“Mendicino. Antonio Palermo, primo sindaco del dissesto: la politica del silenzio avrebbe più dignità”

Antonio Palermo, primo sindaco del dissesto: la politica del silenzio avrebbe più dignità

C’è un confine, nella politica, tra il diritto di parola e il dovere di responsabilità. Antonio Palermo, ex sindaco di Mendicino, quel confine lo ha superato da tempo, continuando a rilasciare dichiarazioni e ad assumere pose da protagonista quando, invece, dovrebbe esercitare un dignitoso silenzio. È stato lui, infatti, il primo sindaco della storia di Mendicino a condurre l’Ente al dissesto finanziario.

Nonostante le opere pubbliche annunciate, le promesse di cambiamento e i toni trionfalistici di fine mandato, la realtà dei fatti racconta altro: un’amministrazione finita nel caos, travolta da una crisi interna culminata con le sue dimissioni nel 2023, e infine commissariata. Nel 2024, il Comune è stato ufficialmente dichiarato in dissesto. Un fallimento politico e gestionale che non può essere ignorato né minimizzato.

Le responsabilità? Evidenti. Il dissesto non è un incidente di percorso, è l’epilogo di anni di cattiva gestione, di scelte discutibili e di una progressiva perdita di controllo sulla macchina amministrativa. Quando un Comune viene commissariato e si arriva al default finanziario, la colpa non è mai degli altri. È del vertice politico. È del sindaco. È di Antonio Palermo.

Eppure, Palermo continua a parlare. Parla di sviluppo, di visioni, di futuro. Come se il passato non fosse mai accaduto. Come se non avesse lasciato una città piegata, un bilancio devastato e una comunità costretta a pagare per errori altrui.

Ma ciò che davvero lascia senza parole è un’altra cosa: che ci sia ancora gente convinta che Palermo possa oggi rappresentare una risorsa, un aiuto, o addirittura un’alternativa all’attuale amministrazione. Ma chi stati passannu? Davvero, chi pensa che chi ha creato il problema possa diventare parte della soluzione?

Il tempo del protagonismo è finito. Chi ha fallito deve avere il coraggio di prendersi le proprie responsabilità, non di rifarsi il trucco e tornare in scena. Mendicino ha bisogno di verità, non di retorica. Ha bisogno di soluzioni, non di giustificazioni.

E se c’è ancora una dignità nella politica, dovrebbe partire da qui: dal silenzio di chi ha già avuto la sua occasione e l’ha sprecata.

Lettera firmata