(di Gian Antonio Stella – corriere.it) – «Sbarchi a raffica: ripresa la pacchia per le Ong». «Ormai gli sbarchi sono un festival». «Sbarchi e solo sbarchi». «Più fondi più sbarchi». «Sbarchi incontenibili». «Forza sbarchi». «In 4 giorni 13.000 sbarchi. Ne aspettiamo altri 300mila». «Nuovi sbarchi, barricate leghiste: “Basta clandestini”». «Fermare gli sbarchi si può. Basta l’esercito». «Sbarchi, non c’è tregua». «Nuovi sbarchi e nuovi allarmi: “Governo troppo debole con Ue”». «Sbarchi, non se ne può più». «Sbarchi raddoppiati nel giro di un anno». «Chi pagherà le spese dei continui sbarchi?» «Soluzione all’emergenza sbarchi / “Far fuori i trafficanti di uomini”». «Un Machete contro gli sbarchi». «Fermate gli sbarchi!» «Sono veri profughi solo 5 stranieri su 100. Ieri altri 3000 sbarchi». «Sbarchi e infezione. Chi ci protegge?» «Record di sbarchi. Salvini sui social: l’invasione continua». «Basta col finto buonismo. Sì ai blocchi anti sbarchi». «Parliamo solo di Ucraina dimenticando gli sbarchi». «Qui aumenta tutto: povertà e sbarchi». «Effetto Papa: riprendono gli sbarchi».
Quelli che abbiamo elencato così, alla rinfusa, sono solo una parte dei titoli pubblicati in questi anni sulle pagine dei quotidiani italiani più schierati contro l’immigrazione quando al governo c’erano altri. Dice oggi lo stesso ministro degli Interni Matteo Piantedosi, il quale si era fatto subito la fama di non essere uno smidollato parlando di «carichi residuali» e affermando che «la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli», che sì, è vero, gli immigrati già sbarcati nel 2023 sono il doppio di quelli sbarcati nel 2022 (quando al governo c’era Luciana Lamorgese accusata dalle destre d’essere «inerme») ma che si tratta d’una contingenza «epocale».
Ha ragione: è davvero un momento di passaggio epocale. Così grave da far tremar le vene e i polsi a chiunque abbia la testa sul collo. E sarebbe assurdo, ingeneroso e indecente addossare a Giorgia Meloni, a Matteo Salvini e a questo governo la responsabilità delle enormi difficoltà a contenere la spinta alla fuga dei Paesi più poveri verso l’Europa. Riflettere su tante sparate del passato, però, può aiutare a inquadrare meglio i problemi. Come diceva Renzo Arbore in un vecchio spot: meditate, gente, meditate…