha portato in carcere due magistrati, Savasta e Nardi, che a Trani avevano messo su una sorta di mercato dei processi e delle sentenze. Uno dei due magistrati infedeli tentò di ‘aggiustare’ un processo a suo carico incardinato a Catanzaro, tramite un esponente di primo piano di Forza Italia e un legale, entrambi ‘fratelli’ massoni e deviati.

Un rolex Daytona in oro. Un viaggio a Dubai, diamanti, lavori di ristrutturazione per seicentomila euro, centinaia di migliaia di euro in contanti, richieste continue di denaro, anche di due milioni. E poi ancora rapporti con la massoneria, vecchi nomi di storie che sembravano ormai sepolte, come quelle di De Magistris in Calabria, che invece riaffiorano. Rapporti con la politica e con pezzi deviati dello stato. Tutto in nome della legge o per lo meno quella che hanno esercitato per anni nel Tribunale di Trani Antonio Savasta e Michele Nardi, i due magistrati arrestati lunedì dalla procura di Lecce con accuse pesantissime.

I due magistrati arrestati

Michele Nardi, in particolare deve “aggiustare” un processo incardinato al Tribunale di Catanzaro e per arrivare al suo obiettivo “non esita di avvalersi dei suoi collegamenti con la massoneria -scrive il gip nell’ordinanza d’arresto – per avvicinare il giudice di un suo processo a Catanzaro in una causa per calunnia per ottenere una decisione favorevole”.

Contatta, allora, l’avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli. Non è un mistero che Pittelli sia vicino alla massoneria. Nei documenti della loggia del Goi (Grande Oriente d’Italia) si legge con grande chiarezza che “non ha fatto mancare la convinta solidarietà” alla loggia. Ma in Calabria non c’era bisogno di questi documenti per sapere che Pittelli è un “fratello”.

Pittelli, comunque, avvicinato da Nardi, incontra questo giudice del Tribunale di Catanzaro che doveva occuparsi della questione del servitore infedele dello stato e riferisce: “Mi ha detto: fammi chiamare dall’avvocato e ci mettiamo d’accordo perché va fatto comunque l’abbreviato…”.

L’avvocato Pittelli viene proprio indicato come “fratello” intendendo con ciò l’appartenenza alla stessa loggia del Goi e per questo motivo viene interessato della vicenda, che non sappiamo come si concluda ma che è certamente indicativa di un certo andazzo e che coinvolge, come al solito, sempre la vituperata Calabria completamente in mano ai cosiddetti poteri forti.

LA REAZIONE DI PITTELLI: “QUELL’AVVOCATO NON SONO IO…”

La reazione dell’avvocato Giancarlo Pittelli è veemente. Per i giornali nazionali prepara una nota nella quale dichiara con forza che quell’avvocato che parla con Nardi non è lui nonostante le evidenze persino imbarazzanti, ma tant’è. Ecco il testo della nota di Pittelli.

”Con riferimento alla vicenda giudiziaria nel contesto della quale i giudici leccesi hanno disposto l’arresto di Michele Nardi, pubblico ministero a Roma, intendo precisare che circa il ruolo da me avuto nella vicenda, segnalo che l’ordinanza cautelare individua nominativamente i soggetti asseritamente coinvolti nel tentativo di manipolazione degli esiti processuali in sede politica e forense.Non sono io, dunque, il politico di deputato di Forza Italia al quale il Nardi si sarebbe rivolto per aiuti extraprocessuali e non sono io, in egual modo, l’avvocato del quale veniva sollecitato l’intervento di ” aggiustamento” del processo a carico del Nardi”.

A Iacchite’ invece l’avvocato principe della massomafia calabrese dedicherà un post al vetriolo su FB nel quale, oltre agli insulti, continua a ribadire che lui a questo Nardi non lo conosce e men che meno gli avrebbe fatto favori. E questa è la nostra risposta del 18 gennaio 2019, all’indomani della notizia, anticipata dal Fatto Quotidiano, secondo la quale c’erano 15 magistrati calabresi indagati per corruzione in atti giudiziari.

PITTELLI, VERGOGNATI!

Luigi De Magistris è stato opportunamente intervistato da Il Fatto Quotidiano all’indomani della notizia “bomba” riguardante il sistema giudiziario calabrese, che lui conosce molto bene e che evidentemente è rimasto tale e quale a quello dei suoi tempi. De Magistris ha anche rievocato la fine della “guerra giudiziaria” con i suoi nemici e dunque anche in questo caso è opportuno ricordare per bene com’è finita. Soprattutto a beneficio di personaggi come l’avvocato Giancarlo Pittelli, che ancora ha il coraggio di pisciare fuori dal vaso, come sua consuetudine, e col cappuccio in testa…

GALATI SCONFESSA PITTELLI

Adesso possiamo tornare alla narrazione dell’informativa del Ros. A differenza del precedente dialogo avvenuto tra BASILE Francesco e GALATl Salvatore Domenico, la precipua conversazione si fonda, per come si evince dalle parole pronunciate dagli interlocutori della stessa, su una conoscenza personale, oramai ventennale, di PITTELLI da parte di GALATI, il quale, proprio in virtù della stessa non mostra dubbio alcuno nell’attribuire al predetto legale la responsabilità di quanto contestatogli “… non devi avere dubbi per niente!!!… … è lui sicuro!!! “, PITTELLI Giancarlo viene ritenuto, in senso assoluto, capace di avere agito in quella maniera da una delle persone che più vicina gli è stata negli ultimi anni e che evidentemente proprio su tale costante contatto basa la sua certezza.

Insomma, anche gente che lo conosce da vent’anni e non solo noi di Iacchite’ ritiene che Pittelli menta sapendo benissimo di mentire.

Ulteriore elemento assolutamente da sottolineare in questa conversazione, fondamentale se messo a sistema con quanto acquisito nel corso dell’intera attività intercettiva riguarda, per come si evince dalle parole del GAIATI e del BASILE, la consapevolezza da parte di PITTELLI Giancarlo della sua posizione di indagato.

Deve necessariamente sottolinearsi che la conversazione in esame, si registra prima dell’incontro tra CALATI e PITTELLI e pertanto le informazioni possedute da GALATI non derivano dal colloquio che i due avrebbero intrattenuto di lì a breve, ma sono già patrimonio dell’intercettato.
Durante la conversazione sotto riportata GALATI conversa con Francesco BASILE dell’incontro richiesto da PITTELLI, nella telefonata il BASILE chiede se egli sia a conoscenza delle indagini nei suoi confronti e GALATI risponde che nonostante il PITTELLI comunichi di essere estraneo aifatti, in realtà lui lo conosce da 20 anni ed è sicuro che, viceversa, ha responsabilità nella vicenda,

Sunto
“Domenico Galati parla con Francesco Basile al quale riferisce che lo avrebbe chiamato Giancarlo Pittelli e che gli avrebbe detto che vuole incontrarlo, chiede consiglio a Basile su cosafare; Basile dice di incontrarlo; Domenico pero ritiene che possa essere controproducente parlarci; Basile chiede se sia a conoscenza delle indagini in corso nei suoi confronti;

Domenico dice che sa tutto e quando dichiara (si riferisce a Pittelli) che non è lui il personaggio (facendo intendere che la magistratura avrebbe preso un abbaglio) Domenico dice di esserne certo che sia lui in quanto lo conosce da 20 anni edaggiunge che non c’era nemmeno bisogno di indagarlo; Domenico si chiede cosapossa succedere adesso; successivamente fa riferimento a Oliverio e alle nuove nomine che avrebbefatto.”

FRANCESCO: tu puoi fare quello che vuoi… però… però ascoltami … tu le hai lette le cronache recenti no?
DOMENICO: sìsìsì…
FRANCESCO:… LE INCHIESTE SU DI LUI… SUI MAGISTRATI… SU TUTTI NO?
DOMENICO:… ALLORA QUANDO HA DETTO CHE… -SI HO LETTO’….QUANDO HA DETTO CHE NON E’LUI IL PERSONAGGIO… STAI TRANQUILLO CHE È LUI!!!… CHE LO CONOSCO DA UNDICIANNI … DA VENTANNI!!… NONDEVIA VEREDUBBIPER NIENTE.’!!… CIOÈ GIÀ QUELLA FRASE “… NON SONO IO” … E LUI SICURO!!! … MA NON DOVEVANO NEANCHE INDAGARLO!!! … TE LO PUÒ CERTIFICARE!!!
FRANCESCO:… vabbè…

GALATI Salvatore Domenico non palesa dubbio alcuno nel riconoscere in capo a PITTELLI Giancarlo la capacità di portare a conclusione le condotte che i diversi collaboratori di giustizia gli attribuiranno nel corso del processo, iniziato – è doveroso puntualizzarlo — in data successiva a quella delle intercettazioni in argomento, risalenti addirittura ad epoca antecedente al 19 dicembre 2019, giorno dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’operazione “RINASCITA – SCOTT” in cui fu arrestato PITTELLI Giancarlo. La circostanza, pertanto, consente di ritenere tali conversazioni scevre dalle possibili influenze ambientali derivanti dal clamore mediatico susseguito all’imponente operazione.

Proprio da ciò deriva il valore attribuibile a queste conversazioni, in quanto dotate di quel carattere di genuinità tipico delle intercettazioni, che potrebbe essere invece messo in discussione nel caso delle dichiarazioni dei singoli collaboratori.
Rinforzano il concetto sopra espresso, per le medesime valutazioni nonché per il fatto di essere parole profferite direttamente da PITTELLI, due conversazioni intercettate ed intrattenute dal predetto legale (già trasmesse…), che hanno il merito di qualificare il suo atteggiamento e la considerazione che aveva di due delle massime espressioni della criminalità calabrese. Egli infatti esprimeva in un caso, riferendosi a MANCUSO Luigi, un riconoscimento del ruolo verticistico rivestito da questi in seno alla ‘ndrangheta e nell’altro invece, nella prospettiva di realizzare un progetto imprenditoriale nel porto di Gioia Tauro, la necessità di dover “avvertire” la famiglia criminale egemone su quell’area, ovvero i PIROMALLI, aderendo platealmente proprio a quelli che sono i dettami mafiosi di controllo del territorio.

CHI E’ SALVATORE DOMENICO GALATI

Manca un ultimo tassello per dare ai nostri lettori il quadro completo della situazione. Chi è GALATI Salvatore Domenico, nato a Vibo Valentia il 25.04.1967 e residente a Monterosso Calabro (Vibo Valentia)? Per il momento vi diciamo che è l’indiscusso alter ego dell’avvocato Pittelli. Ma ve la raccontiamo domani.