Niente assistenza per Anna Francesca: domani protesta delle mamme al Comune

Mario Occhiuto non si smentisce mai. Promette a tutti: posti di lavoro, assistenza, soldi, affari. Insomma, non è una novità e ci sarà anche qualche motivo se tutta la città lo chiama il cazzaro.
Domani mattina tuttavia avrà una brutta gatta da pelare perché dalle 11 alle 12 gli piomberà davanti a Palazzo dei Bruzi un foltissimo gruppo di mamme, iscritte al gruppo Macs-Mamme a Cosenza (che conta 8mila iscritte).
Porteranno tantissimi fiori e daranno vita ad una manifestazione di protesta perché il sindaco e il suo staff non hanno ancora trovato una soluzione al caso di Anna Francesca, una bambina di 4 anni affetta da una malattia rara e alla quale il Comune ha negato l’assistenza dopo le solite mille promesse. 

Riportiamo di seguito un articolo di Saverio Paletta, pubblicato da “Il Garantista”, che illustrava il caso della piccola.

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Rara è rara: becca un bambino su cinquemila. Ma rara non vuol dire improbabile: all’Ospedale dell’Annunziata sono stati operati circa ottantasei piccoli pazienti, provenienti da tutta la Calabria e non pochi di loro da Cosenza.

Il nome di questa patologia è piuttosto difficile, come i nomi di tutte le malattie rare, alle quali non si pensa a dare un nome comune. Si chiama Hirschsprung o Megacolon congenito agangliare ed è una malformazione dell’intestino che, a primo acchito, somiglia a una stipsi, solo che è più grave, nella forma (perché irrisolvibile coi lassativi tradizionali) e nella sostanza. Già. Questa malattia somma il fastidio, già descritto, al pericolo: l’intestino dei piccoli malati va progressivamente in necrosi e l’unico intervento efficace è quello chirurgico.

E non finisce qui, visto che alla sintomatologia fastidiosa e alla prognosi ad alto rischio deve essere sommato, in vari casi, il disagio sociale dei piccoli infermi, che, finché non sono guariti (e non tutti guariscono o guariscono in tempi rapidi), hanno poca assistenza nella vita quotidiana.

È il caso della piccola Anna Francesca Pantusa. «Il Megacolon le è stato diagnosticato oltre un anno e mezzo fa», racconta Annarosa Bottalico, la mamma. E sulle prime non era stato neppure difficile scolarizzare la bambina: «Era stata iscritta regolarmente all’asilo, ma poi abbiamo dovuto ritirarla proprio a causa dei suoi disturbi».

Quali? Occorre continuare il racconto del calvario medico di Anna Francesca per mettere un po’ più a fuoco la situazione. La piccola, una volta ricevuta la diagnosi, è stata sottoposta a un delicato intervento, che consiste nell’asportazione della parte “morta” di intestino e nella sua conseguente ricostruzione. Ma l’intervento salvifico ha avuto un suo fastidioso effetto collaterale: per dirla con una metafora, i sintomi da stipsi si sono trasformati nell’esatto contrario.

Quindi è risultato quasi impossibile iscrivere la piccola all’asilo. «Le strutture cittadine non ci hanno detto di no», spiega ancora mamma Annarosa, «ma occorre trovarle un addetto alla persona». Cioè un assistente che segua la bambina per tutto l’orario scolastico. Il che, in tempi di crisi, non è facilissimo: questo compito, tra l’altro, non spetta neppure ai docenti di sostegno e l’unico ente che può fornire risposte è il Comune.

A cui Annarosa e Antonello Pantusa (il papà della piccola) si sono già rivolti con lettere e denunce. Inviate a Comune, Provincia, assessori competenti e sindaco quasi contestualmente all’apertura di una pratica presso l’Inps per far riconoscere allo Stato l’invalidità della piccola.

Il tutto, finora, senza risposte (purtroppo e come sempre capita…). L’ultimo tentativo disperato di Annarosa risale a ieri mattina: la donna si è letteralmente “barricata” in Provincia per poter parlare con Mario Occhiuto dopo essere stata “rimbalzata” da un ufficio all’altro. La situazione kafkiana si è interrotta dopo l’intervento di Alessandra De Rosa, ex assessora comunale al Welfare e attuale consulente del Comune: la De Rosa ha assicurato il proprio impegno. Bastera?

Saverio Paletta

Purtroppo non è bastato. La De Rosa per un certo periodo aveva trovato un’accompagnatrice ma, poiché è stata presa in grave ritardo, il periodo di relativa tranquillità per Anna Francesca è durato poco e la bambina ha dovuto smettere di frequentare l’asilo. 

Da qui la nuova protesta della signora Annarita, della sua famiglia e delle mamme che le sono solidali. Domani saranno tutti a Palazzo dei Bruzi per protestare contro il sindaco-cazzaro. E questa volta Occhiuto non potrà chiamare né avvocati né altri difensori.

Sarà solo con la sua coscienza. E i suoi lecchini di sempre. Lautamente pagati.