“Ripensamenti? Assolutamente no. C’è solo da decidere la data delle elezioni”. Occhiuto va dritto per la sua strada e la bufera politica che doveva seguire le sue dimissioni si è rivelata una grande festa con strette di mano, abbracci e sorrisi a 32 denti sotto gli occhi di un Antonio Tajani in tenuta estiva. Dai parlamentari calabresi ai consiglieri regionali passando per il viceministro Francesco Paolo Sisto, Maurizio Gasparri e Rita Dalla Chiesa: a Reggio Calabria gli Stati generali di Forza Italia sono stati il trionfo del presidente della Calabria che è pure vicesegretario degli azzurri. Seduto in prima fila, sfidando il caldo e i bottoni della sua camicia bianca, il “capo” ossia il ministro degli Esteri Tajani applaude alle parole di Ciccio Cannizzaro che incorona Occhiuto: “La sua scelta è stata totalmente condivisa dal nostro partito. Roberto è il nostro presidente attuale e futuro”.
Il deputato anticipa solo di qualche minuto l’endorsement di Tajani che blinda il governatore dopo le dimissioni e l’annuncio di volersi ricandidare a dare slancio a una Regione ormai paralizzata a causa dell’inchiesta della Procura di Catanzaro che lo sta indagando per corruzione. Non un passo indietro quindi. Semmai dieci in avanti. In ogni caso la campagna elettorale per le prossime regionali è partita e Tajani non può che inondare di complimenti il suo vice: “Ti ringrazio per come hai governato in questi anni. In Calabria cominceremo tutti, ventre a terra, a sostenere te e le nostre liste”. Quando Occhiuto sale sul palco, la strada per lui è in discesa. Il governatore azzurro ricambia i convenevoli: “Voglio ringraziare Antonio Tajani per l’atteggiamento che ha tenuto in questi giorni quando gli ho rappresentato la mia volontà di sottopormi di nuovo al giudizio dei calabresi. Dopo l’avviso di garanzia ho visto ho visto dirigenti che non si assumevano più la responsabilità di firmare alcunché. Questa situazione mi avrebbe portato a un lento logoramento. La politica deve avere la capacità, gli attributi e il coraggio di fare scelte che restituiscano agli elettori il dovere e il diritto di scegliere chi li deve governare”.
Fin qui i discorsi ufficiali a favore di telecamere. La realtà è un po’ più complicata e trasuda da una frase dello stesso Occhiuto: “Come dice sempre Antonio, Forza Italia deve candidarsi a occupare questo spazio enorme che c’è fra la Schlein e la Meloni”. È chiaro che la scelta di dimettersi e tornare al voto è stata studiata a tavolino e ha colto di sorpresa anche la Lega e Fratelli d’Italia. Se a Roma la decisione era stata comunicata, infatti, a parte qualche eccezione questo non è avvenuto in Calabria e la prospettiva di un Occhiuto bis ha tagliato le gambe a chi sperava che il “lento logoramento” del forzista avrebbe spianato la strada a ipotesi alternative. Una su tutte: il neo sottosegretario Luigi Sbarra. Alleati fuori gioco, quindi, costretti a festeggiare una candidatura “confezionata” da Forza Italia. Ma la mossa di Occhiuto ha spiazzato il centrosinistra con il Pd e il M5S che, dopo aver chiuso il tavolo Marche, per le prossime regionali devono ancora trovare la quadra in Toscana, in Campania e in Puglia. Adesso si aggiunge la Calabria dove i dem stanno già pensando a due nomi: il consigliere regionale Ernesto Alecci o il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà. Quest’ultimo parla già da aspirante governatore: “Occhiuto scappa dai problemi. Noi siamo pronti se il centrosinistra è pronto a costruire un’alternativa”. Un messaggio a Giuseppe Conte e ai suoi.









