Era ora! Finalmente un governo che ha il coraggio di dire, anzi di chiamare le cose con il proprio nome: le tasse in Italia sono un pizzo di stato. A dirlo è il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aggiunge: “non si può continuare a tartassare gli italiani mentre le multinazionali evadono il fisco”. Brava, anzi bravissima. Tartassiamo i ricchi e liberiamo i poveri dal pizzo di stato. Una bella espressione che racchiude un messaggio chiaro e di speranza a tutti i vessati dallo stato malandrino: ribellarsi al pizzo è giusto, non pagare le tasse, di conseguenza, un atto di giustizia sociale. Evadere, eludere, raggirare il fisco non vanno considerate pratiche illegali per la Meloni, ma la giusta risposta “politica” di chi è stanco di subire continue estorsioni da uno stato che si comporta come la mafia. Già, perché il termine “pizzo” usato dalla Meloni appartiene alla nefasta logica mafiosa. Solo i mafiosi chiedono il pizzo, e se lo accosti allo stato, dai del mafioso allo stato. Per la Meloni lo stato italiano si comporta, quando chiede le tasse, come un onorato picciotto che pretende la tangente dal commerciante sempre, anche quando non ha incassato niente. Siamo d’accordo con la Meloni (chi l’avrebbe mai detto).
Diciamolo: nessuno si sarebbe mai aspettato da una fascista una affermazione del genere, una vera e propria istigazione alla disobbedienza sociale tipica di una certa cultura sovversiva di sinistra: quando una legge è ingiusta, è giusto infrangerla. Nessun presidente del Consiglio prima di lei aveva avuto questo coraggio: aizzare il popolo ad evadere l’IVA con ogni mezzo necessario. Manco Luther King, Gandhi, Malcom X, Berlusconi, Prodi, Bertinotti, Letta, D’Alema erano arrivati a tanto. Forse solo Sant’Agostino aveva osato dire qualcosa di simile alle sante parole pronunciate dalla Meloni, sull’infrangere le leggi ingiuste, a Catania. Dare vita, finalmente, alla ribellione sociale, è quello che gli italiani ora devono fare, seguendo l’incitamento della Meloni: evadere le tasse a più non posso, portare finalmente quel meschino 70% di evasione sull’IVA (su circa 100 miliardi di euro di evasione fiscale come dice il rapporto stilato dal ministero dell’Economia e delle Finanze il 70% è riconducibile all’evasione dell’IVA, piccoli esercenti, e lavoro autonomo) al 100%. Una impresa ora possibile, perché a dirlo è il governo, e nessuno da questo atto di legittima ribellione patirà conseguenze. Garantisce Meloni, anche perché è lei che lo ha detto. L’occasione che tutti stavamo aspettando.
Ora è tempo di agire, niente più scontrini, fatture, bolle, ricevute, solo nero, tutto a nero e in contanti possibilmente. Se non è questa una forma di Comunismo, diteci voi cos’è. Una cosa è certa, noi seguiremo l’incitamento della Meloni, evaderemo tutto quello che si può evadere come se non ci fosse un domani, cose che consigliamo a tutti. Una occasione così quando ci ricapiterà? Grazie presidente Meloni, viva l’evasione, viva il Comunismo.