La “Rete 26 febbraio”, composta da oltre 400 enti e associazioni del terzo settore, ha organizzato una tre giorni di eventi per commemorare la tragedia di Steccato di Cutro, avvenuta un anno fa, in cui persero la vita 94 migranti, di cui 35 minori.
L’iniziativa prevede una serie di incontri, musica e sport, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria delle vittime e sensibilizzare sull’urgente necessità di porre fine alle tragedie in mare.
L’evento si è aperto, questa mattina, con una partita di calcio allo stadio Ezio Scida di Crotone, organizzata da “ResQ”, un’associazione impegnata nel soccorso delle persone in difficoltà.
Un match all’insegna dello sport inclusivo, solidale, di memoria e denuncia al quale hanno partecipato circa 40 persone, uomini e donne, tra cui molti superstiti e familiari delle persone morte annegate. Tutti accompagnati da due storici professionisti, come Damiano Tommasi, ex centrocampista dell’AS Roma e della nazionale e attuale sindaco di Verona, e Antonio Galardo, già capitano e bandiera dell’FC Crotone.
“Lo sport è un ottimo veicolo di inclusione. Quando il pallone rotola, non c’è linguaggio migliore per essere in sintonia con le nostre comunità, le nostre società sportive e i nostri campionati giovanili. Gli atleti di oggi rappresentano la nuova Italia, una comunità che sta cambiando e che mostra una sensibilità crescente. È importante affrontare il tema dell’immigrazione e dell’inclusione con progetti a medio e lungo termine, superando le divisioni politiche e concentrandosi sulle persone, sulla cultura e sui mondi che oggi sono più vicini di quanto fossero in passato”, ha sostenuto Damiano Tommasi.
Per il presidente di ResQ, Luciano Scalettari: “È un momento di riflessione su ciò che lo sport può fare per l’inclusione e la solidarietà. Questa partita di calcio, a un anno di distanza dalla tragedia di Cutro, serve proprio a questo: raggiungere persone che potrebbero essere troppo distratte o non sufficientemente informate su ciò che è accaduto, e far sapere a più persone possibile il messaggio di questa strage.
È stato terribile ciò che è successo, e dobbiamo fare tutto il possibile per assicurarci che non accada di nuovo. Da quando è avvenuta la terribile strage di Cutro, sappiamo che altre 2500 persone sono morte in mare. Questo è uno scandalo che denunciamo ancora oggi.
Lo sport si lega all’inclusione e alla solidarietà, e una partita di calcio come questa dovrebbe essere vista come parte integrante degli sforzi per far sì che tragedie come quella di Cutro non si ripetano.
Per Manuelita Scigliano della rete 26 febbraio, la partita rappresenta il primo di una serie di eventi mirati a mantenere viva la memoria della tragedia e a denunciare le politiche migratorie che mettono a rischio la vita delle persone in fuga da guerre e persecuzioni.
Nonostante le promesse fatte un anno fa, i familiari delle vittime si sentono ancora abbandonati dalle istituzioni e continuano a chiedere corridoi umanitari per il ricongiungimento familiare.
L’obiettivo principale di questi tre giorni di eventi è quello di ribadire con forza il messaggio “mai più”, esortando i governi a prendere misure concrete per garantire la sicurezza e la dignità delle persone in fuga.
Presente per l’occasione anche Khaled Ahmad Zekriya, Ambasciatore della Repubblica Islamica e dell’Afghanistan a Roma, che ha dichiarato: “La situazione in Afghanistan è peggiorata a causa del regime misogino dei Talibani, che costringono le donne e le minoranze a fuggire”. Sulla Strage del 26 febbraio l’ambasciatore ha ribadito: “La cosa più importante è dare risposta alle istanze dei familiari delle vittime, e facilitare presto tutti i ricongiungimenti familiari. Ringraziamo la comunità di Crotone che ha espresso una grande vicinanza al popolo afghano, l’anno scorso così come oggi”.