Omicidio Bergamini, la Internò ha accusato Denis dell’aborto pochi giorni prima dell’agguato

A questo punto della trattazione – ormai ultratrentennale – del barbaro omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini, è naturale porsi una domanda: perché è così importante far credere, non solo ai familiari di Torino, ma soprattutto agli inquirenti che Concetta TENUTA, la madre di Isabella Internò, non ha mai saputo che la figlia Isabella è dovuta ricorrere ad una interruzione volontaria di gravidanza, quando invece sappiamo, grazie alla testimonianza di Michele PADOVANO (il 30 novembre 2022 ha testimoniato nella 30^ udienza del processo), che Donato BERGAMINI, un mese prima di morire, gli aveva confidato che i genitori di Isabella INTERNÒ avevano da poco scoperto il fatto dell’aborto?

Ecco cosa dice Padovano: “… proprio in una di queste chiacchierate, in particolare in una occasione avvenuta circa un mese prima della sua morte, lui mi confidò che tempo prima aveva fatto abortire la Internò portandola in Inghilterra, all’insaputa dei genitori della predetta, e in quella stessa occasione mi disse anche che i genitori della
Internò avevano appreso dell’aborto della figlia solo da poco perché all’epoca dell’aborto non fu loro detto mai nulla…” .

La deposizione di Concetta TENUTA del 18 maggio 2013 è costellata da numerosissime disattenzioni per non dire falsità. Anche in merito all’aborto la donna ha verosimilmente alterato la verità: “…che io sappia mia figlia non è mai andata all’estero con Bergamini, lo
escluderei in maniera categorica. Ribadisco sul punto che assolutamente non sono a conoscenza di qualsiasi viaggio fatto all’estero da mia figlia…non sono a conoscenza di qualsiasi aspetto intimo della relazione tra mia figlia e Bergamini, mia figlia sul punto comunque era molto riservata e non ne avrebbe mai parlato, assolutamente non lo avrebbe
fatto. Finché mia figlia ha abitato con me non l’ho mai accompagnata dal ginecologo, e che io sappia non ci andava nemmeno perché non ce n’era bisogno…categoricamente ed assolutamente posso affermare di non aver mai saputo o sentito parlare del fatto che mia figlia fosse rimasta incinta durante il rapporto sentimentale con il Bergamini, di conseguenza posso affermare che non ho mai saputo nulla di un eventuale aborto. Nessuno
inoltre della mia famiglia mi ha parlato di questa vicenda dell’aborto…”.

Gli inquirenti, in sede di stesura del verbale, avevano dato conto del fatto che Tenuta Concetta nel rispondere alla domanda sull’aborto si era mostrata emotivamente molto scossa.
Se si deve credere alle dichiarazioni rese da TENUTA Concetta e alla reazione da lei avuta, essa dovrebbe aver avuto notizia dell’aborto della figlia e dei dettagli, come il viaggio all’estero e soprattutto il coinvolgimento della sorella Assunta TREZZI, in sede di escussione il 18 maggio 2013. Sarebbe stato logico aspettarsi da Concetta TENUTA, anche in virtù del turbamento emotivo registrato dai verbalizzanti nella donna, affrontare la figlia per chiedere spiegazioni o quanto meno contattare la sorella Assunta TREZZI, che le aveva tenuto nascosto per tutti questi anni un evento così significativo nella vita della figlia, per approfondire la veridicità di quanto appreso.

La notizia di un aborto tenuto nascosto avrebbe dovuto causare discussioni chiarificatrici nell’ambito della famiglia. Al contrario, Concetta TENUTA, che si mostrò scossa quando in sede di testimonianza si affrontò l’episodio dell’aborto, il giorno dopo con la figlia Isabella, nel ripercorrere la fase di stesura dell’atto, è tranquilla e serena. Non uno stato di inquietudine o di malessere per una notizia appresa in maniera così fredda, traspare dalle sue parole. La donna si intrattiene a parlare di situazioni secondarie con la figlia – ovvero su chi faceva le domande, su chi scriveva, sulla città di appartenenza di uno dei verbalizzati – senza accennare minimamente a quel che accadde nel luglio del 1987. E quando Isabella
INTERNÒ le fa presente che Luciano CONTE le aveva detto, in merito all’escussione di Concetta TENUTA, che questa era stata “non brava, ma di più”, Concetta TENUTA risponde “speriamo che funziona…”

La frase “speriamo che funziona” non lascia spazio che ad un’unica interpretazione, ossia che TENUTA Concetta, prima di essere sentita, era stata abilmente preparata dalla figlia e da Luciano CONTE, sulle risposte che avrebbe dovuto dare in sede di testimonianza, ivi compreso evidentemente l’ignorare l’interruzione volontaria di gravidanza alla quale si sottopose la figlia.
Non sfugge tra l’altro che, un paio d’ore dopo la conclusione della deposizione di Concetta TENUTA, il nipote Dino Pippo INTERNÒ, anch’egli convocato ma non presentatosi perché si trovava ricoverato in un ospedale milanese, chiama la cugina Catia per sapere come fosse andata la testimonianza. Catia INTERNÒ gli dice che la mamma è appena arrivata, sono insieme ad Isabella e a Luciano e gli dice di stare tranquillo perché era andato tutto a posto.
Dino Pippo INTERNÒ si era sentito anche con il fratello Roberto, anch’egli ascoltato lo stesso giorno di Concetta TENUTA.
Ebbene Roberto, nell’informare il fratello Dino Pippo su come era andata la testimonianza, si mostra preoccupato per il fatto che la zia Cettina (Concetta TENUTA) aveva dato una versione diversa della sua, in merito a dove si trovavano lei e il marito, Francesco INTERNÒ, la sera del 18 novembre 1989, su quale utenza telefonica era arrivata la telefonata di Isabella INTERNÒ che chiedeva di andarla a prendere a Roseto Capo
Spulico e da quale casa partirono per andare a Roseto. Roberto INTERNÒ dice al fratello di aver manifestato questo suo stato di apprensione alla zia, per le cose differenti da lei riferite.

Catia INTERNÒ, invece, nel corso della telefonata aveva tranquillizzato il cugino dicendogli che era tutto a posto, di stare tranquillo e che TENUTA Concetta, Isabella INTERNÒ e Luciano CONTE presenti in quel momento insieme a lei, gli mandavano un grande bacio. Dalle parole di Catia INTERNÒ si evidenzia che subito dopo l’escussione di TENUTA Concetta, regna un clima di tranquillità e di soddisfazione negli astanti e ciò nonostante la donna avesse saputo da poche ore che la figlia, aiutata dalla sorella Assunta TREZZI, si era recata a Londra per sottoporsi ad interruzione volontaria di gravidanza nel luglio del 1987 e in tutti questi anni la figlia Isabella e la sorella Assunta TREZZI avevano serbato, con lei,
un incredibile silenzio.

Non è affatto credibile, allora, che Concetta TENUTA nel 2013 fosse ignara dell’aborto. La tenacità con la quale Isabella INTERNÒ vuole continuare a far credere alla zia Assunta TREZZI che i familiari in Calabria non avevano mai saputo nulla dell’aborto e che alla sorella Catia lo aveva detto soltanto in quel momento; la risolutezza con la quale Isabella
INTERNÒ, pur davanti alle evidenze, raccomanda alla sorella che, pur se capiscono qualcosa, bisogna continuare a dire “mamma non sa”; le parole dette da Catia INTERNÒ sul fatto che tramite la famiglia che l’ha aiutata “per questo fatto” possono risalire ad Isabella e nessuno potrà difenderla, fa ragionevolmente supporre che ci troviamo di fronte ad una circostanza di vitale importanza nella individuazione delle dinamiche che condussero alla morte del calciatore e che, così come riferito da Michele PADOVANO che raccolse le confidenze di BERGAMINI circa un mese prima dalla morte, i genitori di Isabella INTERNÒ dovrebbero aver saputo dell’aborto poco
tempo prima della morte di BERGAMINI, se non addirittura nella stessa settimana nella quale il calciatore ha trovato la morte.

Il quadro probatorio dipanatosi nel corso delle indagini svolte in questi anni, permette di affermare che nella consapevolezza di TENUTA Concetta e Francesco INTERNÒ dell’interruzione volontaria di gravidanza cui si sottopose la figlia nel luglio del 1987, attualizzata a un mese prima o se non addirittura a qualche giorno prima della morte di Donato BERGAMINI, risiede uno dei pilastri da cui partire per risalire alle cause che portarono al delitto del calciatore.