‘Ndrangheta in Emilia: i pestaggi del clan Grande Aracri nel carcere di Bologna. Nei guai anche due agenti

Il carcere di Dozza

Aemilia, intimidazioni in carcere: otto arresti del Ros

Pestaggi nel penitenziario di Bologna. Gianluigi Sarcone e Sergio Bolognino, già arrestati a gennaio 2015, si sarebbero avvalsi «della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla ‘ndrangheta». Nei guai anche due agenti di polizia penitenziaria

REGGIO EMILIA. L’esistenza di una gerarchia criminale tra i detenuti nel carcere bolognese della Dozza, con al vertice elementi della ‘Ndrangheta, mandanti di violenze e intimidazioni. È emersa dall’indagine “Reticolo”, filone di “Aemilia” che ha portato i Carabinieri del Ros e dei comandi di Bologna, Modena e Reggio Emilia ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare per otto persone, su richiesta della Dda.

Quattro rispondono di violenza privata e lesioni aggravate dalle modalità mafiose e altri quattro, tra cui due agenti di polizia penitenziaria, di detenzione di stupefacenti.

Gianluigi Sarcone e Sergio Bolognino, imputati nel processo Aemilia e fratelli di due figure apicali della cosca emiliana, sarebbero stati mandanti di un pestaggio ai danni di un detenuto nella sezione “Alta sicurezza”, punito perché irrispettoso e refrattario alle disposizioni imposte, a dimostrazione, per gli investigatori, della supremazia riconosciuta agli ‘ndranghetisti da parte di detenuti legati alla Camorra.

Le indagini, supportate da intercettazioni e pedinamenti, sono state rafforzate dalla dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Sarcone e Bolognino, già arrestati a gennaio 2015, si sarebbero avvalsi «della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla ‘ndrangheta», imponendo agli altri detenuti la loro autorità e obbligandoli «a sottostare, con minacce e violenze, alle loro ‘regolè di convivenza.

Esecutori materiali del pestaggio sarebbero due detenuti campani. A margine di questi accertamenti, è emerso che alcuni agenti della polizia penitenziaria avevano allacciato una rete di rapporti illeciti con i detenuti, ai quali veniva consentito di consumare droga. Oltre ai due arrestati, ai domiciliari, ci sarebbero altri due agenti denunciati a piede libero: l’accusa è di aver ceduto cocaina e marijuana, in concorso con detenuti ed ex detenuti, anche all’interno del carcere. I militari in mattinata hanno anche fatto perquisizioni personali e domiciliari.

Fonte: Gazzetta di Reggio