Massomafia in Calabria. Pittelli, lo yacht, il campione e l’aiuto del boss

Giancarlo Pittelli

Una barca da 800mila euro potrebbe essere la chiave in mano agli inquirenti per ricostruire gli impressionanti flussi di denaro passati dalle mani dell’avvocato ed ex senatore Giancarlo Pittelli. Un’operazione sospetta su cui hanno acceso i riflettori la Guardia di Finanza e anche il Ros dei carabinieri. La vicenda è ricostruita nell’ultima informativa depositata nel processo Rinascita Scott, qualche mese prima delle richieste di condanna pronunciate dalla Dda di Catanzaro.

A parlare per primo dello yacht del penalista catanzarese è Nicola Femia. Un personaggio di assoluto rilievo nella gerarchia della criminalità organizzata calabrese. Un “riservato” la cui affiliazione al clan Mazzaferro di Gioiosa jonica era nota solo ai mammasantissima.

Per loro fin dagli anni 80 importava cocaina purissima dal Sudamerica. Poi il suo fiuto per gli affari lo portò prima in Emilia Romagna e poi a conquistare il monopolio delle scommesse e delle macchinette videopoker. Femia sarebbe riuscito anche a intrecciare rapporti con uomini delle istituzioni, in un’indagine sarebbe emersa la sua capacità di porsi quale “interlocutore di appartenenti ai servizi di sicurezza”.

Nel 2017 la scelta di collaborare con la giustizia. E proprio in uno dei primi interrogatori rilasciati alla Dda di Bologna che Femia racconta: “Vi posso dire che ho messo in condizione Pittelli di vendere una barca di cui si voleva disfare. Ad acquistare la barca sarebbe stato un campione di biliardo assai noto in Italia. Due anni più tardi allo scoccare del maxi blitz coordinato dalla Dda di Catanzaro dal pc di Pittelli spuntano fuori tre file. In particolare è stato individuato un contratto di leasing in capo al giocatore di biliardo con la società Medialeasing ove viene indicato il canone sebbene non sia specificato l’oggetto della transazione.

Altro documento rinvenuto durante l’analisi del materiale informatico in sequestro, è la licenza di navigazione dell’imbarcazione. Un ultimo documento di interesse investigativo è la lettera con la quale nel 2015 la società di leasing intima al nuovo proprietario idi adempiere gli obblighi contrattuali. Il documento è indirizzato anche a Giancarlo Pittelli in qualità di garante.

Già nel febbraio 2020 la Guardia di Finanza ha segnalato alla procura di Catanzaro l’intestazione del contratto di leasing da parte di Pittelli. Solo pochi mesi fa la Dda di Catanzaro ha delegato al Ros di approfondire questi rapporti finanziari con una segnalazione di operazioni sospette. Una nuova indagine, quindi, concentrata sui flussi di capitale che sarebbero stati gestiti dall’avvocato catanzarese.

Ma i rapporti tra Pittelli e Femia avrebbero riguardato anche altro. Sempre nel 2017 il pentito ha sostenuto: “L’avvocato Pittelli inoltre mi ha proposto investimenti che lui poteva favorire in qualità di parlamentare nella zona costiera dello Jonio soveratese ed in cui lui stesso aveva interessi insieme ad altri imprenditori. Si tratta di fatti del 2011-1012”. Per il Ros il narrato del pentito “potrebbe essere verosimilmente attribuibile al progetto imprenditoriale turistico che Giancarlo Pittelli aveva in animo di realizzare nell’area di Copanello di Stalettì, perfettamente riferibile all’area geografica indicata dal pentito”.

L’11 marzo del 2021 Nicola Femia, le cui dichiarazioni non erano mai entrate nel maxi processo in cui Pittelli risponde di concorso esterno, è stato interrogato dalla Dda di Catanzaro proprio sui rapporti con l’ex senatore di Forza Italia. Agli inquirenti fornisce in particolare due elementi. Anche lui si sarebbe ricolto a Pittelli per “aggiustare” il processo a suo carico. Femia dice di avergli consegnato 50 mila euro “in quanto mi riferiva di aver trovato il modo per poter aggiustare la sentenza di primo grado”. Inoltre lo stesso pentito sostiene che Antonio Mancuso gli confidò che Pittelli era stato “portato avanti” politicamente direttamente da lui nel senso che Mancuso aveva favorito la raccolta di voti quando era candidato al Parlamento.