Il procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, conferma che nel mirino delle indagini che hanno portato al fermo di 35 imprenditori c’è anche il gruppo Barbiieri.
“Era tutta una combine, come nel calcio – ha affermato -. Questa è una costola dell’indagine sul clan Muto di Cetraro eseguita a luglio. All’epoca, in manette era finito il capoclan Franco Muto, insieme a molti dei suoi luogotenenti.
“Approfondendo – dice Gratteri – abbiamo scoperto che il maggior imprenditore del cosentino, Barbieri, era d’accordo con i colletti bianchi dei Muto. Lavoravano sempre in cordata, a Cosenza come a Cetraro».
Barbieri si è aggiudicato i più grandi appalti pubblici a Cosenza e provincia dal 2013 al 2015. In particolare, quelli di piazza Fera-Bilotti a Cosenza, quello della nuova funivia di Lorica (funestato anche dalla morte di un operaio) e quello dell’aviosuperficie di Scalea.
Negli ultimi anni è stato protagonista di una escalation imprenditoriale che non è passata inosservata. I legami ipotizzati con i clan chiamano direttamente in causa la politica.
Dal comune di Cosenza alla Regione Calabria. Senza distinzione di colore politico.