Occhiuto ai magistrati Manzini e De Raho: “Avete paura e vi lasciate condizionare da Iacchite'”

Ogniqualvolta il sindaco Occhiuto parla di noi come giornale, oltre a definirci terroristi, si esprime così: … “il vostro tentativo infatti è proprio quello di scardinare con la violenza la mia Amministrazione (e anche quella di altri enti) condizionando l’opinione pubblica e gli organi dello Stato attraverso pressioni mediatiche. Io sono oggetto da anni di persecuzione mediatica senza avere a disposizione nessuno strumento di difesa; le vostre denunce di ogni tipo mirano infatti a trovare qualche organo dello Stato compiacente e disposto a farmi fuori. Dovranno inventarsi qualcosa però perché la mia Amministrazione è assolutamente trasparente e onesta. La speranza per far fuori un sindaco è sempre quella di trovare un giudice che si presti, o un pezzo deviato dello Stato. Così qualcuno potrà dire che avevate ragione”.

Al di là di quello che legittimamente pensa Occhiuto di noi, in questa sua espressione c’è una accusa ben precisa fatta dal sindaco, che rappresenta in tutto e per tutto le istituzioni, ai magistrati che in questi ultimi anni hanno promosso azioni giudiziarie sull’operato della sua amministrazione. C’è da dire che lo stralcio sopra pubblicato, è solo un piccolo esempio dei tanti commenti del sindaco di questo tenore. Quelli che lui definisce organi dello stato, altro non sono che magistrati.

Ma a chi si riferisce il sindaco? Chi sarebbero questi giudici disposti ad inventarsi inchieste pur di compiacere alla nostra testata? Chi sono questi giudici suggestionabili, influenzabili, e condizionabili che cederebbero alle nostre violente pressioni mediatiche? E poi perché dovrebbero accontentarci? Non c’è dubbio o paura di sbagliare: il sindaco si rivolge alla dottoressa Marisa Manzini  procuratore aggiunto della procura di Cosenza e al dottor Cafiero De Raho già procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, ed oggi procuratore nazionale antimafia. Perché sono gli unici che hanno promosso azioni giudiziarie contro la pubblica amministrazione targata Occhiuto. E guarda il caso tutti e due i magistrati sono intervenuti su specifici argomenti che la nostra testata tratta da sempre: gli appalti spezzatino e la collusione tra politica, imprenditoria e mafia.

Dunque per Occhiuto i due magistrati si sarebbero fatti influenzare da noi e dai nostri articoli farlocchi e, sulla base di chiacchiere e falsi dossier, avrebbero intrapreso azioni penali nei confronti di dirigenti della pubblica amministrazione, ed imprenditori, senza fare né indagini, né verifiche. Solo per far felici noi di Iacchite’.

La dottoressa Manzini, come si sa, ha condotto l’inchiesta sugli appalti spezzatino e le ditte amiche, argomento da noi trattato quasi quotidianamente, indagando nell’ordine: l’ex capogabinetto del sindaco Carmine Potestio, l’ex dirigente esterno Domenico Cucunato (entrambi nominati su atto fiduciario di Occhiuto), il dirigente comunale Carlo Pecoraro, il dirigente comunale Rino Bartucci, e diversi imprenditori.

C’è da dire che nel caso della Manzini forse una spiegazione sul perché dovrebbe farci contenti c’è, ed è quella a cui si riferisce il sindaco: si sa che noi di Iacchite’ non siamo mai stati teneri con la Manzini, l’abbiamo sempre definita una “pettina bambole” proprio per la sua lentezza ed inefficacia nel condurre le inchieste. Ma anche perché riteniamo che nell’inchiesta da lei condotta sugli appalti spezzatino si è limitata ad interdire i dirigenti (il che è servito a mettere una pezza alla dilagante corruzione a palazzo dei Bruzi), senza andare oltre per scoprire eventuali responsabilità politiche. Ed è per questo che spesso la dottoressa Manzini si è trovata in primo piano sulla nostra testata. E secondo Occhiuto, la Manzini, per evitare di farsi appellare da noi come una pettinatrice di bambole, ha pensato di accontentarci promuovendo l’operazione contro i dirigenti, con la speranza di non vedersi più “sbattuta in prima pagina”, inventandosi accuse contro il cerchio magico del sindaco, solo per fare un piacere a noi. Insomma per Occhiuto la Manzini è un magistrato poco serio e condizionabile da un semplice articolo di giornale. Basta dirle che pettina le bambole per farle fare quello che vogliamo. Neanche noi siamo arrivati a pensare tanto della Manzini. Che sappiamo, per certi versi, essere frenata nell’azione giudiziaria da poteri forti che lei si ostina a non denunciare.

Cafiero De Raho, invece, è colui il quale ha promosso l’operazione contro i clan reggini scoprendo la collusione tra gli stessi e l’imprenditore Barbieri, capofila dell’ATI che ha costruito piazza Fera/Bilotti. Un’operazione che ha portato all’arresto dell’imprenditore e di diversi mafiosi. Un argomento che noi abbiamo trattato fino all’estremo, sostenendo non solo l’irregolarità della gara, ma denunciando pubblicamente la palese presenza della ‘ndrangheta in quell’appalto. E per questo abbiamo passato non pochi guai. Su tutti l’episodio messo in atto dai poteri forti che, per farci smettere di scrivere sull’appalto, ci accusarono di aver piazzato una bomba alla questura. Anche qui Cafiero De Raho si è lasciato influenzare dai nostri articoli, e senza svolgere indagini, senza cercare riscontri, ha arrestato il fraterno amico di Occhiuto, Giorgio Ottavio Barbieri, per far piacere a Iacchite’. Solo che nel caso di De Raho una spiegazione sul perché avrebbe dovuto farci questo piacere, non c’è. Noi abbiamo sempre avuto parole d’elogio per questo onesto ed integerrimo magistrato. Ad averne in Calabria di De Raho.

Quindi, anche De Raho per Occhiuto è un magistrato suggestionabile che si lascia influenzare da Iacchite’, ed agisce senza coscienza, né criterio, solo per accontentare noi.

Anche se Occhiuto negherà sempre, è questo quello che ha voluto dire. Ha paura che a forza di suonare il tamburo, alla fine qualcosa succede. Ed è per questo che si ostina nell’arzigogolo sperando che la gente abbocchi. Quando scrivevamo di piazza Fera/Bilotti, diceva così: quello che voi scrivete dell’appalto è frutto di un lavoro di dossieraggio dove mescolate qualche piccolissima verità al verosimile, cercando di rendere credibile una storia che vera non è. Vi inventate le cose, e dite solo bugie.

Salvo poi scoprire, con l’arrivo di De Raho, l’amara (per lui) verità. Lo stesso ha fatto con gli appalti spezzatino e le ditte amiche: siete bugiardi, non è vero, siete solo degli odiatori. Poi è arrivata la Manzini che ha messo a nudo il sistema di corruzione mettendolo, anche qui, di fronte alla nuda verità.

Per Occhiuto il problema non sono i reati commessi dai suoi amichetti, ma i magistrati influenzabili che hanno agito su pressioni mediatiche. Questo è quello che pensa Occhiuto dei magistrati che indagano sul suo operato, su quelli che invece lo hanno sempre coperto come Cozzolino, che va a cena con l’indagato Potestio, non ha mai speso una sola parola. Questi sono bravi magistrati, specie se indagano su di noi e su tutti i suoi nemici. E’ così che la pensa Occhiuto. Che può pensare quello che vuole, ma non può dire che ci siamo inventati le cose per influenzare i magistrati perché a guardare le carte, i reati ci sono, eccome se ci sono… e i magistrati hanno solo fatto il loro dovere. Che per Cosenza, visto come siamo combinati con la corruzione in tribunale, è un evento epocale.