Naufragio di Cutro. Signor Salvini, qual è la vera vergogna? (di Bruno Palermo) 

Naufragio di Cutro, qual è la vera vergogna?

di Bruno Palermo 

Signor Salvini, lei ha usato la parola “vergogna” per la decisione del gup del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, di rinviare a giudizio e, quindi, ad un processo, sei militari: quattro della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera che devono rispondere di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.

La parola vergogna viene dal latino verecŭndia e secondo il vocabolario Treccani è “sentimento più o meno profondo di turbamento e di disagio suscitato dalla coscienza o dal timore della riprovazione e della condanna (morale o sociale) di altri per un’azione, un comportamento o una situazione, che siano o possano essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito”. Lei non conosce il lavoro degli investigatori e del pm. Non conosce la mole di materiale che questi hanno prodotto al Gup che ha deciso dopo avere sentito le parti, compresi i legali degli attuali imputati. Ora le dico io cosa avrebbe dovuto suscitare vergogna e in chi, rispetto a 94 morti, di cui 35 bambini, e un numero imprecisato di dispersi.

Iniziamo dalla fine, ovvero quel Consiglio dei Ministri “passerella” tenutosi a Cutro il 9 marzo 2023. Già, il 9 marzo, 14 giorni dopo la “strage”. E poi ancora già, il 9 marzo 2023, il giorno del suo cinquantesimo compleanno. Lei si è presentato in conferenza stampa con una cartellina sulla quale campeggiava la scritta a caratteri cubitali “Ponte sullo Stretto”. Come quando gli americani arrivavano nelle città liberate e lanciavano cioccolata e centesimi di dollaro agli abitanti. Quello è sembrato e forse sarebbe. In quel Consiglio dei Ministri il suo omologo dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ripetuto un mantra che i fatti hanno smentito. Un mantra ripetuto sia in commissione che in Parlamento: “sbarco autonomo”.

Lo sbarco autonomo avviene quando una imbarcazione non viene intercettata da nessuno e si spiaggia. Sulle coste crotonesi ne abbiamo visti di sbarchi autonomi. Quello della Summer Love non è uno sbarco autonomo: visto prima dall’aereo di Forntex e seguito poi dal radar di terra di località Campolongo (Crotone) dalle ore 03:00 fino al momento del naufragio 03:45 circa (perizia della Procura Ammiraglio Salvatore Carannante). Questo è motivo di vergogna. Lei parla di vergogna per la decisione del Gup, ma cosa dovrebbe pensare la gente che ha visto il video della sera stessa, poche ore dopo il CdM, mentre lei, il presidente del Consiglio e altri suoi colleghi brindavate e cantavate “La canzone di Marinella” che è annegata in un fiume. Annegata.

Cos’è la vergogna allora?
Motivo di vergogna forse è un presidente del Consiglio che arriva alla conferenza stampa di cui sopra, assolutamente impreparata e infila una serie di errori/orrori: uno dietro l’altro. Vergogna si dovrebbe provare per aver “costretto” i familiari delle vittime del naufragio ad occupare la strada davanti al PalaMilone di Crotone, dove c’erano le bare dei loro cari, perché qualcuno aveva deciso il giorno prima del Consiglio dei Ministri, di traferire di imperio tutte le bare nel cimitero islamico di Borgo Panigale.

Di cosa avevate paura, di poter inciampare nelle bare arrivando a Cutro? Questa è vergogna secondo lei?.
Vergogna è una parola che andrebbe usata con cautela se un Ministro dell’Interno arriva il giorno della tragedia e dice che “sono degli irresponsabili” quelli che hanno intrapreso quel viaggio con i figli e le famiglie. Vergogna si dovrebbe usare con cautela quando il Consiglio dei Ministri, sapendo quello che era accaduto, tre mesi dopo la tragedia (maggio 2023) nomina il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, presidente di Eni. Avete capito bene, presidente di Eni, con tutto quello che questa nomina comporta. Vergogna è una parola che andrebbe usata con cautela quando si scopre che “il livello politico ha impartito nuove disposizioni tattiche” (email del 27 giugno 2022) per cui le operazioni in mare sono prima di “Law enforcement” (Guardia di Finanza) e poi Sar (search and rescue). E solo in caso di eventi Sar la Guardia Costiera può intervenire autonomamente, altrimenti deve aspettare la chiamata della Guardia di Finanza.

La parola vergogna dovrebbe essere usata con molta cautela se qualcuno ha una coscienza alla quale rispondere. È vero che gli italiani bevono tutto, basta metterlo in un bel bicchiere, ma per sua sfortuna ci sono italiani che non bevono tutto e hanno talmente palati sopraffini che cercano sempre la qualità, la qualità della verità. Non si può fare campagna elettorale sulla vita di bambini annegati e che potevano/dovevano essere salvati. Il processo deve ancora iniziare e in Italia, grazie a quella cosa eccezionale che si chiama Costituzione, vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Secondo due giudici, il Pubblico ministero e il giudice per le udienze preliminari, qualcuno ha sbagliato e dovrà affrontare un processo, ma anche questa volta nessuno del “livello politico” ne risponderà. Perché i danni più grossi li fa il “livello politico”, ma poi a processo ci vanno quei militari che lei dice ogni giorno rischiano la loro vita. Il livello politico fa danni anche quando un giorno dice che perseguirà i trafficanti di essere umani sul “globo terracqueo” e il giorno dopo fornisce un aereo di Stato per riportarlo a casa tra il giubilo dei suoi complici che lo accolgono e lo portano in trionfo. Vergogna, signor Salvini, è una parola che andrebbe usata con cautela, perché nella lingua italiana ogni parola ha un peso specifico ed un significato ben preciso.