Nocera Terinese, quei “padroni occulti” delle elezioni 2018

Le elezioni comunali di Nocera Terinese del 2018 sono un punto centrale nell’inchiesta “Alibante”. In quell’occasione due ex sindaci, Luigi Ferlaino e Pasquale Motta, «entrambi incandidabili – si legge nelle carte – organizzavano» una lista civica guidata da Massimo Pandolfo che riceveva, precisa il gip, «l’avallo e l’appoggio decisivo di Carmelo Bagalà», cioè il «capo storico» della cosca.

Motta e Ferlaino sarebbero stati «padroni occulti» di una compagine ridotta «ad un involucro di prestanome compiacenti». La Dda accusa Motta di concorso esterno – «pur non potendosi ritenere inserito stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, di fatto svolgeva in maniera preponderante la funzione di referente politico del boss» – ma il gip ha negato la misura cautelare non ravvisando la «dolosa sinergia» tra lui e Bagalà. Per il gip «Motta risultava essersi accordato con Luigi Ferlaino al fine di pilotare le competizioni elettorali in maniera del tutto autonoma e indipendente rispetto a Carmelo Bagalà, del cui intervento in campagna elettorale sembrava comunque essere a conoscenza». 

Gli inquirenti puntano i riflettori anche sul connubio tra Ferlaino e alcuni funzionari comunali compiacenti e totalmente asserviti alle sue richieste. Tra questi il punto di riferimento indiscusso sarebbe stato Giovanni Eugenio Macchione, responsabile dell’ufficio amministrativo finito ai domiciliari – al pari di Ferlaino, accusato di concorso esterno – per l’accusa di corruzione nell’esercizio della funzione. Il funzionario è gravemente indiziato anche di corruzione elettorale e di rivelazione di segreti d’ufficio e le valutazioni del gip sono durissime: “Ha fatto sistematico mercimonio della funzione amministrativa rivestita vendendosi, di volta in volta, al miglior offerente anche in vista di guadagni minimi se non addirittura risibili”.