Omicidio Bergamini. Facciolla spiega il complotto degli assassini e ricorda: “Denis ci stava aspettando”

La città di Cosenza ormai da molti anni – in particolare dalla significativa manifestazione del 27 dicembre 2009 – ha scoperto la verità sull’omicidio di Denis Bergamini e il suo urlo di Giustizia ha trovato finalmente una risposta adeguata dalla Corte d’Assise del Tribunale che in primo grado ha consegnato alla famiglia Bergamini e ai cosentini la prima verità. Isabella Internò, la donna che era con lui quella sera, ha mentito affermando che si era suicidato ed è stata condannata a 16 anni di reclusione per concorso in omicidio volontario pluriaggravato e premeditato. 

Ieri sera il Caso Bergamini è arrivato a varcare la soglia del Rotary Club e non era assolutamente un fatto scontato. Finora le attestazioni di solidarietà e di vicinanza alla famiglia Bergamini erano arrivate principalmente dalla tifoseria organizzata ma la dirompente iniziativa del Rotary ha chiarito benissimo che ormai tutta Cosenza pretende Giustizia fino in fondo. 

Sergio Mazzuca, Carlo Tansi e Franco Pizzini hanno avuto grande coraggio a sfidare gli assassini di Denis con un incontro partecipatissimo nel corso del quale hanno delegato al procuratore Eugenio Facciolla, a Donata Bergamini, a Gigi Simoni e ai giornalisti Bruno Palermo e Arcangelo Badolati di ribadire tutte le prove schiaccianti che hanno portato alla condanna in primo grado di Iaabella Internò.

Facciolla, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla Verità, non ha avuto nessun problema a bollare come “balle” tutto il can can mediatico messo su dalla faccendiera Selvaggia Lucarelli e dal suo squallido compare Marco Cribari per cercare di condizionare il processo d’appello. Il procuratore lo ha ribadito con estrema forza che la logica e la scienza hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che Denis Bergamini è stato ucciso e non si è suicidato. Ne è talmente convinto da affermare: “Se non riconosciamo questa verità lampante, mi alzo e me ne vado…”. Facciolla ha interrogato almeno 200 testimoni, ha assistito alla riesumazione del corpo di Denis ribadendo la sensazione che ebbe quel giorno e cioè che “ci stava aspettando”. Ha fatto di più: ci ha detto che l’espressione del suo volto era quella di chi “cercava aria, aveva fame di aria” perché è stato soffocato. E non ha mancato di sottolineare con la dovuta efficacia la pantomima dell’atteggiamento della consulente della famiglia Internò-Conte, la dottoressa Innamorato, che ha candidamente affermato – anche lei… – che “il morto parlava”. 

Ma Facciolla, nel suo lungo intervento di ieri sera, ha fatto anche di più. Ha spiegato a tutti perché gli assassini hanno deciso di portare Denis a Roseto Capo Spulico, un posto dove era possibile – per come purtroppo è stato – non svolgere nessun tipo di indagine seria e insabbiare anche un omicidio. E ha lasciato chiaramente intendere che il brigadiere Barbuscio e il pm Abbate hanno fatto di tutto per nascondere la Verità. Persino quando si è trattato di fare l’ispezione cadaverica, risultata clamorosamente falsa per coprire chi aveva barbaramente ucciso Denis.

E’ del tutto evidente che siamo stati tutti vittime per oltre tre decenni di un “complotto” ordito da chi ha voluto nascondere la verità dei fatti e qui però Facciolla s’è fermato perché, anche avendo una sua idea precisa su quanto è accaduto e su chi sono i protagonisti del complotto, non ha potuto rivelarla. Ma prima o poi, come accade sempre, la Verità verrà fuori e Facciolla, nonostante abbia subito anche sulla sua pelle le “vendette” di chi lo vedeva e lo vede ancora come il fumo negli occhi, ha esortato tutti a credere fino in fondo nella Giustizia.