La pista sul business del tifo organizzato di San Siro, sfociato in due omicidi – quello del rampollo del clan di Rosarno, Antonio Bellocco e, due anni prima, quello del capo ultrà interista Vittorio Boiocchi – porta sempre più alla Calabria. Tanto da irrobustire gli interrogativi su una regia occulta di qualche cosca dietro i due delitti che, al momento, hanno un unico responsabile: Andrea Beretta, ex leader della curva Nord che ha accoltellato a morte Bellocco e si è poi autoaccusato di essere il mandante dell’omicidio di Boiocchi. Ad eseguire materialmente quest’ultimo sarebbero stati, stando alle accuse, Daniel D’Alessandro, per il quale giovedì la Bulgaria ha dato il via libera alla consegna all’Italia, e Pietro Andrea Simoncini, di Soriano, arrestato lo scorso 11 aprile, assieme, tra gli altri, a Marco Ferdico, altro leader del tifo interista, e al padre Gianfranco.
I due presunti killer hanno un legame diretto con la Calabria: non solo perché calabresi (D’Alessandro, nato a Monza, lo è di origine), ma perché ricostruendone i movimenti gli investigatori sono stati più volte ricondotti al territorio delle Preserre vibonesi. Sono già emersi i collegamenti di Ferdico con la zona, da cui proviene la sua compagna, figlia proprio di Simoncini, e dai tre filoni investigativi sono emersi anche altri nomi di sorianesi. E proprio a quest’area gli inquirenti sono arrivati rintracciando due sim straniere, attivate su telefoni criptati, che sarebbero state usate per preparare l’omicidio di Boiocchi.
Il gip di Milano mette in risalto “le modalità assolutamente professionali” con cui è stato preparato ed eseguito l’omicidio: “Sono state utilizzate utenze olandesi applicate su telefoni cellulari modello Google Pixel sui quali erano state installate applicazioni di messaggistica istantanea criptata con tecnologia di comunicazione Pgp, non intercettabili con gli ordinari strumenti di intercettazione telematica, pertanto in grado di eludere il monitoraggio da parte delle forze dell’ordine”.
Il giorno dell’omicidio queste utenze, dopo essere state localizzate da celle compatibili con l’abitazione del Ferdico, vengono segnalate nei pressi dello stadio Meazza e sul luogo dell’omicidio, per questo gli inquirenti ritengono che siano state impiegate per comunicare i movimenti di Boiocchi dallo stadio verso la sua abitazione, dove poi è stato assassinato. “Dalla ricostruzione dei movimenti dei dispositivi menzionati, è stato verosimile ritenere – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – che dette utenze fossero inizialmente proprio nella disponibilità dei membri della famiglia Ferdico e, una di queste, sia stata affidata agli esecutori del delitto, Simoncini e D’Alessandro”.
Le stesse utenze vengono localizzate proprio tra Soriano e Gerocarne, “dove hanno prevalentemente agganciato gli apparati radiomobili nella disponibilità di Simoncini”. Ciò è avvenuto non solo pochi giorni dopo il delitto ma “quasi a cadenza mensile nell’arco del 2022”. E sempre alla cella in cui rientra il territorio di Soriano nello stesso anno hanno registrato agganci anche le utenze riconducibili al Ferdico e al D’Alessandro. Il gip conclude rilevando “un vero e proprio collegamento” tra coloro che risultano aver acquistato i telefoni criptati, indicati tra l’altro come collaboratori di un 48enne originario di Stefanaconi, e il territorio calabrese, “nello specifico Soriano Calabro”. Fonte: Gazzetta del Sud