Si inizia oggi!
Il Ponte sullo Stretto è l’emblema di una visione del mondo secondo cui tutto è merce di scambio da cui trarre profitto – il paesaggio, l’aria, la terra e la stessa vita umana. L’ingranaggio di un sistema che accentra le decisioni imponendo cantieri infiniti, aree militarizzate e zone interdette che divorano il futuro. Una eterna incompiuta che vorrebbero imporci come destino. C’è però un’altra storia che possiamo scrivere insieme. Quella di chi si libera dal mito di un progresso onnivoro e illimitato, spacciato come cura. La storia di chi abita e conosce questo Stretto non come uno spazio da colonizzare, ma come un territorio attraversato da bisogni a cui dare risposta.
𝐂𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚’ 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐢 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞🚧🌊
𝑼𝒏𝒂 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒐 𝑺𝒕𝒓𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂 𝒊𝒏𝒕𝒓𝒆𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒗𝒐𝒄𝒊, 𝒓𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒏𝒛𝒆 𝒆 𝒊𝒎𝒎𝒂𝒈𝒊𝒏𝒂𝒓𝒊 – Il 17 e 18 maggio due giorni di confronti e dibattiti a Messina
Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.
Il Ponte sullo Stretto è l’emblema di una visione del mondo secondo cui tutto è merce di scambio da cui trarre profitto – il paesaggio, l’aria, la terra e la stessa vita umana. L’ingranaggio di un sistema che accentra le decisioni imponendo cantieri infiniti, aree militarizzate e zone interdette che divorano il futuro. Una eterna incompiuta che vorrebbero imporci come destino.
C’è però un’altra storia che possiamo scrivere insieme. Quella di chi si libera dal mito di un progresso onnivoro e illimitato, spacciato come cura. La storia di chi abita e conosce questo Stretto non come uno spazio da colonizzare, ma come un territorio attraversato da bisogni a cui dare risposta.
❓Come non pensare al gravissimo dissesto idrogeologico, al collasso della sanità pubblica, ad un sistema di trasporti datato e fatiscente❓
I territori non sono pagine bianche su cui imprimere decisioni dall’alto. Sono spazi vissuti, intrecci di relazioni, memorie, possibilità.
Per questo chiamiamo singoli, collettivi, associazioni, realtà organizzate e movimenti, dallo Stretto e oltre, a unirsi in una due giorni di confronto, intreccio di voci e resistenze. Un momento per dare corpo, gambe e cuore a immaginari diversi, per costruire spazi di discussione aperti, per radicare le nostre lotte in visioni collettive.
Questa iniziativa si inserisce in un percorso di lotta e confronto che ha già preso forma nell’iniziativa “LA CITTÀ CANTIERE”, organizzata a marzo dello scorso anno al Forte San Jachiddu. In quella occasione abbiamo riflettuto insieme sulla devastazione che si profila all’orizzonte e sulle forme di lotta necessarie a contrastarla. Oggi, con questa nuova chiamata, vogliamo rafforzare quel cammino, consolidare le connessioni già avviate e aprire nuovi spazi di confronto e azione condivisa.
Sappiamo che il Ponte sullo Stretto non è un caso isolato, ma parte di un modello che si ripete ovunque: dalla TAV in Val di Susa, passando per le devastazioni ambientali in nome della transizione energetica, fino alle speculazioni legate alle grandi infrastrutture inutili e dannose. Questo progetto è figlio di una governance che impone decisioni dall’alto, sottrae voce alle comunità e trasforma i territori in merce. Per questo, pensiamo sia fondamentale ritrovarci e intrecciare esperienze.
Vogliamo fermarci, guardarci negli occhi e chiederci: come smontare l’idea di sviluppo che ci viene imposta❓ Come opporci alla città cantiere che si profila all’orizzonte❓ Come tessere insieme un’alternativa che non sia solo difesa, ma possibilità di futuro❓
𝐓𝐀𝐕𝐎𝐋𝐈 𝐓𝐄𝐌𝐀𝐓𝐈𝐂𝐈:
📌𝐓𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 – contro il mito delle Grandi Opere immaginare altri modi di vivere i territori
📌𝐎𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨 – Resistere alla devastazione, riappropriarsi delle scelte, reinventare economie di misura
📌𝐋𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚’ 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞 – Militarizzazione, espropri, speculazione: come organizzarci per contrastare l’assedio?
📌𝐏𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 – Esperienze di lotta, conflitti territoriali, intrecci di voci e percorsi condivisi difronte alla criminalizzazione dei movimenti
IL PROGRAMMA

Non solo per fermare il Ponte, ma per costruire insieme ciò che verrà.
(Evento organizzato da Assemblea No Ponte, uno spazio di incontro tra singoli, collettivi e associazioni che da febbraio 2025 si riunisce in maniera orizzontale per confrontarsi e coordinarsi su analisi e prospettive della lotta per preservare lo Stretto)


