Nuovo Ospedale di Cosenza, quando il potere divora se stesso (di Matteo Olivieri)

di Matteo Olivieri

Non è una novità che la politica si nutra di slogan. Non è neppure una novità che le promesse elettorali si moltiplichino in vista delle campagne elettorali. Ma che la politica si appropri di parole-chiave derivate dal mondo della ricerca per piegarle ai propri interessi e svuotarle di contenuti, questa sì che è una irritante novità.

La parola-chiave del momento pare essere “sostenibilità economica, sociale e ambientale”, un modo sofisticato per dire che un investimento rende tutti felici e contenti, poiché ci guadagna la natura, la società e l’economia. Un concetto che punta a rivoluzionare le tradizionali logiche di mercato ma che, se finisce nelle mani sbagliate, rischia di diventare un nuovo modo per eliminare ogni forma di dissenso. Questa parola-chiave la troviamo usata con dovizia anche nel caso del progetto “Nuovo Ospedale di Vaglio Lise”, la cui scadenza per la presentazione dei progetti era fissata alle ore 12.00 del giorno 24 Maggio 2016.

palazzo ex carime A giudicare dalle notizie che già circolano in rete da giorni (con tanto di elaborazioni grafiche, sebbene le procedure di gara siano ancora in corso di valutazione), pare confermato che il nuovo ospedale sorgerà a Vaglio Lise alle spalle dei Palazzi della Provincia, in un sito che oggi ospita il deposito merci delle Ferrovie dello Stato. Una scelta che i sostenitori dell’opera si sono affrettati a definire “strategica” a motivo della posizione baricentrica rispetto all’area urbana e per la facilità di collegamento alle vie di comunicazione veloce, ma che si rivela assai problematica, per altri motivi.

Un primo motivo è per esempio che nel disciplinare di gara, si dice che lo studio di fattibilità per la realizzazione del Nuovo Ospedale di Cosenza dovrà essere fatto da apposita commissione ancora da nominare, tenendo conto di tre ipotesi localizzative

Ipotesi nr. 1) Area attualmente occupata dal plesso ospedaliero dell’“Annunziata”, con eventuale acquisizione, mediante espropriazione per pubblica utilità, di aree private nell’area compresa tra lo stesso plesso ed il complesso ospedaliero del “Mariano Santo”.

Ipotesi nr. 2): Area in località “Vaglio Lise”.

Ipotesi nr. 3) In accordo a quanto previsto dall’art.14, comma 2, del D.P.R. 207/2010, analizzare tutte le possibili ipotesi localizzative alternative a quelle sopra indicate, sempre nel territorio del comune di Cosenza.

Quindi, davvero non si capisce come mai si sia deciso di annunciare anzitempo che la localizzazione del Nuovo Ospedale di Cosenza sarà Vaglio Lise, quando ancora si attende la nomina della commissione giudicatrice. Per quale motivo affidare ad una commissione il compito di valutare la localizzazione più favorevole dei progetti se qualcuno (chi?) ha già deciso?

Un secondo motivo di perplessità riguarda il fatto che la scelta del sito rivela una sostanziale non conoscenza dei luoghi.

merciInfatti, il sito scelto per l’ospedale prenderebbe parte dell’area che attualmente ospita il deposito merci della Stazione Ferroviaria di Cosenza. Tale sito è indicato come “Area di Ammassamento dei soccorritori e delle risorse” per le grandi emergenze della Protezione Civile con decreto del Prefetto di Cosenza n. 0014945 del 24 Marzo 2014.

Le “aree di ammassamento” sono aree dalle caratteristiche molto particolari: devono essere di almeno 6.000 mq, devono essere al riparo dal rischio di inondazioni o dissesti, devono essere ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e ricettive atte allo smaltimento di acque reflue, e – soprattutto – devono essere poste in prossimità di vie di comunicazione  veloce, in modo tale da essere raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni. Per queste loro caratteristiche di non-vulnerabilità, sono aree destinate ad ospitare persone per un «periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche mese».

In pratica, se sulla città di Cosenza si dovesse malauguratamente abbattere una sciagura tale da rendere necessaria l’evacuazione di migliaia di persone, il sito in questione si presterebbe egregiamente allo scopo. Si tratta infatti di un sito sicuro dal rischio sismico, idraulico e idrogeologico, nonostante la vicinanza prossima del Fiume Crati e alle franose colline di Zumpano.

Ecco che cosa dice in proposito il “Piano di Emergenza Provinciale” della Provincia di Cosenza: “Il Piano di emergenza provinciale, che è stato redatto sulla base delle risultanze dell’aggiornamento Programma di Previsione e Prevenzione dei Rischi, oltre a contenere l’analisi dello scenario ipotizzabile per ogni tipo di rischio derivante da calamità naturali, individua le “aree sicure” necessarie per il coordinamento dell’emergenza a scala provinciale, ed in particolare i Centri Operativi Misti (COM) le Aree di Ammassamento.

Considerata la posizione baricentrica nell’area urbana, il sito è destinato a servire tutta la zona nord di Cosenza, che va dal fiume Busento al torrente Campagnano fino a Castrolibero. Nel caso di Vaglio Lise, a quanto pare, si vorrebbe usare invece almeno un terzo della superficie disponibile per finalità di Protezione Civile per costruirci sopra alcuni padiglioni del nuovo ospedale. Una scelta a dir poco infelice, considerato appunto il fatto che si priverebbe Cosenza di un bene comune di valenza strategica da tutelare e proteggere, pur auspicando che mai debba servire.

Una superficie ad oggi di circa 69.000 mq, in grado di ospitare più di 10 campi base dotati di tende, tensostrutture uso mensa e cucine da campo, servizi igienici, postazioni mediche avanzate e quant’altro. Un sito solo in apparenza abbandonato, ma che potrebbe rivelarsi estremamente utile in caso di emergenza. Costruirci sopra forse non è la decisione migliore. A far due rapidi conti, si tratta infatti di una superficie in grado di dare ricovero ad almeno 3.000 persone in situazione di grave emergenza.

Insomma, un sito altamente sensibile, in grado di assicurare l’insediamento d’emergenza sia a quanti fossero costretti ad abbandonare la propria abitazione sia al relativo personale di soccorso.

In totale, il sito è in grado di ospitare  circa la metà dei ricoveri di emergenza previsti per tutta la città di Cosenza, che – è bene ricordarlo – in qualità di sede del Centro Operativo Misto, svolge anche funzioni di coordinamento per le emergenze nel territorio di Castrolibero.

Per questo motivo, appare incomprensibile pensare di ridefinire l’assetto urbanistico di un’area “sensibile” col semplice tratto di penna di una delibera regionale, poiché la destinazione d’uso del sito risulta vincolato al piano di protezione civile ed è quindi destinata per legge a garantire il funzionamento della città anche in situazioni di emergenza estrema.

Rinunciare ad un sito così prezioso per la sicurezza della popolazione, impone perlomeno l’individuazione preliminare di uno sito sostitutivo, cosa non facile, soprattutto perché di luoghi idonei per assembramenti di massa non se ne trovano molti in città.

cupoGiusto per conoscenza, gli altri siti idonei per i grandi rischi sono il parcheggio ANAS e su Viale Magna Grecia, dove però già si pensa di far sorgere un nuovo Polo Fieristico, centri commerciali ed uno stadio nuovo di zecca. Luoghi che – come tutti sanno – sono di dimensioni inferiori e comunque distanti dalle zone densamente popolate del centro città. Luoghi che qualcuno prima di noi ha deciso in maniera molto lungimirante di lasciare vergini, ma che – evidentemente – oggi si vorrebbe vedere presto cementificati.

E’ bene non prendere alla leggera le indicazioni che ci provengono dagli esperti. Il CNR, nel documento “Aggiornamento del Programma di Previsione e Prevenzione Rischi e del Piano di Emergenza della Provincia di Cosenza” del Settembre 2014, ha classificato la città di Cosenza come “Zona 1 ad alta sismicità”, con “possibilità di terremoti molto forti anche catastrofici”, ed una percentuale di abitazioni ad alta pericolosità sismica pari al 14.9%. E ancora, l’Autorità di Bacino Nazionale nel documento “Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni” del Dicembre 2014 segnala che la città di Cosenza ha un numero di abitanti potenzialmente esposti al rischio di alluvione compreso tra 1.000 e 25.000. Non raccogliere questi allarmi è come il canto delle cicale.

fiumeIl Fiume Crati è un fiume strano. A Cosenza in molti ancora ricordano l’alluvione del 1959, ma in quel tratto di fiume che attraversa la pianura di Vaglio Lise, il livello altimetrico offre una protezione naturale da eventi disastrosi. Non è un caso che si decise di costruire lì il deposito merci, proprio per garantire al meglio il valore dei beni trasportati. Alla luce di questi elementi, risulta davvero incomprensibile come nessuno di questi rischi sia stato esaminato nel documento congiunto Regione Calabria – Azienda Ospedaliera di Cosenza intitolato “Relazione sulle criticità funzionali, strutturali, impiantistiche ed ipotesi di intervento”, che si limita a suggerire l’area di Vaglio Lise sulla base di criteri assai semplicistici, quali la forma sufficientemente regolare del sito, la viabilità di grande comunicazione e le dimensioni adatte ad una struttura ospedaliera.

A ben vedere, la scelta di costruire il Nuovo Ospedale di Cosenza a Vaglio Lise è tutt’altro che una decisione rispettosa dell’economia, dell’ambiente e dei reali bisogni di una società, che diventa ogni giorno più complessa.

Matteo Olivieri