Nel libro del generale Vannacci manca la “soluzione finale”

Non tutti i libri sono scritti per essere letti, e quello del generale Vannacci non lo consigliamo a nessuno. Per capire il suo delirio da frustrato nostalgico nazifascista non serve leggerlo. Bastano le sue dichiarazioni rilasciate a tg e giornali. E non è certo un caso che il generale abbia deciso di pubblicarlo proprio con l’avvento del governo Meloni. Dopo anni di becera propaganda omofoba, razzista, classista, antisemita, che ha permesso alla destra di vincere le elezioni, c’era da aspettarselo che il sopito e mai scomparso fascismo che alberga nell’anima di tanti italiani, venisse a galla. Con un governo di camerati e “ducetti” tutti i fascisti si sentono autorizzati di poter esternare “liberamente” – forti delle promesse elettorali ideologiche espresse da autorevoli membri di questo governo che assicuravano il ritorno in Italia dei virili valori che esaltano la patria, Dio e la famiglia -, tutto il fascismo, sinora represso, che è in loro. Ma un conto, in Italia, sono le promesse elettorali, un altro è governare. E nell’Occidente civile e democratico, nato dalla sconfitta del nazifascismo, non tutti i fascismi si possono esprimere.

Sa bene la Meloni, che può dirsi fascista in privato quanto vuole, di non poter avallare nessuna politica discriminatoria, né tantomeno solidarizzare con il generale Vannacci. Gli alleati americani e europei non glielo permetterebbero. I diritti civili sono per gli americani e gli europei il paravento alla loro politica guerrafondaia, perciò vanno tutelati, perché rappresentano, nell’immaginario collettivo, l’idea stessa di Libertà. In Occidente ognuno è libero di essere quello che è. Lo slogan perfetto per giustificare bombardamenti, guerre, invasioni di paesi che guarda caso non amano, secondo gli americani, la Libertà.

Nel libero Occidente democratico è severamente vietato discriminare, all’interno dei suoi confini, un gay, un nero o un ebreo. Ne va dell’immagine di paesi liberi che la propaganda occidentale diffonde nel resto del mondo in antitesi a quello che succede in paesi come l’Iran e simili. E l’Italia non può sostenere tesi omofobe come quelle che si praticano in Iran e tanti altri paesi sparsi nel mondo. E poi, c’è anche da dire, che il capitalismo non è mai stato razzista, all’interno del sistema, sono tutti produttori, consumatori, e elettori. E i vari La Russa, Salvini, Lollobrigida, che possono avere tutti i busti del duce che vogliono, sanno bene che da questo sistema non si sfugge. È la legge del mercato (e della finanza) che lo dice, e al mercato contano i “contanti”, non la sessualità, l’etnia, o la religione.

È evidente che la situazione è sfuggita di mano alla Meloni che non si aspettava uscite forti come quella del generale. Sperava forse che la sua propaganda fascista gridata in ogni dove restasse nella memoria dei singoli, e che una volta al governo non ci sarebbe stato bisogno di ribadirla. E invece c’è chi ora gli chiede conto di ciò, ma soprattutto in tanti gli chiedono da che parte sta. Ma da che parte sta la Meloni lo ha già detto con le azioni di governo. A cominciare dal blocco navale tanto gridato e mai realizzato, perché impossibile da realizzare. Infatti sono più di 100.000 i profughi giunti in Italia da quando governa il paese. Che dire poi “dell’Italia agli italiani”: siamo più che mai una colonia americana, con un governo totalmente asservito alle lobby finanziarie e alle multinazionali straniere che ogni giorno portano via dalle tasche degli italiani miliardi di euro.  Senza parlare del suo filoputinismo preelettorale che si è subito trasformato, una volta al governo, in filoamericanismo sfrenato. Più chiaro di così. Gli unici nemici che è riuscita a dare in pasto agli affamati fascisti che l’hanno sostenuta, sono i poveri, i disoccupati, i deboli, gli operai, gli anarchici e i centri sociali. Ma non sono bastati a placare la fame di fascismo dei suoi sostenitori che rivendicano la libertà di pensiero, di cui si è fatto portavoce il generale che dice di interpretare il pensiero della maggioranza degli italiani, anche evocando chiaramente il quando c’era Lui.

L’istigazione all’odio razziale e di genere è da considerarsi, nell’Occidente libero e democratico, secondo il generale e autorevoli membri di questo governo, un libero pensiero che non merita più censura. La Libertà vale per tutti, anche per i fascisti, secondo Vannacci, che sono liberi di odiare chi gli pare, e di dare dell’anormale a chi non è “cristiano, etero e bianco” come loro. Una aberrazione che non può essere legittimata, e neanche lontanamente accostata alla Libertà. Chi si pone superiore agli altri, per cultura, etnia, religione, non è certo uno che ama la Libertà. Di sicuro la sua, ma non quella degli altri. E niente è più lontano dalla negazione della Libertà. Senza solidarietà, fratellanza, umanità, nessuno è veramente libero: il fascismo è storicamente la negazione della Libertà. Ed è per questo che vorremmo chiedere al generale se ha previsto, dopo aver scritto che i gay e i negri sono anormali, e non possono certo vivere insieme ai normali come lui, una qualche “soluzione finale” per evitare che gli stessi continuino a mescolarsi e a manifestare alla luce del sole le loro devianze nella nostra sana, ariana, cristiana e libera società. Lo chiediamo giusto per capire se tutta questa storia è la solita provocazione tutta interna ai camerati che giocano a chi ce l’ha più duro, oppure se c’è qualcuno, in questo delirio, disposto a spingersi fino a tanto.