Villa con piscina, assegni e soldi in contanti, una Mercedes, 13 cellulari, 12 carte di credito, un documento falso intestato a Francesco Antonio Capeletto e un passaporto brasiliano. Questa, però, è solo la seconda vita di Rocco Morabito, originario di Africo e da sempre esponente di primo piano della ‘ndrangheta calabrese. Latitante da 25 anni, Morabito è stato arrestato in Uruguay, nella località di Punta del Este, dove viveva da almeno 10 anni con la moglie angolana con passaporto portoghese. Al momento della cattura, il boss della Locride (51 anni) si trovava in un hotel a Montevideo e presto sarà estradato nel nostro Paese. L’arresto è stato eseguito dalla polizia uruguaiana.
Morabito era uno dei dieci mafiosi più ricercati d’Italia. Parente dell’anziano boss Giuseppe Morabito, detto “u Tiradrittu”, e dei fratelli Domenico Leo e Giovanni Morabito soprannominati “Scassaporte”, il latitante arrestato in Sud america è uno degli “Africoti” che hanno studiato all’università di Messina nei tempi in cui la ‘ndrangheta si laureava con la pistola sulla cattedra. Stando a una vecchia informativa dei carabinieri di Bologna, infatti, nel 1988 era stato arrestato dalla Procura peloritana per minacce a un docente universitario. La vicenda riguardò anche Bruno Criaco e Annunziato Zavettieri, con cui condivideva un appartamento in via Bellinzona assieme a uno studente di medicina veterinaria, il giordano Hassen Khamayis, parente di Waleed Issa Khamayis, sospettato di traffico internazionale di armi e droga.