PROCESSO BERGAMINI, LE UDIENZE-CHIAVE
La 19^ udienza del processo in Corte d’Assise a Cosenza per l’omicidio volontario e pluriaggravato di Denis Bergamini è stata caratterizzata dalle testimonianze di Francesco “Ciccio” Marino, ex calciatore del Cosenza e di Giuseppe Maltese, ex massaggiatore.
Ciccio Marino era l’unico cosentino in prima squadra negli anni in cui Bergamini giocava col Cosenza ed è stato il compagno di squadra che Isabella Internò aveva scelto tra gli altri per comunicare il presunto suicidio di Denis. Marino è stato molto preciso nel ricordo di quella telefonata ricevuta alle 19,30 del 18 novembre 1989 e non ha dimenticato le parole della Internò: “Non lo sai cos’è successo? Denis si è ammazzato, si è tuffato sotto al camion…”. Marino ha detto senza mezzi termini che al telefono la ragazza “era fredda e distaccata, non piangeva. Sembrava raccontasse un fatterello…”. In tutti questi anni Marino ha sempre confermato questa circostanza, così come ha sempre sostenuto che Denis non poteva essersi suicidato.
L’ex massaggiatore Giuseppe Maltese ha parlato di quanto accadde quel maledetto pomeriggio del 18 novembre 1989. Era stato proprio lui ad entrare nella camera di Denis e Padovano per svegliarli dopo il riposo post allenamento e Bergamini era turbato, con lo sguardo nel vuoto. Poi erano andati insieme, sulla Maserati, verso il cinema Garden e quando il calciatore si era alzato per uscire aveva chiesto a Maltese, seduto qualche metro distante da lui, se sapesse dove fosse il bagno. Una frase sibillina, visto che conosceva benissimo il cinema e che Maltese ha interpretato come una sorta di messaggio in codice che Denis gli aveva lanciato.
Passando al profilo di Isabella Internò, Maltese ha confermato quanto aveva già dichiarato in sede istruttoria. La definisce “il contrario di Denis: aveva si e no 18 anni, ma di carattere ne dimostrava 30… Si muoveva come una donna esperta alle prese con un buon partito… Non mi è mai stata simpatica. Era una ragazzina che mi provocava molta diffidenza, forse ero condizionato dal fatto che nell’ambiente della squadra sul conto di lei si sparlava parecchio. Il soprannome più gentile che le avevano dato era Vedova allegra…”. Aggiungendo che quando le conveniva era carina e gentile ma che dietro la sua “maschera” si intravedeva la sua vera natura. Tra gli episodi che le erano valsi il soprannome c’era anche quello del suo soggiorno a Salerno a casa del compagno di squadra Lucchetti (http://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-della-pietra-quella-notte-con-la-interno-a-casa-di-lucchetti-pochi-giorni-dopo-la-morte-di-denis/).