Massoneria nella bufera. L’inchiesta di Cordova nel ’92: “Tre grandi centrali per le logge segrete”

Senza memoria non ci può essere futuro. In questi giorni nei quali tutta l’Italia ha potuto prendere atto che la latitanza di Messina Denaro è stata resa possibile anche e soprattutto grazie alle sue coperture massoniche, è chiaro che ritornano alla luce tutte le inchieste che nel corso degli anni hanno interessato le logge segrete. Dalla famigerata P2 in poi. All’alba degli anni Novanta, poi, fece scalpore l’inchiesta del magistrato Agostino Cordova, che partiva proprio dalla Calabria, ma che in tanti sembrano aver dimenticato. Di seguito, un articolo di Pantaleone Sergi uscito su La Repubblica nel 1992. 

di Pantaleone Sergi

Fonte: La Repubblica, 1992

Il dopo-Gelli della massoneria non è stato orfano del venerabile della P2. La longa manus del gran maestro dalle mille trame si intravede infatti nella maxi inchiesta dei giudici di Palmi. I quali hanno le idee abbastanza chiare: carte ed elenchi sequestrati, sommati alle dichiarazioni di decine di massoni “pentiti” hanno permesso di ricostruire scenari pesanti.

Le logge segrete, dopo la scoperta della P2, non sono scomparse. Ogni obbedienza avrebbe le sue. Una farebbe capo a Firenze, l’altra a Milano (ed entrambe sarebbero nate dalle ceneri della P2), una terza sta a Roma e sarebbe guidata da un ex gran maestro. Tre strutture parallele e segrete, dunque, costituite in violazione della legge Anselmi, per fare affari con il concorso dei tanti fratelli. A rendere ancor più inquietante il quadro della situazione sarebbe la “struttura lombarda” alla quale aderirebbero nomi eccellenti, ma veramente eccellenti, della politica e della finanza.

Nell’inchiesta è coinvolta sia la massoneria che ha riconoscimenti internazionali, sia quella che non li ha. L’indagine della procura di Palmi sulle logge parallele punta adesso, infatti, al vertice del Grande Oriente d’Italia. Il sostituto procuratore Francesco Neri ha avuto accesso alle memorie riservate dei computer della massoneria e si è trovato sotto gli occhi nomi impensabili. Neri e il procuratore Agostino Cordova hanno deciso di spingere ancor più sull’acceleratore, nuove perquisizioni sono state effettuate, altre sono state disposte.

Sotto osservazione c’è tutto il gotha della massoneria di Villa Medici del Vascello il vertice che si riconosce nella corrente chiamata “Arco reale di Gerusalemme”. Dentro ci sono nomi eccellenti tra i fratelli muratori: tra di loro, è trapelato, ci sono l’avvocato Augusto De Megni, personaggio di spicco dell’economia umbra (nonno e omonimo del bambino rapito da una banda di sardi),. L’interesse dei giudici di Palmi si è poi rivolto a un ex gran maestro aggiunto, ai tempi in cui Armando Corona guidava il Goi. Si tratta dell’ingegnere Ettore Loizzo, cosentino, ex esponente del Pci, che ha optato per il grembiulino e il compasso quando il partito gli impose una scelta.

Siamo nella fase delle acquisizioni finali e della verifica di prove già agli atti. Prove che chiamano in causa pesantemente personaggi del mondo politico e industriale, magistrati e giornalisti. Forse anche per questo, per la delicatezza del momento investigativo, i magistrati di Palmi evitano accuratamente di incontrare i giornalisti. E il pm Neri, che ha partecipato al programma televisivo della Rai Telefono Giallo, si p categoricamente rifiutato di parlare dell’indagine in corso. Il braccio destro di Cordova ha voluto fare però alcune precisazioni. Va fugata l’idea, ha sostenuto Neri, che “la massoneria sia tutta un qualcosa di illegale. Voglio sottolineare che siamo in democrazia e l’associazionismo è una delle espressioni più alte della libertà individuale. Per questo non vogliamo sparare nel mucchio. La nostra indagine vuole essere un momento di verifica esclusivamente sul piano giudiziario. E mi pare che gli stessi vertici della massoneria ce ne abbiano dato atto. Credo infatti che sia un’occasione storica per la stessa massoneria: da questa verifica giudiziaria potrebbe uscirne a testa alta o ripulita”. Ma come mai – gli abbiamo chiesto – la procura di Palmi si trova a indagare a tappeto su un fenomeno che non è solo calabrese? “Abbiamo una linea investigativa che ci porta in tutta Italia”. Niente di più ed è inutile insistere.

E’ certo comunque che il pool di magistrati che collabora con Cordova (del nord Italia si occupa il sostituto procuratore Antonio Amato, del centro il sostituto Neri, delle regioni del sud il sostituto Roberto Bellelli) sta facendo visitare dai carabinieri diverse persone che potrebbero dare “contributi” all’inchiesta. Gli investigatori sono andati dall’avvocato De Megni a Perugia, sono tornati in Liguria (a Bordighera hanno perquisito la cartolibreria di Cesare Perfetto, personaggio molto noto anche per essere l’organizzatore del “salone internazionale dell’umorismo” che ogni anno si tiene nella città ligure), sono arrivati anche a Firenze, dove hanno sequestrato gli elenchi della gran loggia d’Italia localmente guidata da Gualfredo Scardigli. Altre perquisizioni a Cosenza e Bologna.