Omicidio Bergamini, Donata: “Ho fiducia nel procuratore Facciolla”

Quella di ieri è stata una giornata campale per l’omicidio di Denis Bergamini. Nel senso che due grandi media come la Rai e Rete4 attraverso il Tg regionale e la trasmissione Quarto Grado hanno dato notizie importanti rispetto al prosieguo dell’inchiesta seguendo però due direzioni opposte. La Rai ha diffuso indiscrezioni su un possibile movente legato a droga e festini della Cosenza-bene e della ‘ndrangheta dell’Alto Jonio mentre Rete4 una imbarazzante intercettazione tra Isabella Internò e suo marito, il poliziotto Luciano Conte, rispetto all’inizio della loro relazione sentimentale.

In questo momento non ce la sentiamo di commentare e analizzare quanto è emerso dalle due diverse anime dei media nazionali. Preferiamo farlo a freddo, non appena le situazioni decanteranno e soprattutto, a questo punto, dopo che verrà finalmente riesumato il cadavere di Denis Bergamini. Su una cosa tuttavia non c’è e non ci potrà mai più essere dubbio: nessuno si azzardi ancora a parlare di suicidio. 

Di seguito, riportiamo una dichiarazione di Donata Bergamini. 

Come famiglia e come sorella abbiamo sempre lottato per la verità, quella verità che mio fratello ci ha scritto sul suo corpo. Per questo ci siamo rivolti all’avvocato Fabio Anselmo a pochi giorni dalla richiesta di opposizione all’archiviazione. Ora attendiamo lo scioglimento della riserva, richiesta dall’avvocato Pugliese, difensore della Internò.

Il nostro avvocato ha presentato – dopo l’ archiviazione – un’istanza con la richiesta di riesumazione. Il caso è stato riaperto e nutro fiducia nell’operato del procuratore Eugenio Facciolla e della Procura di Castrovillari.

Attendo la verità, non saranno certo le chiacchiere o le supposizioni a fermarci: troppe ne sono state fatte. Ora ripartiamo dall’inizio: voglio sapere cosa è stato fatto a mio fratello.