Omicidio Cucchi, Ilaria: “Il muro è stato abbattuto”

“Il muro è stato abbattuto”. Così commenta Ilaria Cucchi su Facebook la clamorosa svolta nel processo per l’omicidio del fratello Stefano. Com’è noto, uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, ha finalmente ammesso il pestaggio ed ha accusato apertamente i suoi colleghi Di Bernardo e D’Alessandro, rivelando anche di avere scritto una nota di servizio fatta sparire e di essere stato “costretto” al silenzio.

“Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi”: questo il significativo post di Ilaria Cucchi.

L’AVVOCATO DI TEDESCO 

“Oggi c’è stato uno snodo significativo per il processo, ma anche un riscatto per il mio assistito e per l’intera Arma dei Carabinieri”. Così commenta l’accaduto l’avvocato Eugenio Pini, difensore di Francesco Tedesco.

“Gli atti dibattimentali e le ulteriori indagini – ha aggiunto Pini – individuano nel mio assistito il carabiniere che si è lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, che lo ha soccorso e che lo ha poi difeso. Ma soprattutto è il carabiniere che ha denunciato la condotta al suo superiore ed anche alla Procura della Repubblica, scrivendo una annotazione di servizio che però non è mai giunta in Procura, e poi costretto al silenzio contro la sua volontà. Come detto, è anche un riscatto per l’Arma dei Carabinieri perché è stato un suo appartenente a intervenire in soccorso di Stefano Cucchi, a denunciare il fatto nell’immediatezza e a aver fatto definitivamente luce nel processo”.

Non è chiaro, al momento, se negli interrogatori resi davanti al pm, Tedesco abbia ammesso di aver partecipato al pestaggio con i due colleghi, ma quel che è certo è che, per la prima volta, uno degli imputati dichiara che quanto ricostruito dalla procura, a cominciare dal pestaggio del giovane, è realmente accaduto. 

Nel procedimento Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, rispondono di omicidio preterintenzionale. Tedesco risponde anche di falso nella compilazione del verbale di arresto di Cucchi e calunnia insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti a capo della stazione Appia, dove venne eseguito l’arresto. Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere, è accusato di calunnia con gli altri due, nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che vennero accusati nel corso della prima inchiesta sul caso.

LA GIOIA DI CASAMASSIMA

Esprime soddisfazione anche Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza fece  riaprire l’inchiesta sul decesso di Stefano. E rivolto a Tedesco scrive sul suo profilo Facebook, in un post poi cancellato: “Immensa soddisfazione, la famiglia Cucchi ne aveva diritto. Mi è venuta la pelle d’oca nell’apprendere la notizia. Tutti i dubbi sono stati tolti. Signora Ministro io sono un vero carabiniere. L’Italia intera ora aspetta i provvedimenti che prenderà sulla base di quello che è stato detto durante l’incontro. Sempre a testa alta. Bravo Francesco, da quest’oggi ti sei ripreso la tua dignità”.

Il militare aveva raccontato quanto riferito da alcuni suoi colleghi a proposito del “massacro” subito dal giovane dopo l’arresto. Per le sue dichiarazioni Casamassima subì minacce e fu trasferito. “Per aver fatto il mio dovere – aveva dichiarato –  come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze”. Fino alla svolta di oggi.