Omicidio Bergamini, 18^ udienza: Castagnini respinge le falsità della difesa, Benanti ricorda il suo incontro con la Internò

Oggi in Corte d’Assise a Cosenza 18^ udienza del processo per l’omicidio volontario e pluriaggravato di Denis Bergamini. Alla sbarra Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore e unica testimone che continua a sostenere la tesi del suicidio. Dopo le polemiche che hanno portato al rinvio della precedente udienza per il forfait di giudici popolari e testimoni, oggi si sono presentati tutti ad eccezione di Lorella Tagliani, moglie dell’ex calciatore rossoblù Bruno Caneo, risultata irreperibile.

Renzo Castagnini, attuale direttore sportivo del Palermo e capitano del Cosenza alla fine degli anni Ottanta, è stato preso di mira dall’avvocato di Isabella Internò, che aveva l’obiettivo di “provocarlo” rispetto a un presunto giro di scommesse. In aula è stata citata una parte di una intercettazione tra Donata Bergamini e l’ex portiere Gigi Simoni dalla quale, secondo la difesa, sarebbe emerso che Castagnini sapesse qualcosa rispetto a una partita (Cosenza-Empoli) che poi finì con una netta vittoria del Cosenza, a dimostrazione che non c’era nulla di fondato. Evidente il tentativo di far andare in bestia l’ex calciatore, che ha ribadito con forza la sua estraneità ad ogni possibile tentativo di combine, supportato dal pm Primicerio e dagli avvocati della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo e Alessandra Pisa, che hanno riportato l’intercettazione nella sua interezza e hanno smascherato il pacchiano tentativo di pescare nel torbido da parte di Pugliese e della sua cricca.

Ha testimoniato anche Giuliana Tampieri, amica di Bergamini, che trascorse con lui alcune ore dopo la sua ultima partita a Monza. La donna ha affermato che il calciatore era sereno e pieno di vita e nulla lasciava presagire quanto poi accadde. Poi hanno risposto alle domande del pm e degli avvocati le sorelle Paola e Brunella Ricci, che hanno raccontato un episodio risalente all’inaugurazione di un locale a Laurignano proprio nel novembre del 1989, pochi giorni prima della sua morte. Il ricordo delle sorelle Ricci restituisce l’immagine di un ragazzo pensieroso e un po’ cupo che “stava sulle sue, appoggiato con le braccia conserte sulla sua Maserati”.

Infine, chiamato a testimoniare dalla difesa, è stato escusso anche l’ex calciatore della Primavera del Cosenza Stefano Benanti, all’epoca giovanissimo. Benanti è stato chiamato perché in sede di istruttoria ha ricordato un incontro con Isabella Internò avvenuto a Rende 3-4 mesi dopo la morte di Bergamini. Benanti ha confermato che la donna gli disse di aver visto Bergamini incamminarsi lungo la strada a Roseto Capo Spulico non accorgendosi – evidentemente -, secondo il racconto dell’imputata, dell’arrivo del camion che lo investì.

Isabella Internò, in particolare, gli riferì che era in auto con Bergamini quella sera del 18 novembre 1989 e che “Denis guidava in direzione Taranto con la volontà di imbarcarsi per la Grecia e di essere pronto a suicidarsi qualora lei non l’avesse seguito e poi di essere sceso dall’auto ed essersi incamminato lungo la strada”.  Una dichiarazione decisamente diversa rispetto a quelle precedenti e successive e che smentirebbe la tesi che ancora oggi sostiene, vale a dire quella del tuffo del calciatore sotto il camion per suicidarsi. Evidentemente, dopo alcuni mesi dalla morte di Bergamini, la Internò aveva interesse a far circolare una versione diversa rispetto a quella che aveva sostenuto e che ancora dice di voler sostenere e che oggi è rimasta agli atti del processo. Domani si ritorna in aula per le testimonianze dell’ex calciatore del Cosenza Ciccio Marino e dell’ex massaggiatore Giuseppe Maltese.