Milano chiama Calabria. Cosa aspettano M5s e Pd a chiedere le dimissioni di Occhiuto? C’è un partito trasversale?

MILANO CHIAMA CALABRIA

di Pino Tassi

Giuseppe Conte, alla domanda del giornalista del TG1, se Beppe Sala dovesse dimettersi da sindaco ha risposto di sì perché responsabile di un sistema di potere costruito a Milano sulla speculazione edilizia. Ancor prima aveva detto, quando ancora Sala non era nemmeno indagato: “Noi non entriamo mai nelle vicende giudiziarie, perché quella è responsabilità penale. Ma per quanto riguarda la responsabilità politica attendiamo che se ne traggano le conseguenze da chi ha la responsabilità”.

In Calabria invece dopo la notizia che il presidente Occhiuto era indagato per corruzione, il M5S ha sposato la linea dell’attesa. É un fatto giudiziario, hanno detto, la politica può solo attendere i suoi sviluppi. Abbiamo assistito ad un consiglio regionale a dir poco imbarazzante dove i capigruppo delle tre forze di opposizione davano attestati di solidarietà e vicinanza al presidente Occhiuto.

Ma per capire se ci sono punti di convergenza tra le due vicende prendiamo come spunto l’editoriale di oggi di Marco Travaglio sulla vicenda milanese e confrontiamolo con la vicenda calabrese.

MILANO 1

Marco Travaglio scrive: “Non è che Beppe Sala deve dimettersi perché è indagato per falso e induzione indebita (la vecchia concussione per induzione): è che non avrebbe mai dovuto diventare sindaco”.

CALABRIA 1

Qui in Calabria invece Roberto Occhiuto non deve dimettersi perché indagato per corruzione ma perché ha costruito un sistema di potere dove gli intrecci tra pubblico e privato si lambiscono, si sovrappongono, con il sospetto che a volte si intrecciano.

MILANO 2

Torniamo a cosa scrive Travaglio di Sala:”… Ciononostante, o proprio per questo, Sala fu ricandidato e rieletto nel 2021. E si scelse l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, direttore comunale uscente della Pianificazione e valorizzazione aree, in barba alla delibera dell’Anac che vieta agli alti dirigenti pubblici di assumere ruoli politici per l’evidente conflitto d’interessi: ora su Tancredi c’è una richiesta di arresto. Poi Sala confermò a presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, già indagato per aver taciuto le consulenze da costruttori e progettisti di lavori esaminati dalla sua commissione: ora anche Marinoni ha una richiesta di cattura. E Sala è (di nuovo) indagato per falso perché, conoscendo i suoi conflitti d’interessi, ne attestò l’assoluta assenza… “.

CALABRIA 2

Torniamo alla Calabria. Qui da noi invece abbiamo che Roberto Occhiuto, solo per limitarci a questa vicenda, se è vero che non dà incarichi direttamente a Paolo Posteraro, già socio in diverse attività imprenditoriali, è altrettanto vero che Posteraro viene nominato consulente da Ernesto Ferraro alle Ferrovie della Calabria una volta nominato a sua volta da Occhiuto amministratore unico. E qui nasce una matassa di sovrapposizioni, di accostamenti e di possibili intrecci privato-pubblico. Se sul piano giudiziario questi intrecci sono tutti da dimostrare è evidente che in campo politico sono chiari e lampanti. A questa vicenda si aggiunge subito dopo quella di Tonino Daffinà. Anche qui distinguiamo tra vicenda politica e giudiziaria. A me interessa solo quella politica. Daffinà è grande amico di Occhiuto, anche lui non ha nessuna nomina regionale ma ottiene una nomina a livello governativo. Utilizza questo ruolo e forse spende l’amicizia di Occhiuto, a sua insaputa, per avere contatti e intrecciare affari in campo sanitario con la regione Calabria. Anche qui sarà la magistratura a dire se ci sono responsabilità penali, per me attualmente non ce ne sono, ma c’è un sistema politico di potere che esce a galla.

MILANO CONCLUSIONI

Travaglio conclude il suo editoriale su Milano denunciando il trasversalismo e scrive: “… Il tutto per garantire il Partito Trasversale del Cemento fatto di politici, dirigenti, tecnici, costruttori, immobiliaristi, faccendieri, banchieri, archistar e archipippe che infesta Milano (e non solo) deturpando l’ambiente, trasformando catapecchie in grattacieli e case di tre piani in torri di venti, ingrassando i privati amici di destra, centro e sinistra a spese dei cittadini, che ci rimettono miliardi di oneri di urbanizzazione mai pagati perché mai richiesti”.

E infine: “Ecco perché solo i 5Stelle chiedono le sue dimissioni, mentre il Pd, i centristi e le destre lo coprono (e quando ti difendono Fassino e Renzi hai un bel problema); perché la Lega gli aveva apparecchiato un “Salva Milano” extra large per esportare il “modello Sala” in tutta Italia…”. 

CALABRIA CONCLUSIONI

Concludendo sulla Calabria. Da sempre sono ultra garantista. Per me Occhiuto, Daffinà, Ferraro e Posteraro sono innocenti. Non mi interessa per nulla la vicenda giudiziaria. Detto questo torniamo alla politica. Il M5s calabrese non si capisce perché non segua la linea di Conte su Milano e si sia allineato alle posizioni del Pd e della sinistra a sostenere che siamo davanti solo ad un problema giudiziario. E non chieda ad oggi le dimissioni di Roberto Occhiuto. Per lo stesso motivo è incomprensibile la posizione del Pd se poi afferma di voler cambiare questa regione e così anche la sinistra di Fratoianni.

RINNOVIAMO LA CALABRIA

O il M5S, e così anche gli altri, ha il coraggio di correggere questa linea demenziale oppure si infittisce il sospetto che il partito trasversale alla Regione Calabria è vivo e vegeto. Per fugare questo sospetto il M5S chieda le dimissioni di Roberto Occhiuto da Presidente Regionale per fallimento politico. E speriamo che Pd e Avs si accodino.