Melito Porto Salvo. Confiscati beni per 2 milioni al commercialista Giuseppe Errigo, uomo di fiducia del clan Iamonte

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca – emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di Giuseppe Errigo, commercialista di Melito Porto Salvo (RC), condannato in via definitiva nel 2015 per il delitto di associazione mafiosa, in quanto “punto di riferimento e uomo di fiducia sul piano contabile e tributario”, a partire dal 2002, della cosca “Iamonte”, operante nell’area grecanica.

In particolare, Giuseppe Errigo ha messo a disposizione della citata organizzazione criminale le sue conoscenze tecniche, gestendo i profili contabili di talune attività commerciali e società intestate a “prestanomi” o “teste di legno”, consapevole dell’identità dei reali titolari delle stesse, nonché fornendo consigli e suggerimenti ai vertici del sodalizio per sviare i controlli delle autorità preposte, soprattutto in momenti di fibrillazione della consorteria, come in occasione di indagini da parte dell’Autorità Giudiziaria.

E’ stata ritenuta, pertanto, sussistente la pericolosità sociale del destinatario della misura di prevenzione in argomento, tanto in relazione all’accertata partecipazione alla cosca “Iamonte” (e, quindi, per avere apportato un reiterato contributo alla realizzazione dei fini illeciti perseguiti dalla citata consorteria), quanto in relazione alla commissione del delitto di “trasferimento fraudolento di valori” in termini di intestazione fittizia di beni.

In proposito, la rilevante attività d’indagine patrimoniale svolta dalla Compagnia della Guardia di finanza di Melito Porto Salvo, in stretta e sistematica sinergia con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (S.C.I.C.O.), ha fatto emergere, attraverso complessi e articolati riscontri investigativi, un compendio patrimoniale direttamente e indirettamente nella disponibilità del citato commercialista, il cui valore è risultato decisamente sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale manifestata.

Alla luce di tali risultanze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria disponeva prima il sequestro di prevenzione del patrimonio riferibile al citato commercialista e, da ultimo, riconoscendo la validità dell’impianto istruttorio (basato, come accennato, sulle indagini economico- patrimoniali eseguite dalla Guardia di finanza), ha disposto – allo stato del procedimento e impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – l’applicazione della predetta misura di prevenzione patrimoniale della confisca su tutto il patrimonio già in sequestro, costituito da 7 immobili, per un valore complessivo stimato in quasi 2 milioni di euro.