BOLOGNA – Sedici ordinanze di custodia cautelare in carcere, settantadue indagati, cento perquisizioni e il sequestro di beni per diversi milioni di euro. Sono questi i numeri di una maxi operazione che la squadra mobile di Bologna, coordinata dalla Dda, ha eseguito nel corso della scorsa notte.
Secondo le prime indiscrezioni oltre 300 poliziotti sono entrati in azione nelle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Crotone, per eseguire le misure ordinate dal Gip del capoluogo emiliano. Al centro dell’inchiesta un clan della ‘ndrangheta considerato, come nel sistema “Aemilia”, una costola della cosca Grande Aracri di Curtro. Tra i nomi che figurano nell’ordinanza di custodia cautelare anche quello di un politico che avrebbe avuto con alcuni boss calabresi legami piuttosto solidi.
Si tratta di Giuseppe Caruso, presidente del Consiglio comunale di Piacenza ed esponente politico locale di Fratelli d’Italia, tra gli arrestati nella notte dalla squadra mobile, su ordine della Dda di Bologna, nell’operazione Grimilde.
Tra i sedici destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse c’è anche il boss Francesco Grande Aracri, oltre ai figli Salvatore e Paolo. Francesco Grande Aracri, già condannato per associazione mafiosa, viveva a Brescello, in provincia di Reggio Emilia. “Nessuna tregua e nessuna tolleranza per i boss, avanti tutta contro i clan” commenta il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Caruso, presidente del consiglio comunale di Piacenza, esponente politico piacentino di Fratelli d’Italia e funzionario dell’Agenzia delle Dogane, sarebbe parte integrante, secondo gli investigatori, dell’organizzazione criminale. Secondo le accuse, grazie al suo ruolo di funzionario all’Agenzia delle Dogane favorì la cosca (a cui appartiene secondo gli investigatori) in una truffa all’Unione europea in tema di agricoltura.
Secondo la Dda di Bologna (l’inchiesta è affidata al pm Beatrice Ronchi) il clan era attivo nel giro delle estorsioni, dell’usura e del riciclaggio che metteva in pratica grazie ad una fitta rete di insospettabili prestanome. Nel corso della nottata i poliziotti hanno anche eseguito una serie di sequestri preventivi. I sigilli della Stato sono stati affissi ad una serie di società, ad attività commerciali e del campo della ristorazione, e a diversi conti correnti bancari.
Fonte: Repubblica