‘Ndrangheta a Casabona. Telefonata a Seminario: tutta la famiglia appoggia te e basta

E’ iniziata da un esposto orale ai carabinieri l’indagine con la quale i militari dell’Arma di Crotone hanno sgominato la cosca nascente dei Tallarico di Casabona con l’operazione Nemesis eseguita il 4 ottobre. L’esposto denunciava pressioni degli ambienti criminali su Francesco Seminario, poi divenuto sindaco nell’ottobre del 2021. Da quel momento l’attenzione dei carabinieri si è spostata sulla famiglia Tallarico i cui componenti sono stati costantemente monitorati. Quello che è emerso ha portato alle dieci ordinanze di custodia cautelare tra cui quelle per il sindaco Francesco Seminario (finito in carcere) e per l’assessore Anselmo De Giacomo (ai domiciliari).

L’indagine ruota sulle ingerenze nella pubblica amministrazione locale del sodalizio mafioso che era già conosciuto alla Dda in seguito all’operazione Stige del 2018. Sodalizio che, nonostante l’arresto di Francesco Tallarico (all’epoca amministratore del Comune di Casabona), si era poi ricostituito attorno al capostipite Carlo Mario ed ai figli Daniele, Ludovico e Sergio sostenuti dai sodali Luigi Gagliardi, Francesco De Paola, Cataldo Poerio e Giuseppe Pullerà. Il loro scopo, dopo la fine del periodo di commissariamento dovuto allo scioglimento del Comune nel 2019 in seguito all’operazione Stige, era quello di influenzare le scelte degli amministratori, Per questo, come sostiene la Dda, si è arrivati ad un patto affinché la cosca sostenesse la lista di Seminario.

Le intercettazioni

A sostegno di questa tesi l’indagine riporta una serie di conversazioni intercettate tra i protagonisti della vicenda. Il più loquace è Luigi Gagliardi che, mentre è ancora in carcere, durante un colloquio chiede alla moglie di farsi portavoce con Seminario che si stava candidando a sindaco: “Ha detto Luigi di ricordarsi di lui”. Sempre in periodo pre elettorale Seminario incontra il barbiere Francesco De Paola il quale, secondo le indagini, per conto di Carlo Mario Tallarico, svolge un ruolo di mediatore con un altro candidato, parente dei Tallarico, che da tempo non si trattava con Seminario. Il candidato da quel momento passa con Seminario lasciando la lista avversaria.
Sempre De Paola, durante una conversazione telefonica del settembre 2021 con il candidato sindaco, lo rassicura che “tutta la famiglia appoggia te e basta”.
Ed ancora Gagliardi (il quale poi uscirà dal carcere per un progetto sociale andando a lavorare per il comune su richiesta di Seminario) prima delle elezioni dice alla compagna che bisogna votare Anselmo De Giacomo il quale in effetti risulterà il primo degli eletti. Un risultato questo che fa dire a Gagliardi, che risiede nella frazione di Casabona: “Gliel’hai detto che non è mai successo? Che uno da Zinga ha preso più voti di Casabona!”. Quando va ai domiciliari l’assessore va a trovarlo per informarlo del progetto sui diapiri salini e dell’intenzione di fare una cooperativa coinvolgendo altri soggetti. Gagliardi però dice no perché vuole gestire l’affare (si parla di milioni provenienti da progetti europei) da solo altrimenti è meglio “non mandare operai né pale a Zinga”.

Le contropartite

Naturalmente, dopo le elezioni, Gagliardi chiede la contropartita e quando è ancora in carcere viene intercettato mentre dice: “Mo’ che esco Anselmo mi deve fare assumere nel volontariato così sono libero la mattina”. Impiego di volontariato al Comune che Gagliardi dice di aver avuto come promessa da Seminario: “Il Comune mi prende! Ci ho già parlato con il Sindaco”. Le intercettazioni sono proseguite anche dopo le elezioni. Nelle carte dell’indagine ci sono le conversazioni captate tra Carlo Mario Tallarico ed il sindaco Francesco Seminario, da cui traspaiono, per un verso, l’interesse del Tallarico di accaparrarsi nuovi appalti, ad onta della sua estromissione dalla white list della Prefettura di Crotone ad esito del procedimento “Stige”, per altro verso, la complicità del primo cittadino, che si mostrava disponibile a intercedere per il Tallarico con il Prefetto.
Carlo Mario Tallarico, nelle sue diverse conversazioni, parla anche con un altro ex amministratore coinvolto in Stige e gli dice che Seminario, a differenza dell’ex sindaco Natale Carvello, è a disposizione dei Tallarico: “Natale non ha saputo fare un cazzo, Seminario sa giostrare più di lui”.

Allacci abusivi

Sotto il profilo investigativo viene evidenziato dalla Dda l’interessamento di Seminario per i controlli congiunti di Carabinieri, Congesi e Sorical al cantiere di Carlo Mario Talarico che, come emerge anche dalle intercettazioni telefoniche, ha eseguito allacci abusivi alla rete idrica. Seminario, che risulta abbia anche chiamato il presidente di Congesi per conoscere la data dei controlli (ma Liotti gli risponde che lui non veniva avvisato preventivamente dall’Arma), consiglia a Tallarico di togliere gli allacci abusivi. Cosa che avviene e che permette di evitare la denuncia per furto di acqua.

Le scelte del gip

Il gip Arianna Roccia nell’ordinanza relativamente al reato di concorso esterno contestato agli amministratori comunali, opera delle scelte differenti nonostante “un quadro allarmante caratterizzato da soggetti che, seppure non affiliati, gravitano intorno alla criminalità organizzata, asservendo (nel caso del Seminario) la propria funzione pubblica e i connessi poteri al sodalizio mafioso.
Per Seminario viene disposta la misura in carcere “tenuto conto della estrema gravità delle condotte a lui ascritte e della spregiudicatezza e capacità a delinquere palesata”.
Il gip ritiene Seminario, “artefice del patto elettorale politico-mafioso” e come lo stesso “nella piena consapevolezza della esistenza del sodalizio e degli affari illeciti al medesimo riconducibili, abbia fornito un contributo, di natura materiale e morale, causalmente rilevante nella conservazione e nel rafforzamento delle capacità operative dell’associazione”. Seminario, chiosa il gip disponendo la misura cautelare in carcere, “nella fase post elettorale è risultato il punto di riferimento della consorteria, stabilmente impegnato nella tutela e nel soddisfacimento dei relativi interessi illeciti”.

Domiciliari

Il giudice spiega che per Anselmo De Giacomo, Leonardo Melfi e Vincenzo Poerio “gli elementi offerti dall’Ufficio di Procura, per quanto indiziari, non raggiungano la soglia della gravità richiesta ai fini dell’applicazione di una misura cautelare. In particolare, non si reputa sufficientemente dimostrato che le singole condotte ascritte agli indagati si inseriscano all’interno di un rapporto di do ut des tra costoro e la consorteria mafiosa”. A De Giacomo (così come a De Paola) il gip contesta solo il reato di voto di scambio e gli concede i domiciliari. Fonte: Il Crotonese