Omicidio Bergamini story, 52^ udienza. Lo squallido teatrino del consulente venduto e l’ultima mail dell’avvocato Pugliese

Il 2024 ci porterà la sentenza di primo grado del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza ammazzato il 18 novembre 1989 e i cui assassini girano ancora a piede libero per la città. Alla sbarra infatti c’è solo l’ex fidanzata Isabella Internòcertamente responsabile, ma che copre ancora tutti coloro che l’hanno supportata nel progetto criminale. Nonostante l’omertà dei media di regime, l’esito di questo processo riscriverà la storia di Cosenza perché questo omicidio è lo specchio della città e le istituzioni non possono tirarsene fuori. Noi ci stiamo preparando perché i media reciteranno un ruolo fondamentale non tanto adesso che il processo è in corso ma subito dopo quella che sarà la sentenza. Qualunque essa sia. Nella 52^ udienza del processo, celebrata il 30 novembre 2023, aveva testimoniato Pietrantonio Ricci ed era andato in scena uno squallido teatrino, che non possiamo non ricordare. Della serie: dove eravamo rimasti. 

8 GENNAIO 2024 – 52^ UDIENZA

Nel percorso che porta alla sentenza di primo grado del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini, la 52^ udienza celebrata in Corte d’Assise a Cosenza ha rappresentato l’ennesimo tentativo di intorbidire le acque da parte della difesa dell’imputata – anche in quella occasione contumace – Isabella Internò, che proprio oggi compie 55 anni.

L’avvocato Angelo Pugliese, vecchio arnese del porto delle nebbie, ha pensato di “comprarsi” un paio di consulenze di uno dei periti della famiglia Bergamini, che non era stato citato nella lista testi, tale Pietrantonio Ricci. La scadente “compravendita” è stata smascherata per tempo dall’avvocato Fabio Anselmo, che ha avuto gioco fin troppo facile nel far dichiarare carta straccia le note medico-legali del soggetto. Il legale ferrarese avrebbe  voluto che Ricci non testimoniasse ma vederlo e soprattutto ascoltarlo arrampicarsi sugli specchi per provare a dare una giustificazione al suo squallido tradimento è stato uno spettacolo nello spettacolo.

Ricci è il consulente nominato dalla famiglia Bergamini per l’incidente probatorio successivo alla riesumazione della salma di Denis. “Ci tenevo che ci fosse il processo”. Mette subito le mani avanti il professore, quasi a voler chiarire che lui non è un traditore o meglio non lo è stato. Parla della straordinaria corificazione del corpo di Denis, la definisce “impressionante”, poi cita i colleghi: Crisci, Buonomo, Neri. E afferma di essere molto vicino a Fineschi, raddoppiando il segnale precedente.

Sulla glicoforina, di conseguenza, si apre una serie di riflessioni che non fanno altro che risaltare la doppiezza ai limiti della sfacciataggine del soggetto. Che finalmente cerca di spiegare la sua posizione: “Io mi sento ancora consulente della famiglia Bergamini, anche se non citato e interpellato negli ultimi cinque anni”. Il problema, dunque, è il fatto di non essere stato citato tra i testi ed è questa la motivazione alla base del tradimento.

La certezza scientifica è il passaggio successivo di un involontario siparietto comico tra i due contraenti del patto. Il professore Ricci riesce a dire di condividere in toto le conclusioni dell’incidente probatorio che la stabiliscono in maniera netta ma anche che non ci può essere la certezza. Poi prova a correggere il tiro introducendo altre variabili come la fase sperimentale o il fatto che dopo l’espansione iniziale, in questi ultimi anni si fa meno uso della glicoforina. Anche la presidente della Corte spesso è chiamata a intervenire per non rendere eccessivamente grottesco il duetto dei faccendieri.

Arriva il turno del pm Luca Primicerio, che gli mostra, carte alla mano, la sua condivisione totale delle perizie ma soprattutto il suo scambio di mail con Margherita Neri sulla relazione finale. Nel quale si esprime la validità scientifica dei valori utilizzati e che Bergamini è stato vittima di asfissia meccanica violenta. Gli chiede netto: “Perché ha cambiato idea?”. E il professore riprende a tessere la sua tela della mancata evoluzione dell’uso della glicoforina negli ultimi sei anni esponendosi così al successivo affondo del pm, che gli spiattella davanti al muso un articolo del sito “Estense” nel quale afferma: “Posso dire che c’è certezza scientifica”. Stendiamo un velo pietoso sui goffi tentativi di uscire fuori dalla scomoda situazione da parte del consulente traditore.

Fabio Anselmo riesce a mantenere la calma e non era facile. Gli ricorda la mail ricevuta: “Caro avvocato…”. Lesioni al collo da compressione, era già morto quando è stato sormontato e così via. Il legale ferrarese va dritto al punto e finisce di smascherare il consulente infedele invitandolo a chiarire il contenuto delle mail che ha mandato all’avvocato Pugliese: “Mi sono trovato ad essere teste della difesa dopo 40 anni e allora mi sono chiesto in che veste e cosa avrei dovuto dire…”. Confessa di essersi sentito in forte imbarazzo e Anselmo gli ribatte a muso duro: “E allora perché ha fatto due mail?”. Ricci crolla e ammette: “Forse avrei potuto chiamarla…”. Anselmo si calma e arriva alla conclusione del controesame con la necessaria tranquillità nonostante la tentazione fortissima di gridargli in faccia quello che è, come aveva fatto qualche ora prima Donata Bergamini. Successivamente al teatrino del consulente in vendita, siamo riusciti a “intercettare” l’ultima mail inviata dall’avvocato Pugliese al suo amico consulente. C’era scritto semplicemente: “Adesso restituiscimi il maltolto”. E non c’è da aggiungere altro.