La tre giorni organizzata da Palla Palla all’Università della Calabria, denominata Cantiere – che già di per se rappresenta una offesa a chi nei cantieri veri lavora – è l’ultimo disperato tentativo di quel beone di Oliverio di recuperare terreno all’interno del PD nella speranza di poter contare qualcosa nelle prossime ed imminenti candidature.
Così come hanno fatto in tanti, ad esempio Ferdinando Aiello che da Ciaone/Renzi è passato subito a Battaglia/Minniti, anche Palla Palla, dopo l’esponenziale crescita di Minniti, ha deciso di provarci con lui.
Spera che il prossimo premier possa essere quel pelato dei servizi segreti che ha fatto carriera a botte di dossier ed infamità contro i suoi avversari. Oliverio ha capito che l’aria sta cambiando e la gente non sorride più come un tempo alle chiacchiere di Renzi, impelagato mani e piedi nella vicenda Consip. Una storiaccia che di fatto ha offuscato l’immagine di Renzi con il quale Oliverio, come si sa, non va di pelo. E, forte di questo, non ha perso l’occasione per salire sul carro del probabile futuro vincitore: Minniti. E giù con le leccate al pelato dei servizi segreti che fino a qualche giorno fa pugnalava alle spalle e sparlava di lui a più non posso. Un classico di Palla Palla: va dove ti porta l’interesse (personale).
Oliverio nella tre giorni di Cantiere ha raccontato un sacco di cazzate alle quali possono credere solo personaggi squallidi a lui vicini, come il comunista con il culo degli altri Giudiceandrea. Ha parlato di crescita economica, di turismo alle stelle, di investimenti nella formazione, e tanto altro. Tutte cose che ai calabresi non risultano. Una favola per la stampa di regime alla quale non credono neanche loro.
Le uniche cose concrete che possono attribuirsi a Palla Palla e alla sua azione amministrativa sono: le elargizioni alla sua amante, gli incarichi ai suo amici, e i capitolati d’appalto cuciti su misura a massoni, corrotti e mafiosi. Un magna magna senza fine e che purtroppo per i calabresi continua senza sosta.
Il partito di Minniti, dunque, inizia a prendere forma raccattando il peggio del peggio del PD: mangioni, truffatori, parassiti, ladri, sciacalli, iene, e saprofagi di ogni sorta. Del resto è la natura stessa di Minniti che richiede questo tipo di adesioni: lui con le persone oneste non riesce a starci. E non si fa problemi a dispensare baci di Giuda a questo o a quello.
La caduta di Palla Palla, a questo punto, è solo rimandata. Bisogna sciogliere il nodo della sua sostituzione. Ed è questa l’unica cosa che ha salvato quel beone di Oliverio fino ad ora. Minniti è alla ricerca di una figura autorevole per la presidenza della Regione Calabria. Una persona al di sopra di ogni sospetto che possa far confluire voti da tutti le parti, perché con i soli voti del PD quel pelato dei servizi segreti non va da nessuna parte in Calabria. Perciò se le trattative con Gratteri dovessero andare a buon fine per Oliverio suonerà la campanella. Fino a quel momento, a Minniti, sta bene fare l’amico di tutti: tanto un bacio di Giuda in più o un bacio di Giuda in meno, per lui non fa nessuna differenza.