Montalto. Sinistra Italiana: “Il civismo è morto. E il Pd da che parte sta?”

Circolo di Sinistra Italiana Montalto Uffugo – CS

Il civismo è morto. A decretarlo non sono queste parole, ma i fatti. I fallimenti di alcune coalizioni multicolore nell’area urbana cosentina, Manna su tutti, hanno dimostrato che, in assenza di una scelta di campo chiara e coerente, anche l’azione amministrativa perde vigore ed efficacia. Il richiamo ai tecnocrati della politica – professionisti chiamati a gestire la cosa pubblica prescindendo da ogni affiliazione partitica, ma sostenuti da alleanze trasversali – si è ormai trasformato in un vuoto esercizio autocratico e personalistico, privo di una visione politica di medio-lungo termine.
Questo approccio ha alimentato il trasformismo politico, fenomeno che vede personaggi cambiare alleanze e schieramenti in base al proprio tornaconto elettorale e personale.
Paradossalmente, il sistema delle alleanze civiche che avrebbe dovuto risolvere la crisi della politica e il fallimento dei partiti ha invece sancito la loro definitiva scomparsa. Lo dimostra la crescente disaffezione dei cittadini, testimoniata dalla scarsa affluenza alle urne, anche nelle recenti elezioni amministrative ed europee. Trasversalità, trasformismo e personalismo, mascherati dalla retorica del civismo, hanno allontanato le persone dalla politica.

Segnali di cambiamento, tuttavia, iniziano ad emergere. La nascita di nuove sezioni politiche a Montalto Uffugo – come Sinistra Italiana, Fratelli d’Italia e i recenti richiami alla formazione di coalizioni progressiste a Rende – dimostra che il civismo produce solo contraddizioni. Peccato che il PD fatichi a prenderne atto. A Montalto, il Partito Democratico non ha ancora riconosciuto le proprie responsabilità nel fallimento delle ultime elezioni amministrative, quando si presentò senza simbolo, diviso e disorientato nel sostenere una coalizione civica guidata da un candidato di centrodestra, Mauro D’Acri, ora all’opposizione.

Ci chiediamo, dunque, se e quando il PD farà finalmente una precisa scelta di campo, collocandosi, in modo chiaro e identificabile, nel fronte progressista a Montalto come altrove. Noi di Sinistra Italiana ci riconosciamo in questo spazio politico, aperti al dialogo con chiunque condivida pubblicamente questa posizione, anche attraverso documenti programmatici. Questo invito è rivolto anche alle forze che, nelle scorse elezioni, hanno sostenuto Emilio Viafora, candidato progressista, ovvero il Movimento 5 Stelle e il gruppo Morfeo. Rispetto all’attuale amministrazione di centrodestra, come si posizionano? E soprattutto, si riconoscono davvero in un campo progressista?

La scelta di campo di cui parliamo non è un mero esercizio di stile. I valori politici non sono fine a sé stessi, ma rappresentano l’elemento guida per la gestione concreta della cosa pubblica. In loro assenza, restano solo personalismi e gestione del potere fine a sé stessa, con il risultato di amministrazioni approssimative e prive di progettualità, come accade da vent’anni a questa parte. I risultati delle recenti elezioni tedesche, e ancor prima di quelle francesi, dimostrano che i cittadini cercano risposte politicamente connotate. Il principale antidoto all’attuale deriva sovranista è una sinistra che torni a essere tale: capace di riflettere su temi di rilevanza sociale, come il lavoro, la sanità pubblica, la pace e l’ecologia, per contrastare il dominio oligarchico del mercato ed evitare ambiguità opportunistiche.
Guardiamo con interesse all’evoluzione delle contraddizioni interne all’attuale maggioranza.

Finora, il sindaco e i suoi alleati hanno parlato di progetti e visioni comuni, ma senza chiarire quali siano. A noi di Sinistra Italiana sembra che l’unico collante dell’amministrazione sia il governismo, senza alcuna direzione politica chiara. Lo dimostra un’azione amministrativa disorganica e priva di interventi programmatici per il territorio (ma su questo torneremo nei prossimi articoli). Ci interessa soprattutto capire come si posizioneranno le diverse anime, non organiche a Forza Italia, interne alla giunta Faragalli, come il consigliere Lauria e l’assessore Ranieri. Entrambi sono espressione di una lista civica ma i loro trascorsi e gli incarichi di partito di Lauria nonché la vicinanza ad esponenti del PD, nel caso di Ranieri, meriterebbero maggiore chiarezza e trasparenza.
Le elezioni regionali sono alle porte, così come i 5 quesiti referendari accettati dalla Consulta.

Come sappiamo bene, è impossibile scindere la politica locale da quella nazionale, sebbene ci si ostini – come l’attuale amministrazione sta facendo – di far finta di nulla. Per non parlare di temi come il premierato o la riforma della giustizia. Basterà qualche buca tappata, le sagre e infine la conclusione dei lavori avviati dalle precedenti amministrazioni (in attesa di qualche azione strutturalmente più rilevante) a sottacere queste contraddizioni? Come si collocheranno Faragalli e i suoi alleati, divisi tra centrodestra e centrosinistra? Una scelta di campo è necessaria, in un senso o nell’altro. Discorso analogo e già denunciato da Sinistra Italiana per quel che riguarda la minoranza consiliare, ingessata ed imprigionata da ragioni di appartenenza partitica che limitano la funzione ed il ruolo di minoranza assegnato dai cittadini. Comportamento che dimostrerebbe ancora una volta tutte le contraddizioni dei patti civici, visto che sia la maggioranza che la minoranza si rivedono – senza non troppi dispiaceri – nella grande famiglia forzista/sovranista calabrese e nazionale.
Noi di Sinistra Italiana abbiamo fatto la nostra scelta di campo e restiamo aperti al confronto con chiunque si riconosca nel fronte progressista. Il civismo non può più essere la risposta: è stato solo un placebo temporaneo, il cui effetto è ormai svanito.