Numero chiuso a Medicina, una lunga storia di libertà negata e le chiacchiere “gattopardesche” della Bernini

A presentare una proposta di Legge per introdurre il numero chiuso presso le facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria fu nel 1997, tramite apposito decreto, l’allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ortensio Zecchino. Il Decreto divenne legge 264/99 durante il governo D’Alema nel 1999, e quello che doveva essere un filtro “temporaneo” per fare in modo che non ci fossero troppi medici in giro, di fatto, rappresentò, una permanente, drastica limitazione della libertà individuale degli studenti. Infatti il dubbio che generò questo provvedimento fu questo: ma lo Stato, appena un giovane si laurea, gli fornisce un posto di lavoro? Assolutamente no! Ed allora perché, visto che ci sono tanti disoccupati laureati in molte altre discipline, non si dovrebbe dare ai ragazzi la possibilità di scegliere la facoltà congeniale alle loro attitudini e fare il medico disoccupato?

Ecco, questa domanda, da allora, è rimasta senza risposta. Adesso, la Ministra Bernini ha fatto una cosa meravigliosa: ha aperto a tutti le facoltà di Medicina, odontoiatria e veterinaria, ma lo ha fatto “a nonna” (come di dice dalle nostre parti). Praticamente uno studente si iscrive a Medicina, ovviamente paga le tasse per l’anno accademico in corso e, così come è doveroso, dà gli esami che deve dare.

Bene, ma fatto questo passaggio obbligato, nessuno gli garantisce che, nonostante l’impegno profuso ed il profitto maturato sufficiente o anche buono, possa continuare gli studi di Medicina, perché dopo 6 mesi si farà una graduatoria nazionale  (anche questa a nonna) ed il giovane studente, quello NON RACCOMANDATO verrà sbattuto fuori. Tant’è che tutti gli studenti che si iscriveranno a Medicina, ad Odontoiatria, oppure a Veterinaria, comunque dovranno comunicare una facoltà di ripiego dove, nella maggior parte dei casi, I NON RACCOMANDATI continueranno il loro corso di studi. Insomma “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Destra, sinistra, centro, poco importa: tutto rimane immutato ed immutabile… Come nel Gattopardo…
Cordiali saluti