‘Ndrangheta e turismo, il capo struttura della Regione Bova preso con le mani nella marmellata

Il capo struttura del Dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria Rodolfo Bova è caduto come un pollo nella trappola della Dda di Catanzaro. Il procuratore Gratteri lo ha preso con le mani nella marmellata mentre utilizzava il suo potere contrattuale per gli interessi di un imprenditore, tale Domenico Galati. I due sono accusati di corruzione per esercizio della funzione. “In particolare – si legge nell’ordinanza – Rodolfo Bova riceveva da Domenico Galati l’importo di 5.000 euro al fine di favorire l’espansione imprenditoriale di questi nel settore dei transfert, condizionando l’esercizio di sostegno al comparto delle società di trasporto riconducibili a Galati”.

Le indagini partono a marzo 2018, quando Galati entrava anche nella vicenda del Tui Magic Life di Pizzo, grazie alla mediazione di Bova. Gli investigatori accertano poi la “spendita da parte di Bova del proprio ruolo istituzionale nei confronti di Calafati Vincenzo (responsabile Tui per la Calabria) affinché a Galati venissero attribuiti i servizi di transfert relativi al villaggio Tui Magic Life di Pizzo.

Qualcosa però va storto: a distanza di qualche mese Galati colloquiava con il dirigente del Dipartimento Anastasi (oggi anch’egli arrestato) dei dettagli del servizio da rendere, rimettendo a Calafati la risoluzione dei possibili conflitti con un’altra società di trasporti interessata all’affare Tui, la Genco”. A maggio 2019 Bova si lamentava del fatto che Galati non avesse ancora avuto il lavoro, addirittura il dirigente regionale – si  legge nell’ordinanza – “compulsava Calafati per il lavoro a Galati ricordandogli di “stargli dietro per quella cosa di Domenico dei pullman”, ricevendo rassicurazioni dall’imprenditore che si riservava di parlarne anche con Anastasi”.

Le indagini hanno documentato come «effettivamente a ostacolare il coinvolgimento di Galati sia stata proprio l’investitura di Genco quale impresa incaricata da Calafati dei transfer da e per il villaggio turistico di Pizzo sulla scorta delle ingerenze su questi esercitate dagli Accorinti… Queste considerazioni – concludono gli inquirenti – «rendono evidente la sussistenza dell’ipotizzato delitto di corruzione per l’esercizio della funzione…. Dagli elementi richiamati è stato infatti possibile delineare la condotta di stabile e continuo asservimento, protrattosi per un consistente lasso temporale, da parte di Bova, capo struttura del Dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria delle prerogative proprie dell’incarico dirigenziale da lui rivestito, agli interessi dell’imprenditore Galati Domenico, che veniva individuato  come soggetto “raccomandato dal presidente della Regione”, e comunque vicino agli esponenti politici, a fronte della dazione di una somma di denaro di euro 5.000″.