‘Ndrangheta e politica, le “prodezze” di Incarnato: un albergo come centro migranti in cambio di voti e una gara “pilotata” (ma bloccata)

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha chiesto nell’ambito del processo Rinascita Scott 1 anno e 6 mesi di reclusione per Gigino Incarnato detto Tic Tac, ex assessore regionale ai Lavori pubblici nella giunta Loiero, da anni braccio destro di Nicola Adamo. La sentenza di primo grado è attesa entro il corrente mese di ottobre. Nel frattempo, Gigino bivacca alla grande a Palazzo dei Bruzi dove ricopre il ruolo di capo di gabinetto a titolo gratuito (‘ppe ri caggi…).

Incarnato, già arrestato, indagato e sotto processo dalla Dda di Catanzaro e da quella di Reggio Calabria era tornato alla ribalta – si fa per dire – a febbraio dello scorso anno perché a Cosenza non gli bastava aver piazzato la figlia ad assessore all’Urbanistica della giunta di Franz Caruso in quota Adamo ma cercava un incarico anche per se stesso e così si sono inventati la formula del capo di gabinetto “senza portafoglio”, ovvero senza compenso. Il che – oltre ad essere una grande menzogna perché i soldi li recupera comunque con i famigerati rimborsi spese – non rende certamente più brillante la sua presenza di faccendiere dentro le stanze “massoniche” di Palazzo dei Bruzi. Una cosa veramente triste, che non può che farci tornare alla mente le sue prodezze. Ecco cosa emerge dagli atti del processo Rinascita Scott. 

1- L’ALBERGO CENTRO MIGRANTI

Trasformare un albergo in un centro d’accoglienza per migranti. Era questa l’idea iniziale dell’imprenditore lametino Pino Cuomo, che si sarebbe rivolto all’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, indicato come elemento inserito nella criminalità organizzata vibonese, per concretizzarla. Giamborino avrebbe contattato Luigi Incarnato, commissario liquidatore della Sorical, la società di gestione delle risorse idriche calabresi, affinchè procurasse a Cuomo un appuntamento con il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, notoriamente sodale di Incarnato. In cambio, avrebbe ottenuto la promessa di sostegno elettorale alle elezioni politiche del 2018.

La vicenda è ricostruita nelle 1.300 pagine dell’inchiesta Rinascita-Scott. Pietro Giamborino è finito in carcere, Luigi Incarnato (segretario regionale del Psi) è stato per diversi mesi ai domiciliari mentre per Cuomo è stata disposta la misura del divieto di dimora in Calabria. Tutti ovviamente sono stati rinviati a giudizio e sono sotto processo da parte della Dda di Catanzaro.

L’accusa per Incarnato, in passato assessore regionale ai Lavori Pubblici, poi commissario della Sorical e adesso “grande elettore” del sindaco di Cosenza Franz Caruso, è di corruzione elettorale. Giamborino avrebbe anche intascato del denaro dall’imprenditore interessato. L’albergo che avrebbe suscitato l’interesse dell’imprenditore era l’hotel Alhambra. Quando l’operazione sembrò sfumare, per le difficoltà tecniche manifestate dal sindaco dell’epoca, Roberto Perrotta (che non è indagato), Giamborino avrebbe proposto all’imprenditore di spostare l’operazione su Vibo Valentia, chiedendo, in ogni caso, che gli fosse corrisposto il denaro pattuito per avergli procurato l’incontro con il sindaco di Paola. A Giamborino la procura distrettuale antimafia di Catanzaro contesta l’aggravante di avere agito per consolidare il potere della ‘ndrina di Piscopio, di cui farebbe parte.

A distanza di qualche mese invece si è appreso che l’operazione, piuttosto che a Vibo, è stata dirottata su Cosenza, in particolare su un bando di 14 milioni della Prefettura e con tanto di successo proprio per la società dell’imprenditore Pino Cuomo, la “Gemes srl” di Lamezia Terme. Una gara milionaria, bandita appunto dalla Prefettura di Cosenza, per assicurare l’accoglienza per due anni a un numero massimo di trecento migranti. La Commissione incaricata di valutare le offerte nell’ambito della Stazione Unica Appaltante della Provincia di Cosenza ha premiato, dunque, proprio Cuomo (guarda un po’ il caso!), aggiudicando il bando alla sua società.

Il presidente della Provincia di Cosenza è Franco Iacucci, già stretto collaboratore di Mario Oliverio alla Regione, elemento di spicco del Pd cosentino e da sempre molto vicino anche a Luigi Incarnato.

La gara, però, è stata aggiudicata solo provvisoriamente perché è stato avviato un subprocedimento di verifica essendo stata ritenuta quella della “Gemes srl” una «offerta anomala». Il prefetto Cinzia Guercio – subentrata alla collega Paola Galeone finita sott’inchiesta per corruzione nel gennaio scorso – pare abbia chiesto tutte le carte relative al bando di gara e alle successive procedure di assegnazione. Non ci voleva uno scienziato per capire dove volevano andare a parare Cuomo e i suoi compari politici… 

Ferma restando la innocenza (fino a prova contraria e definitiva) di Pino Cuomo, l’aggiudicazione di una gara così ingente e relativa alla gestione dei migranti alla società di cui egli ha avuto il 90 per cento delle quote con l’inchiesta di Catanzaro non ancora conclusa, deve aver destato qualche perplessità. E non solo nel prefetto Guercio ma probabilmente pure nel procuratore Gratteri che potrebbe voler vederci chiaro.