Morte del maresciallo Caruso a Corigliano, condannati tre funzionari comunali e il titolare della ditta

Pronunciata ieri, nel tribunale di Castrovillari, la sentenza di primo grado per la tragica morte del maresciallo dei carabinieri in pensione Emanuele Caruso, 75 anni, deceduto dopo essere stato colpito alla testa da un palo della luce mentre passeggiava per strada a Corigliano.

Emanuele Caruso era molto conosciuto e benvoluto a Corigliano-Rossano dove risiedeva con la famiglia e dove per tanti anni era stato responsabile del Nucleo operativo dell’ex Comando Compagnia dell’Arma rossanese.

La tragedia si consumò quasi 9 anni fa, era la mattina del 30 gennaio 2015, quando la vittima, dopo aver fatto la spesa e mentre camminava lungo il marciapiede di Via Santa Caterina, in contrada San Francesco allo Scalo coriglianese a pochi passi dalla propria abitazione di Piazza Santissima Madonna delle Grazie, venne colpito in testa dall’improvvisa caduta d’un palo della pubblica illuminazione. Che, già da tempo pericolante, venne divelto dalle forti raffiche di vento che spiravano quel giorno e lo ferì a morte.

Caruso morì in una clinica di Montalto Uffugo dopo 8 lunghi mesi di sofferente agonia e dopo essere passato dall’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano all’Annunziata di Cosenza, e poi dal Centro risvegli della clinica Sant’Anna di Crotone.

Condannati, limitatamente all’accusa di omicidio colposo, ad 8 mesi, con pena sospesa, Luigi “Gino” Spezzano 62 anni, titolare dell’impresa appaltatrice per conto dell’ex Comune di Corigliano del servizio di Manutenzione degl’impianti di pubblica illuminazione e i funzionari comunali coinvolti all’epoca Filomena De Luca 48 anni, Antonio Durante 70 anni, Franco Bua 69 anni. Gli stessi sono stati invece assolti dagli altri capi di imputazione, ossia di disastro colposo cooperazione colposa e rovina di struttura.

Assolto invece, da tutti i capi di imputazione, il funzionario comunale, oggi in pensione, Antonio Amica di 70 anni. Condannato, infine, il Comune di Corigliano Rossano al risarcimento del danno, da quantificarsi in separata sede, con concessione di provvisionale provvisoriamente esecutiva in favore dei confronti dei familiari del maresciallo deceduto, ossia la moglie e i due figli, che si erano costituiti parte civile nel processo e sono stati rappresentati dagli avvocati Giovanni e Aldo Zagarese.