Disposta la custodia cautelare in carcere per tre persone accusate dell’omicidio di Salvatore Di Cicco (commesso in data 1 settembre 2001) e di Andrea Sacchetti (6 febbraio 2001). Le misure sono state eseguite dai carabinieri di Cosenza supportati dal Comando provinciale di Crotone, emesse dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro. Le indagini del Ros e del Comando provinciale di Cosenza hanno consentito di riscontrare recenti fonti dichiarative relative ai fatti omicidiari, maturati nel contesto degli equilibri tra cosche di ‘ndrangheta, all’epoca operanti nel territorio di Rossano e Corigliano, ricostruendo, a livello indiziario e cautelare (i procedimenti pendono nella fase delle indagini preliminari e necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), la dinamica e la causale dei delitti.
Le persone arrestate sono Rocco Azzaro, esponente di spicco dei clan di Corigliano Rossano, Giuseppe Spagnolo e Giuseppe Nicastri personaggi di rilievo del “locale” di ‘ndrangheta di Cirò. Sui fatti di sangue hanno reso dichiarazioni i pentiti Nicola Acri e Ciro Nigro.
In particolare, relativamente all’omicidio di Di Cicco, scomparso da Sibari l’1 settembre del 2001, senza lasciare alcuna traccia, è stato ricostruito il movente, maturato nel contesto mafioso della Sibaritide, in un sistema di alleanze tra sodalizi operanti sull’area ionica cosentina, con l’avallo dell’articolazione di ‘ndrangheta di Cirò, il “Crimine di Cirò” diretto all’epoca dall’egemone cosca Farao-Marincola. L’omicidio si sarebbe consumato, nella stessa data della scomparsa, in Crucoli, dove l’uomo era stato condotto con un pretesto, quindi attinto con colpi di arma da fuoco con il successivo occultamento del corpo.
Con riferimento all’omicidio Sacchetti, scomparso dal Comune di Rossano il 6 febbraio del 2001, senza lasciare tracce, è stata ricostruita la causale da ricondurre al controllo del commercio delle sostanze stupefacenti da parte della consorteria egemone sul territorio. Anche in questo caso l’omicidio si sarebbe consumato, nella stessa data della scomparsa, all’interno di un’azienda agricola del luogo, ove il giovane era stato condotto con un pretesto e poi attinto con colpi di arma da fuoco, con il successivo occultamento del cadavere. I procedimenti nei confronti degli indagati, rispettivamente, destinatari delle ordinanze cautelari eseguite in data odierna, sono attualmente nella fase delle indagini preliminari.