Mendicino, Villa della Serenità: l’affidamento agli “amici degli amici” è opera dell’ex assessore Spataro

Il nostro ultimo articolo sulla squallida e vergognosa vicenda della villa dell’800 di proprietà del Comune di Cosenza “occupata” da una banda di affaristi che fa capo a un ex assessore di Occhiuto e a un boss della sanità privata che hanno messo in piedi una Rsa abusiva che si chiama “Villa della Serenità” (https://www.iacchite.blog/mendicino-villa-della-serenita-tutte-le-strade-portano-a-un-furbissimo-ex-assessore/) ha fatto tremare il palazzo del potere a Cosenza nel periodo a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 ma poi è calato il silenzio. Perché, come tutti sanno, non c’è differenza tra la Giunta che ha saccheggiato la città per 10 interminabili anni e quella che è subentrata.

Per questa incredibile vicenda (a Reggio Calabria Falcomatà per molto meno è stato condannato a 1 anno e 4 mesi, ma lì c’è una procura seria mentre a Cosenza c’è il porto delle nebbie venduto al potere) da un lato ci sono gli “amici degli amici” che in combutta tra di loro si sono prima autoassegnati “un bene inalienabile nel patrimonio pubblico del Comune di Cosenza del valore di 3.199.450,49 euro” (Villa della Serenità a Mendicino, appunto) e poi lo hanno “occupato” con una società intestata a prestanome che gestisce una Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani. In sostanza, hanno apparecchiato la tavola e si stanno mangiando tutto, alla faccia dei cittadini.

Dall’altro lato invece c’è un sindaco appena eletto Franz Caruso alias l’incappucciato per la sua nota iscrizione negli elenchi della massoneria del Grande Oriente d’Italia, che al suo insediamento ha “scoperto” che i conti erano tutti sballati, i bilanci fittizi e ha preannunciato, salvo poi pentirsi, di portare le carte alle autorità competenti.
Noi però non possiamo tacere anche perché dopo vari tentativi siamo riusciti non solo a rintracciare il consigliere che – sotto minaccia – non ha “potuto fotocopiare gli atti” di questa clamorosa truffa, ma siamo finalmente in grado di fare il nome del grande regista dell’operazione, che è sicuramente uno dei responsabili di quello che si preannuncia – come minimo – un danno erariale grande come una casa, anzi come una villa, con la benedizione del cazzaro.

Ma andiamo per ordine.
Ai sensi dell’articolo 58 della legge n. 133/2008 ciascun ente individua, redigendo apposito elenco, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. In gergo tecnico e politico si chiama “Patrimonio”. 

Tra i beni iscritti nell’ormai famoso elenco del Patrimonio Comunale di Cosenza stilato da Giuseppe “uomo zainetto” Nardi ai tempi in cui era un “affiliato” dirigente del cazzaro (oggi invece sta per trasferirsi alla corte di Robertino il parassita alla Cittadella di Catanzaro), ce n’è uno che è sicuramente tra quelli di maggior valore, il Palazzo Villa della Serenità nel Comune di Mendicino. L’elenco è stato approvato dal consiglio comunale e per questo è a conoscenza di tutti i consiglieri della passata legislatura, molti dei quali sono stati rieletti.

Se quindi c’è un bene che dovrebbe essere valorizzato o venduto è proprio Villa della Serenità. E invece no. Il bene iscritto al Patrimonio del Comune è stato dato a “poche lire” a questa società fantasma di prestanome e chiunque chieda informazioni “ufficiali” rimane fulminato (vedi l’ex consigliere che cercava notizie). A questo punto, viene da chiedersi: ma chi era l’assessore responsabile di tale scempio amministrativo? Chi, avendo la responsabilità e quindi la delega del Patrimonio del Comune di Cosenza ha potuto pensare, progettare e acconsentire a tale “affidamento”? La delibera e la determina che hanno “approvato” l’affidamento della struttura comunale in qualche modo portano la firma di quell’assessore.

Siamo andati sul Sito istituzionale del Comune di Cosenza dove ancora albergano i campioni ex assessori compari del cazzaro (https://cosenza.etrasparenza.it/archivio3_personale_0_49004_0_1.html) e abbiamo scoperto che l’assessore con delega al Patrimonio era Michelangelo Spataro. Ma questo lo sanno benissimo sia il sindaco che – almeno per ora – nasconde gli attributi sotto il “grembiulino” e sotto il cappuccio, sia coloro i quali (nessuno escluso) lo accompagnano in questa nuova tragicomica avventura. Anche perché a Villa della Serenità parenti, congiunti, affiliati e affini della “banda” di Spataro sguazzano che è una bellezza e a quanto pare si ritengono intoccabili. Così vanno le cose a Cosenza, avrebbe detto il vecchio Mancini mettendosi le mani sulla faccia…