Omicidio Bergamini, tutte le menzogne dei familiari della Internò: l’incontro tra Pippo e il poliziotto e le deposizioni che scottano

Una parte dell’ordinanza della procura di Castrovillari sull’omicidio Bergamini è dedicata ai movimenti e agli alibi della famiglia di Isabella Internò, che per il momento è l’unica imputata del processo. I familiari di Isabella Internò hanno dato più grottesche versioni dei loro movimenti in quella maledetta sera e non serve uno scienziato per capire che sono impelagati fino al collo in questo omicidio che è stato coperto per decenni da pezzi deviati dello stato senza pudore e senza vergogna.

Il 10 maggio 2013 la Procura di Castrovillari emetteva “informazione di garanzia e sul diritto di difesa” a carico di Isabella Anna INTERNÒ. Nello stesso giorno venivano emessi i decreti di citazione come persone informate sui fatti a nome di Concetta TENUTA, di Roberto INTERNÒ e di Dino Pippo INTERNÒ, per il 18 maggio 2013 alle ore 10:00. Ma il 16 maggio 2013 Dino Pippo INTERNÒ trasmetteva in Procura una giustificazione in quanto impossibilitato a comparire il successivo 18 maggio, per motivi di salute, chiedendo altresì il rinvio del compimento dell’atto.

La sera del 16 maggio 2013 Dino Pippo INTERNÒ contattava telefonicamente la sorella di Isabella INTERNÒ, Catia, chiedendo di Luciano CONTE (poliziotto e marito di Isabella Internò) e mettendosi d’accordo per incontrarsi di lì a poco presso un supermercato Sidis, ove Dino Pippo INTERNÒ stava svolgendo il suo turno di vigilanza, anche perché dice Dino Pippo c’è Roberto (riferito al fratello) che lo vuole salutare e conclude la frase con <hai capito?>. Dopo qualche minuto Catia INTERNÒ, che si trova insieme al cognato Luciano CONTE e alla sorella Isabella, lo richiama dicendogli che sta arrivando…

È chiaro che dietro l’incontro del 16 maggio 2013 con Luciano CONTE, sollecitato da Dino Pippo INTERNÒ e anche da Roberto INTERNÒ, stava la necessità di concordare la ricostruzione di quanto era avvenuto il giorno 18 novembre 1989, di modo tale che le deposizioni di Roberto INTERNÒ e di Concetta TENUTA, di lì a due giorni, si trovassero
allineate nel fornire comuni spiegazioni nonché, si può ritenere, fornire un alibi (la presenza alla riunione familiare), a chi in quel momento stava probabilmente uccidendo Donato BERGAMINI.
Il 18 maggio 2013, Roberto INTERNÒ escusso alle ore 11:40, dirà che la sera in cui trovò la morte Donato BERGAMINI era in atto, presso l’abitazione paterna, in contrada Santa Chiara del comune di Rende, una riunione familiare alla quale erano presenti anche il fratello Dino Pippo e i genitori di Isabella INTERNÒ.

Concetta TENUTA, sentita anche lei il 18 maggio 2013 ma alle ore 10:05, aveva riferito cose opposte a quelle del nipote, in quanto aveva detto che lei e il marito si trovavano a casa, quindi non alla riunione familiare di contrada Santa Chiara: “…ricordo che, nella
stessa giornata ma più tardi in serata mi trovavo nuovamente in casa con mio marito, non mi ricordo chi prese la telefonata, ma so che chiamò mia figlia Isabella dicendo che si trovava dai Carabinieri e che Denis era morto. Ciò ci sorprese molto e ci agitò, tanto che decidemmo di correre subito sul posto e, dato il nostro stato di agitazione decidemmo di farci accompagnare da nostro nipote Roberto Internò, che abitava in una frazione vicina. Non mi ricordo con quale macchina siamo andati, ma sono abbastanza sicura che andammo con una sola autovettura insieme a nostro nipote, ma forse è anche possibile che Roberto avesse preso la sua macchina…” .

Dopo aver concluso la testimonianza, Roberto INTERNÒ contattava telefonicamente il fratello Dino Pippo mettendolo al corrente dell’esito della deposizione. In questo frangente manifestava tutto il suo disappunto perché la zia Concetta aveva dichiarato cose diverse dalle sue, relativamente al fatto di essere partiti da casa di Francesco INTERNÒ per
andare a Roseto Capo Spulico e quindi che Francesco INTERNÒ non si trovava a casa del fratello Alfredo, a Santa Chiara di Rende “…ho detto… poi…<<ma in quel momento che tuo fratello… al momento della telefonata che è arrivata… eh… tuo fratello dove si trovava?> “…[riferito a Internò Dino Pippo] <<mio fratello era a casa insieme a noi>, ho detto, <<ah… si va beh>>,<<poi… eh… mi ricordo che zio Franco…. che zio Franco… è arrivata a zio Franco la chiamata per andare insieme a lui…>>. Poi zia Cettina gli è andata a dire che la chiamata è arrivata a casa… a… è arrivata a loro, e che io sono andato da loro, quando ho detto… <siamo partiti da casa di… di… della buonanima di mia madre… è arrivata là, e non lo so chi ci ha chiamato, se hanno chiamato prima i carabinieri a casa di mia zia e poi da mia zia è arrivata la telefonata…>.

Zia Cettina… <<eh… non glielo dovevi dire…>>, ho detto… <ma che vuoi? io se mi ricordo che con zio Franco sono andato di là>, <<eh! che c’ero pure io…>>, ho detto… <<va
beh… che c’eri pure tu… io glielo ho detto che c’era un altro nella macchina, ed era zia>. Eh…Pippù… un’ora e mezza! Un Maggiore dei carabinieri mi ha… e la giudice veniva… faceva… e se ne andava, veniva e se ne andava, veniva e se ne andava. Però mi ha fatto innervosire mo zia Cettina all’ultimo…<tutto a posto… tutto a posto… e che ce lo dovevi dire che io… che noi siamo partiti da casa nostra…>>, ho detto… <eh… e va beh… ti ho pigliato apposta per… per… per vedere come… eh… poi… poi.. poi… parliamo comunque…>>… <<comunque non ti preoccupare, che non è successo niente, che… che… che… che io ce l’ho… io… io gli ho dato pure il dubbio se mi è arrivata la telefonata…>>. … ha detto… <>, ho detto… <<da dove è arrivata la telefonata? Dai Carabinieri?> <e io che ne so se hanno chiamato i Carabinieri a casa di mia madre o ha chiamato la sorella di Isabella…

Di questa riunione familiare in contrada Santa Chiara, alla quale erano presenti anche Dino Pippo INTERNÒ e i genitori di Isabella INTERNÒ, ne parla per la prima volta Roberto INTERNÒ, quando viene sentito il 18 maggio 2013. Come visto Concetta TENUTA, sentita quello stesso giorno, non aveva parlato di questa circostanza, ossia la presenza sua e del marito alla “festicciola” di famiglia.

Nel 2017 è stata sentita la moglie di Roberto INTERNÒ, Michelina MAZZUCA, anche lei collocata dal marito alla riunione del 18 novembre 1989. La donna non era a conoscenza del motivo per cui era stata convocata, oltretutto non a Castrovillari bensì presso gli Uffici della Sottosezione autostradale di “Cosenza Nord”. La sua dichiarazione, quindi, è stata genuina, non soggetta a quei condizionamenti registrati, invece, la seconda volta che è stata escussa. 

Ebbene, quel 26 maggio 2017, Michelina MAZZUCA riferirà che la sera del 18 novembre 1989 lei era a cena presso i suoceri, in contrada Santa Chiara. Con lei c’erano, oltre ai suoceri, il marito e la cognata Loredana. La donna non menziona né gli zii acquisiti, Concetta TENUTA e Francesco INTERNÒ, né tantomeno il cognato Dino Pippo INTERNÒ. La donna ha ricordato che in una fascia di tempo collocabile tra le 19:30 e le 20:30, chiamò a casa dei suoceri, chiedendo di Roberto, lo zio Francesco INTERNÒ il quale informava il nipote di una disgrazia, chiedendogli altresì di accompagnarlo, senza aggiungere altro. Solo al rientro il marito gli raccontò di Donato BERGAMINI e di aver dovuto accompagnare lo zio a Roseto Capo Spulico a prendere Isabella, che si trovava dai Carabinieri: “…quella sera mi trovavo a cena, a casa di mio suocero che si chiama Alfredo Internò e che abitava, come anche adesso, in località Santa Chiara del Comune di Rende; c’eravamo mia suocera, mio marito, mia cognata Loredana. Ad un certo punto squillava il telefono, non ricordo chi rispose, di certo non mio marito che si trovava accanto al fuoco insieme a me. Presumo che fosse tra le 19:30 e le 20:30. Qualcuno dei parenti presenti, quindi, chiamò Roberto dicendogli ti vogliono al telefono. Mio marito andò a rispondere; terminata la telefonata ritornò in stanza dicendo <Era zio Franco, è successa una disgrazia, lo devo accompagnare>. Detto questo mio marito uscì subito, e noi rimanemmo a casa dei miei suoceri, anche preoccupati non sapendo cosa fosse successo. Mia marito rientrò molto tardi e ci spiegò che aveva accompagnato zio Franco a Roseto perché era successa una disgrazia ad Isabella e al fidanzato che si era tuffato sotto un camion, che lo aveva investito e trascinato.

Appena arrivati a Roseto, mi raccontò mio marito, erano andati direttamente alla Caserma dei carabinieri… Mio marito ci diceva che zio Franco e la moglie erano dispiaciuti per quello che era successo, anche Isabella era disperata. Ci disse che l’indomani o il giorno successivo ci sarebbero stati i funerali. Mentre ritornavamo a casa, mio marito mi disse
di nuovo che Isabella era disperata, che gli aveva raccontato che l’aveva cercata il Bergamini per chiarirsi e che lei si era trovata a Roseto perché là l’aveva portata lui, per farsi una camminata…” …

Michelina MAZZUCA è stata nuovamente convocata, insieme al marito Roberto INTERNÒ nel 2019 davanti al Procuratore Capo della Repubblica, Dott. Eugenio FACCIOLLA. In questa sede adegua la propria dichiarazione a quella del marito: dirà che la sera del 18 novembre 1989, a casa dei suoceri, a Santa Chiara di Rende, c’erano oltre a lei, al marito, ai
suoceri e alle cognate Loredana e Giuliana, anche gli zii Concetta TENUTA e Francesco INTERNÒ. A casa dei suoceri telefonò l’altra figlia di Francesco INTERNÒ che li informava della disgrazia e che occorreva andare a Roseto a prendere Isabella…”.

Nel 2017 è stato sentito anche Luigi D’AMBROSIO, cognato di Roberto e Dino Pippo INTERNÒ, per averne sposato la sorella Loredana.
L’uomo ha riferito di trovarsi anche lui la sera del 18 novembre 1989 a casa dei suoceri ove si trovavano anche la moglie – all’epoca erano fidanzati – i cognati Loredana e Roberto. Non ha menzionato gli zii Francesco INTERNÒ e Concetta TENUTA come presenti a casa dei
suoceri, ha solo detto di non ricordare come appresero la notizia, ovvero se
andò ad avvisarli Francesco INTERNÒ o se questi si trovava già là. Il D’AMBROSIO ha poi riferito di essere andato anche lui a Roseto, insieme al cognato Roberto e allo zio Francesco INTERNÒ: “…la sera della morte di Bergamini mi trovavo in contrada Santa Chiara, presso l’abitazione dei miei suoceri. Oltre ai suoceri, c’eravamo io, mia moglie Loredana, all’epoca eravamo fidanzati, mio cognato Roberto non ricordo se allora fosse sposato o meno e se ci fosse anche la moglie. Sinceramente ho un vago ricordo di come apprendemmo la notizia della morte di Bergamini, ossia se venne a chiamarci il padre di Isabella o se si trovava già là, sta di fatto che sapemmo della morte di Bergamini, e che Isabella si trovava dai
Carabinieri a Roseto. Quindi insieme a Roberto, a Francesco (il padre di Isabella) e forse anche Cettina, la madre di Isabella, ci portammo in Roseto, a bordo dell’auto di mio cognato Roberto. Ricordo che era sera tardi, ci portammo quindi a Roseto. Ho dei fotogrammi in testa di quel che vidi a Roseto, ovvero il luogo della tragedia sulla SS106, ricordo un camion di colore rosso e davanti, steso per terra, il cadavere di Bergamini,
a pancia in giù, come se stesse dormendo. Ricordo che indossava un indumento chiaro, giallino ma non ricordo altro. Ricordo che sul posto c’era già gente, ma non ricordo di aver riconosciuto gente di Cosenza.
Ricordo che ci portammo anche presso la Stazione Carabinieri di Roseto e ricordo Isabella, da sola seduta su una panchina che piangeva. Non so dire però se ci portammo prima sul luogo della tragedia e poi alla Stazione Carabinieri o viceversa. Ricordo poi Isabella che raccontava come si era svolto il fatto ovvero che lei era in auto mentre Bergamini camminava per strada avanti indietro e, appena visto il camion, si era tuffato sotto il camion. Ma non ricordo se disse ciò quella sera alla Stazione dei
Carabinieri o successivamente…” .

Come visto, Luigi D’AMBROSIO non colloca neanche il cognato, Dino Pippo INTERNÒ alla riunione familiare.

Sono molti i dubbi in merito all’effettiva presenza di Francesco INTERNÒ e della moglie Concetta TENUTA a casa dei loro parenti in contrada Santa Chiara, la sera del 18 novembre 1989:
 Anzitutto la deposizione di Concetta TENUTA, la quale ha riferito che lei e il marito si trovavano presso la propria abitazione di Via Adige quando appresero dalla figlia quello che era successo e che lei si trovava presso la stazione Carabinieri di Roseto Capo Spulico;

 La deposizione di Michelina MAZZUCA che non ricorda gli zii a casa dei suoceri (sit del 26/05/2017);

 Il disappunto di Roberto INTERNÒ quando sa che la zia Concetta TENUTA ha dichiarato che con il marito si trovavano presso la propria abitazione quando arrivò la telefonata di Isabella INTERNÒ da Roseto Capo Spulico, che lo chiamarono chiedendogli di accompagnarli e che partirono dalla loro casa e non da Santa Chiara.
Oltre a ciò va menzionata la deposizione di Gino CHIAPPETTA, amico di infanzia di Roberto INTERNÒ, in quanto cresciuti insieme in contrada Santa Chiara e per il quale Roberto INTERNÒ ha lavorato diversi anni – pure all’epoca dei fatti – quale addetto all’impianto di calcestruzzo di Spezzano della Sila di proprietà della famiglia CHIAPPETTA.

Gino CHIAPPETTA ha ricordato che la sera in cui trovò la morte Donato BERGAMINI, essendo un sabato, aveva appuntamento con Roberto INTERNÒ per uscire, ma questi non si fece vedere. Il giorno dopo gli spiegava il perché non si era presentato all’appuntamento e gli raccontava, in pratica, quello che in effetti Roberto INTERNÒ ha reso in audizione, ma con una importante differenza, ovvero Gino CHIAPPETTA ricorda che Roberto gli disse che era stato chiamato dallo zio per accompagnarlo a Roseto, mentre lui si trovava a casa.

Quindi, non che lo zio si trovava con Roberto a Santa Chiara bensì, in accordo con la deposizione di Concetta TENUTA, Roberto INTERNÒ venne chiamato dallo zio Francesco il quale gli chiese di accompagnarlo a Roseto: “…non sono a conoscenza di fatti particolari relativi alla morte del calciatore Bergamini ad eccezione di quanto ebbe a riferirmi Roberto Internò il giorno dopo la notizia della morte del calciatore. Ricordo che la sera del fatto avremmo dovuto vederci con Roberto ed altri per le solite uscite da ragazzi, ma lui non si fece vedere. Il giorno dopo Roberto si lamentò con me del fatto che, a suo dire, la sera prima mentre era a casa era stato chiamato dallo zio Franco per accompagnarlo a Roseto per andare a prendere Isabella in quanto Bergamini si era suicidato e Isabella andava recuperata. Andò con la sua macchina, se non ricordo male un’Alfa Romeo “alfa 6” di colore grigio, insieme al padre e alla madre di Isabella Internò,
e giunto sul posto la macchina aveva avuto un guasto, e per questo motivo Roberto Internò era arrabbiato e diceva testualmente <<ma questo proprio a Roseto doveva andare ad uccidersi>> riferendosi a Bergamini…