lunedì, Giugno 30, 2025
Home CRONACA Naufragio di Cutro, la sai l’ultima della Regione? Sbaglia processo per costituirsi...

Naufragio di Cutro, la sai l’ultima della Regione? Sbaglia processo per costituirsi parte civile. L’ennesima figuraccia di Occhiuto e la polemica con la Marina…

di Alessandro Ziniti

Fonte: Repubblica

Hanno sbagliato processo. Non era contro gli ufficiali della Guardia costiera e della Guardia di finanza accusati dei mancati soccorsi al caicco naufragato a Cutro che volevano costituirsi parte civile. Ma contro gli scafisti che, però, sono già stati condannati da tempo, alcuni dei quali persino in appello.

È paradossale la vicenda che vede protagonista la Regione Calabria che ieri all’udienza preliminare del processo per i mancati soccorsi davanti al tribunale di Crotone ha presentato una costituzione di parte civile che ha provocato la risentita reazione dell’Unione sindacale italiana della Marina.

In serata la nota della Regione che annuncia l’errore e il prossimo ritiro della costituzione con una delibera ad hoc.“In merito al processo sul naufragio di Cutro – si legge – la Giunta della Regione Calabria qualche giorno fa ha approvato una delibera che era stata erroneamente presentata dagli uffici come un atto conseguente ad una precedente decisione intrapresa dal nostro Ente contro gli scafisti che hanno causato il dramma di quella tragica notte.Da successivi approfondimenti abbiamo invece appreso che questo secondo troncone del processo vede indagati esclusivamente quattro agenti della Guardia di Finanza e due militari della Capitaneria di Porto.Per tale motivo – per la grande considerazione e per il rispetto che nutriamo nei confronti di chi indossa una divisa e quotidianamente lavora per garantire la sicurezza nel nostro Paese – la Regione Calabria conferma la sua costituzione di parte civile contro gli scafisti, mentre approverà una delibera ad hoc per ritirare la richiesta depositata questa mattina nel corso dell’udienza preliminare.La giustizia faccia normalmente il suo corso e vengano accertate le eventuali responsabilità”.

La polemica con il sindacato della Marina

A far accendere la lampadina negli uffici della Regione Calabria la polemica sollevata ieri dopo l’udienza preliminare dall’Unione sindacale della Marina indignata per la costituzione di parte civile della Regione.

Ai sindacati dei militari che vedono sei dei loro uomini e donne tra guardia costiera e guardia di finanza sul banco degli imputati non è andata giù la decisione della Regione Calabria che ieri mattina, come annunciato nei giorni scorsi, si è costituita parte civile in apertura di udienza preliminare su proposta del presidente Roberto Occhiuto.

L’Usim, l’unione sindacale italiana della Marina, ha espresso tutto il suo disappunto per la costituzione di parte civile definendo il gesto di Occhiuto una “minaccia alla garanzia di un giusto processo nei confronti di sei servitori dello stato imputati per fatti avvenuti in servizio”. Ritenendo “prioritario che l’accertamento delle responsabilità avvenga in modo imparziale, soprattutto per un evento così drammatico – scrivono i sindacati dei militari – ci auguriamo che non ci siano ingerenze di natura esterna allo svolgimento del processo penale”.

Fin qui l’articolo di Repubblica…

Per una migliore comprensione dei fatti. Se non fosse tragico, sarebbe ridicolo. La GR della Calabria prima presenta la costituzione di parte civile ad uno dei processi sulla strage dei migranti a Cutro e poi la ritira su pressione di alcuni sindacati e del ministro Salvini. La ragione? Pensavano, hanno scritto, che riguardasse ” scafisti” ed invece riguarda militari italiani. Come se per l’accertamento delle responsabilità facesse differenza.
Povera Regione, senza ragione, solo opportunismo e demagogia.

Ricapitolando. Sono 113 le costituzioni di parte civile presentata alla gup Elena Marchetto che deciderà nella prossima udienza del 26 maggio.

Ci sono i familiari delle oltre 100 vittime e i superstiti della strage, Arci, Codacons, Emergency, SOS Humanity, Sea Watch, Luis Michel, SOS Mediterranee Italia, Mediterranea e l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI). Presenti in aula per la prima volta gli imputati a carico dei quali sono ipotizzate pesanti responsabilità a carico degli ufficiali e sottoufficiali che quella notte, pur avendo ricevuto da Frontex la segnalazione di un caicco in navigazione verso la Calabria sulla rotta battuta dai migranti che provengono dalla Turchia, non ritennero di intervenire nonostante le condizioni meteo proibitive che portarono sei ore dopo il caicco a schiantarsi sulla secca di Cutro.