di Davide Milosa
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Primi mesi del 2023, lungo il marciapiede di corso Roma a Cologno Monzese, due uomini camminano fianco a fianco. Stanno parlando. Sono i due capi delle curve di Milan e Inter. Luca Lucci, alias “il Toro”, indossa jeans e scarpe bianche, tiene in mano una sigaretta elettronica mentre Marco Ferdico si è presentato all’appuntamento con indosso il giaccone di ordinanza della curva Nord. I due poi entrano nel bar Italian Drink a pochi metri dal Barber Shop Italian Ink di Luca Lucci. Lo stesso bar è gestito da un suo fedelissimo. E più che servire caffè e brioche si è rivelato nel corso delle indagini della Procura di Milano il vero ufficio dove il capo ultrà ha gestito buona parte dei suoi affari. Su tutti, quelli in condivisione con con i cugini nerazzurri.
Sono decine, infatti, gli incontri immortalati dagli investigatori a dimostrazione, ancora una volta, dell’ormai noto patto di non belligeranza che ha dato vita almeno negli ultimi due anni a un vero e proprio comitato d’affari milionario.
Quel giorno Lucci e Ferdico entrano nel bar, c’è da appianare una questione: la figura di Francesco Intagliata, personaggio vicino a Cosa Nostra che non va a genio a Lucci per alcune “male azioni”. E visto che Intagliata è nel direttivo dell ’Inter, Lucci ha fatto sapere a Ferdico e ad Andrea Berett a: “Tutte le cose che facciamo insieme e rispetto con Andrea (Beretta, ndr), se tra le tue fila c’è gente che non è buona non puoi più avere a che fare con me, e quindi dividiamoci”
INTAGLIATA così sarà sacrificato sull’altare degli affari. Del resto, nel nome del patto anche Cristian Rosiello, ex guardiaspalle di Fedez, sarà protagonista di un’offesa a un personaggio vicino alla curva Nord. E per questo sarà punito da Lucci che farà sapere a Beretta: “Chiede scusa lui, da parte sua sapeva già tutto (…) ha detto che è un mongoloide, ha sbagliato e che prenderà provvedimenti lui adesso per quanto è un suo amico gli vuole un bene dell’anima, eh però purtroppo quando fa cazzate lo declasserò lo toglierò dal direttivo”. Questione anche questa che sarà risolta ai tavolini del bar-ufficio di Lucci. Qui di casa sono tutti i personaggi vicini al Toro, dalla contabile Marianna Tedesco all’uomo dei concerti legato a Fedez, Islam Hagag, da Fabiano Capuzzo ad Alessandro Sticco detto “Shrek”. Di casa è anche il cantante Emis Killa, perquisito ieri, ma non indagato. L’artista ad aprile del 2023 viene immortalato mentre fuma accanto al bar mentre sta facendo il suo ingresso Francesco Terlizzi detto “Francone”, ex protagonista de L’isola dei Famosi, e uomo vicino alla cosca Flachi.
Con il passare dei mesi, gli incontri si fanno sempre più frequenti perché, come già emerso, c’è da pianificare la spartizione della vendita dei biglietti per la finale di Champions tra Inter e Manchester City. Il progetto nasce ad aprile, ma è a maggio che gli uomini dei due direttivi pianificano il tutto ai tavolini del bar di corso Roma.
In un primo momento a far visita al capo della curva Sud è Andrea Beretta che si presenta in maglietta e pantaloncini corti e subito abbraccia prima Daniele Cataldo detto “Sette pistole”e poi i fratelli Lucci. Nei giorni successivi arriverà anche Antonio Bellocco.
Maglietta e pantaloncini bianchi, il rampollo della ’ndrangheta di Rosarno è accompagnato dal suo fiduciario Ferdico. In un altro appuntamento si presenterà anche Gianfranco Ferdico, padre di Marco e all’incontro davanti al bar parteciperà Fabiano Capuzzo, uomo in più di Lucci con diversi precedenti e che questa estate è stato ospite di Fedez in Costa Smeralda.
Insomma il patto d’affari in presa diretta. Un patto che si concretizzerà anche nella scelta da parte degli interisti di esporre lo striscione unico curva Nord. È lo stesso Ferdico che, intercettato, spiega in modo chiaro la volontà di copiare in tutto e per tutto la coreografia della curva Sud riportando addirittura allo stadio il gruppo degli Irriducibili cacciati poche settimane prima per volontà dello stesso Bellocco e facendosi consegnare dai rappresentanti dei vari gruppi i loro striscioni. E così spiega: “La curva del Milan comunque è un esempio, io voglio mettere curva Nord più piccolo, rifarlo di 25 metri, non mi serve 150 metri con i simboli! Curva Nord Milano via ’sto cazzo di 1969! A me del 1969 me ne sbatto i coglioni, non mi appartiene! Sotto curva Nord a quelli che ti ho detto, gli fai una proposta, però tu sai! Ce ne deve passare di acqua sotto i ponti! Tutto il primo anello! Irriducibili, enorme! Irriducibili Milano! E fai come hanno fatto Fratellanza rossonera, io sono uscito già a parlare con loro, non vedono l’ora di fare quello che dice eh… l’amichetto!”. Ossia Bellocco.
DEL RESTO la conferma in qualche modo della sudditanza della Nord rispetto alla Sud la spiega bene lo stesso Intagliata: “Basta guardare gli accordi col Milan che si sono dati, hanno fatto l’unione unificata come il Milan, lo striscione, cose varie, hanno fatto tutto come il Milan, sono succubi di quelli del Milan”. Il tutto, si scoprirà poi, solo nel nome degli affari.
Ma ai tavolini dell’Italian Drink, Lucci non discute solo di soldi. Come per il caso Intagliata, al bar dirime anche controversie. Come nell’aprile del 2023 quando a Cologno Monzese gli investigatori immortalano un incontro di grande rilievo tra Luca Lucci e Gianluca De Marino capo ultrà del Napoli legato al clan Misso del Rione Sanità con diversi precedenti. I due discutono su alcuni screzi tra tifoserie. Tutto si appacifica. Sempre Lucci farà da mediatore per un incontro tra Giancarlo Capelli detto “il Barone” figura storica della Sud e Alessandro Cosentino capo del gruppo ultrà Fedayn e collegato al clan della camorra romana del boss Michele Senese detto “’O Pazzo”. Futuro, ma anche passato. Lucci davanti al suo bar incontra anche Carlo Giacominelli già capo delle Brigate rossonere e soprannominato “il chirurgo” per la sua abilità con il coltello. Ricorda la Procura: “Nel 1983 Giacominelli è stato arrestato per rissa durante gli scontri tra tifosi dopo la partita Perugia-Milan. Il 29 gennaio 1995 partecipò agli scontri svoltisi a Genova tra tifosi genoani e milanisti prima della partita Genoa-Milan, a seguito dei quali perse la vita il tifoso genoano Vincenzo Spagnuolo”. Giacominelli non sarà né indagato né condannato per quel fatto.
CON IL CHIRURGO, Lucci spiega di temere un nuovo arresto. Si sfoga così: “Due anni nel 2009 vecchio. Sempre problemi: domiciliari, affidamento, sorveglianza speciale, affidamento, domiciliari adesso vediamo se arriva qualcos’altro, speriamo che mi mettano ai domiciliari”.
In un altro fotogramma si osservano Lucci e Capuzzo intenti a maneggiare una sigaretta elettronica. Il loro dubbio è che vi sia una microspia. Alla fine Capuzzo la romperà prendendola a calci. Insomma il bar Lucci oggi rappresenta il vero simbolo di questo doppio mondo, tra criminalità e ultras.