Omicidio Bergamini, l’incidente probatorio: le preoccupazioni di Gianluca Tiesi e la “sicurezza” di Luciano Conte

Gianluca Tiesi

Il processo per l’omicidio Bergamini sta entrando nella fase più importante, quella che porterà alla sentenza contro Isabella Internò, accusata di omicidio volontario pluriaggravato in concorso con persone rimaste al momento ignote. Già nel corso della 26^ udienza, a ottobre dello scorso anno, grazie alle testimonianze dei medici legali Vittorio Fineschi, Giorgio Bolino e Roberto Testi, si era tornati a parlare dell’incidente probatorio che ha inchiodato alle proprie responsabilità l’imputata. Se n’è parlato anche nella tragicomica udienza nella quale è stato ascoltato come teste quello che ormai tutti chiamano il consulente venduto passato dalla parte civile alla difesa ovvero Pietrantonio Ricci. E se ne parlerà anche nella prossima udienza del processo, prevista per lunedì 8 aprile, nella quale la difesa ha chiamato a testimoniare il cognato dell’imputata, Gianluca Tiesi,

L’avvocato Fabio Anselmo, già a proposito delle questioni preliminari, aveva accennato ad uno scontro con la difesa per alcune intercettazioni nelle quali la consulente della difesa nell’incidente probatorio per la riesumazione del cadavere di Bergamini afferma testualmente che il corpo di Densi parla, che le cose si mettono male e che qui ci scanniamo tutti. Quelle intercettazioni oggi fanno parte del processo e presto saranno approfondite. Specie quando saranno ascoltati i testi Gianluca Tiesi – come detto lunedì 8 aprile – e Liliana Innamorato – che sarà ascoltata l’8 maggio – mentre il marito dell’imputata è stato ascoltato nell’ultima udienza del 27 marzo e non ha fatto certo una bella figura… Nel frattempo, noi non possiamo fare altro che ricordare quelle intercettazioni in due puntate.

Siamo nel luglio del 2017.

La difesa di Isabella INTERNÒ, in sede di incidente probatorio, aveva posto una serie di quesiti al Gip aventi ad oggetto la puntuale descrizione delle condizioni in cui si presentava la cappella funeraria, la tomba, la cassa ed il loculo in cui risultava conservata la salma di Donato BERGAMINI. Isabella INTERNÒ nominava come consulente di parte il cognato, Gianluca TIESI, in possesso di laurea in ingegneria gestionale.

Nel corso di una conversazione telefonica del 4 luglio 2017, tra Gianluca TIESI e il giornalista Marco CRIBARI, il primo si mostrava interessato a che non venisse pubblicata la lista dei periti per evitare che figurasse il suo nome temendo che qualcuno avesse potuto ricamarci sopra.
Infatti Marco CRIBARI, resosi conto dello scarso entusiasmo manifestato da TIESI in merito alla pubblicazione della lista dei testimoni, gli chiede “tu hai delle remore… ma ci sei pure tu?”. Alla domanda TIESI risponde di sì, al che riprende Marco CRIBARI “ah! Il perito della difesa sei tu?…”.

TIESI risponde: “uno dei periti sì, sono io…”. E allora assicura Marco CRIBARI che questa cosa non l’avrebbe fatta circolare, almeno non in prima fila: “va bè e questo lo omettiamo…non lo facciamo circolare magari… in prima fila no… se tu preferisci… dico… cioè…”. Gianluca TIESI si giustifica chiedendogli se poteva ritenere che <<lui>> riferito a qualche giornalista avrebbe potuto ricamarci sopra “non lo so… secondo te lui potrebbe…ricamarci sopra… mi darebbe solo un po’ di fastidio…”. Il giornalista (?!?) risponde di no…

In data 10 luglio 2017 Gianluca TIESI partecipava, ovviamente, alle operazioni di esumazione della salma di Donato BERGAMINI. La sera del 10 luglio 2017, dopo le operazioni di apertura della bara presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Arci Spedale “Sant’Anna” di Ferrara, sede di Cona, Gianluca TIESI nel corso di una telefonata con l’avvocato di Isabella INTERNÒ, Angelo PUGLIESE, nel mostrarsi preoccupato con questi perché i periti erano orientati “sul colpevole andante” gli fa presente che in merito alla integrità della tomba non era stato pignolo perché era una cosa evidente, riferendosi evidentemente all’integrità del loculo.
A questo punto appare necessario evidenziare l’atteggiamento tenuto da Gianluca TIESI allorquando, nell’ospedale “Sant’Anna” di Ferrara, aperta la bara che custodiva la salma di Donato BERGAMINI, questa si mostrava perfettamente conservata, in quello stato definito nella medicina legale di <<corificazione>>.

Il TIESI aveva un repentino cambiamento di umore, passando da uno stato di tranquillità ad uno di cupezza, di preoccupazione. Iniziava ad effettuare una serie di telefonate in successione l’una dall’altra.

Da uno stato di totale tranquillità mutava in uno stato visibilmente rivolto verso il cupo – preoccupato, iniziava a tal punto a fare, passeggiando avanti e dietro, una serie di telefonate in successione una dall’altra.

Si riferisce altresì, che così come verificato successivamente, dall’utenza telefonica in uso a Tiesi Gianluca, monitorata con attività di intercettazione telefonica, non venivano registrate, nell’orario e giorno di riferimento all’apertura della cassa (20.30/21.00), telefonate con la frequenza di tempo percepita direttamente da chi era presente.
Dalla disamina dei tabulati in entrata e uscita, del 10.07.2017, si evince che ha ricevuto una telefonata alle ore 19:31:09 da parte dell’avvocato Angelo Pugliese, legale di Isabella Internò, il quale chiede lumi su ciò che è stato trovato nella bara, allo stesso riferiscono, essendo in auto ed in vivavoce, sia la Dott.ssa Innamorato e sia il Tiesi Gianluca, che al momento si stanno recando presso l’ospedale di Ferrara dove verrà aperta la cassa di zinco, operazione questa che non è stata effettuata all’interno del cimitero di Boccaleone di Argenta e pertanto non sono in grado di riferire le condizioni dei resti di Bergamini Donato.

Alle ore 21:44:52 riceve una chiamata da Conte Luciano, marito di Isabella Internò che nel frattempo è rimasto verosimilmente in albergo in attesa del suo rientro, al quale riferisce che il corpo è stato trovato intero e che stanno procedendo alla TAC.
Alle ore 21:46:09 e alle 21:47:11 effettua una chiamata all’avvocato Pugliese per notiziarlo del tutto.

A tal proposito, vista la cronologia delle chiamate in entrata ed in uscita, appare logico supporre che il Tiesi, nella fascia oraria dalle 20.30 circa alle 21:44:52 (con Conte Luciano), per ovvi motivi di cautela, abbia utilizzato o altra utenza telefonica, agli scriventi sconosciuta, o sistemi di comunicazione telefonica e messaggistica del tipo “whatsapp” o simili, di difficile captazione.

Si vuole evidenziare che Conte Luciano alle ore 21.40 circa aveva già ricevuto notizia dal cognato Tiesi attraverso un messaggio, verosimilmente whatsapp e non sms, e a sua volta lo aveva girato all’avvocato Pugliese, così come riferito nella conversazione captata delle 21:41:34 tra Conte Luciano e l’avvocato Pugliese.
Ciò a dimostrazione del fatto che Tiesi con assoluta certezza, prima delle due comunicazioni captate in cui volutamente finge di notiziare sia il cognato che l’avvocato Pugliese, i quali sono già al corrente del fatto che il corpo di Donato Bergamini è integro, ha già precedentemente comunicato con altri soggetti sconosciuti, uno dei quali è sicuramente il cognato Conte Luciano per le motivazioni sopra addotte.

Il giorno dopo la riesumazione della salma di Donato BERGAMINI, Gianluca TIESI ha un altro colloquio con il legale di Isabella INTERNÒ e ancora una volta si manifesta preoccupato ma, dice all’avvocato, perché tutti – ossia i periti del GIP – si erano mostrati orientati verso l’omicidio.

Inoltre costoro non conoscevano i fatti ma solo la versione di Donata BERGAMINI. Nel dettaglio parla del colonnello del RIS di Roma che non sapeva, dice il TIESI, dei testimoni – riferito a Rocco Mario NAPOLI, alla meno del controllo dei Carabinieri. Ecco le parole di Gianluca TIESI nel corso della telefonata con l’avvocato Angelo PUGLIESE: “….eh allora loro non si pronunciano il…là naturalmente l’atmosfera era molto tersa eh…eh…tutti sull’omicidio ma non…non hanno detto niente di altro conoscono solo i fatti riportati dalla Bergamini questo papale papale ee…in maniera chiara…ee…infatti ha parlato colonnello dei RIS lui non sapeva niente di niente proprio non sapeva né dei testimoni né del fermo dei carabinieri eee…del decreto di archiviazione…”.

A questo punto appare utile evidenziare l’atteggiamento di Luciano CONTE verso le operazioni peritali successive alla riesumazione del cadavere di Donato BERGAMINI e verso gli esiti degli accertamenti medico-legali. Il consulente di parte di Isabella INTERNÒ presente il giorno della riesumazione è la dottoressa Liliana INNAMORATO.

Da premettere che inizialmente Isabella INTERNÒ aveva scelto quale consulente di parte il professore Francesco INTRONA sennonché, dopo le operazioni di riesumazione e le successive attività medico-legali, l’indagata si era orientata verso la collaboratrice del professore INTRONA, la dottoressa Liliana INNAMORATO appunto, presente il 10 luglio 2017 al cimitero di Boccaleone e poi all’ospedale di Cona-Ferrara.
Ora alle attività medico-legali del 31 luglio 2017 tenutesi a Caserta, presso l’Unità di Anatomia Patologica dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, non erano presenti né il professore INTRONA né la dottoressa INNAMORATO. Lo stesso dicasi per le indagini chimicotossicologiche espletate il 4 settembre 2017 presso il laboratorio di Tossicologia Forense del dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Il 15 settembre del 2017 la dottoressa Liliana INNAMORATO contatta Luciano CONTE. Da premettere che qualche giorno prima la dottoressa Liliana INNAMORATO aveva parlato telefonicamente con Gianluca TIESI. Durante questa conversazione avevano commentato la decisione di Isabella INTERNÒ di rinunciare al professore INTRONA, per una questione puramente economica, scegliendo solo lei quale consulente di parte.

Luciano Conte, il marito poliziotto di Isabella Internò

Il 15 settembre 2017 la dottoressa Liliana INNAMORATO chiama Luciano CONTE, il quale le dice che per ragioni di natura economica lui e la moglie avevano deciso di non farsi seguire dal professore INTRONA e quindi per tale motivo, oltre al fatto che non si sarebbe arrivati nemmeno al processo, avevano deciso di nominare solo lei come consulente: “…e abbiamo ritenuto opportuno dato che non è una cosa che secondo me…vi ripeto… non si arriverà neanche al processo… e quindi ho detto guarda ho scritto dicendo se magari poteva seguirla solo lei per le spese che… dovremo affrontare…”.

La dottoressa Liliana INNAMORATO ribadisce la necessità che venga fatta una rinuncia ufficiale, relativamente al professore Francesco INTRONA perché, afferma la dottoressa, questa volta si arriverà al dibattimento. Inoltre la dottoressa INNAMORATO sollecita un incontro per decidere in merito alla sua presenza alla successiva operazione peritale, prevista per il 25 settembre 2017: “così come c’è stata la nomina ufficiale…ci dev’essere in questo caso una rinuncia…perché se no…al dibattimento…sicuro arriveremo al dibattimento… eh… Introna sarà chiamato…. quindi allora bisognerebbe fare la rinuncia allora poi…e poi Gianluca ha detto ve bene ma que…ma questa cosa poi adesso avrà un riscontro mediatico e gli ho detto sì sicuramente ho fatto quindi prepariamoci eh…però poi io ho parlato con il professore Introna e ho detto a Gianluca l’altro giorno …lunedì….ho fatto Gianluca allora Introna è tornato oggi io adesso ne parlo e vediamo che succede e ne ho parlato con Introna e lui mi ha detto va bè possiamo fissare un incontro cioè lunedì…martedì anche perché il 25 ci sono le operazioni di consulenza quindi se dobbiamo andare se non dobbiamo andare…cioè vorremmo…”.

Subito dopo aver finito la conversazione con la dottoressa Liliana INNAMORATO, Luciano CONTE contatta il cognato Gianluca TIESI al quale fa un resoconto del colloquio avuto con la dottoressa, rimarcando il fatto che non si arriverà al processo. Inoltre manifesta il suo disappunto per dover spendere tanti soldi solo perché la moglie ha detto la verità, che è una verità conclamata…

Per quanto riguarda la dottoressa INNAMORATO, notizia il cognato di averle detto che deve presenziare alle operazioni del 25 settembre, e della necessità di discutere con lei il prezzo per questo suo intervento. Solo nel caso in cui si fosse arrivati al dibattimento – evenienza che il CONTE dà per improbabile perché la verità è conclamata… – sarebbe stato necessario rivedere il prezzo perché il lavoro da fare non era poi così tanto: “…il problema è che tutte e due non possiamo…mi sembra…anche perché le ho detto secondo me non si arriverà neanche al processo…proprio così le ho detto….cioè spendere…due onorari…mi sembra un pochino esagerato anche perché questa situazione dura da diversi anni….ha detto sì ma non preoccupatevi l’importante…ma il 25 dobbiamo andare….ma dobbiamo andare o non dobbiamo andare…le ho fatto sì…tu ci devi andare…eh ma sarebbe il caso di vederci perché…mi ha fatto capire che proprio Introna non lo vuole mollare questo incarico…il professore Introna…hai capito…mi ha fatto capire anche per un fatto…. la rabbia mi devi credere…la rabbia di continuare a spendere soldi solo perché Isabella ha detto…ha detto la verità… cioè uno…una persona ha detto la verità…la verità…la verità ormai è una verità conclamata….ved…e continuare a spendere soldi per queste cazzate…cioè uno andarci a parlare…andarci a parlare…magari dirgli guarda possiamo fare una cosa…se si tratta di questo incontro qua….ved…discutiamo di un prezzo…..rim…se si dovesse….ma cosa impr…perché la verità è conclamata è palese …se si dovesse arrivare al dibattimento…dovesse arrivare al dibattimento…invece si può parlare di un altro pre…hai capito?….perché loro che cazzo stanno facendo….non è che stanno studiando….si guardano queste 4 car….va bene adesso vediamo….lei ha insistito molto… nel fatto come se non lo volesse fare…no che non lo vuole fare sola…le sembra brutto hai capito a farlo sola…se no che cazzo deve fare…non c’è niente da fare….”.

Il 18 settembre 2017 la dottoressa Liliana INNAMORATO chiama Luciano CONTE sollecitando un incontro in vista delle operazioni peritali del 25 settembre 2017. La dottoressa INNAMORATO insiste su un incontro, dice a Luciano CONTE che è nel loro interesse, ma l’uomo ancora una volta ribatte che è una verità conclamata: “….eh ma dottoressa è una cosa questa…è una verità conclamata….io…siamo tutti con la coscienza…. siamo tutti con la coscienza pulita….sono vent’anni che stanno rompendo i coglioni per aver detto la verità dottoressa…ma stiamo scherzando….” …

1 – (continua)