Ospedale della Sibaritide, perché si è dimesso il project manager? Non c’è copertura finanziaria?

Appare sempre più tortuosa la strada che dovrebbe portare al completamento del nuovo ospedale della Sibaritide, opera attesa da decenni e in cui sono riposte le speranze di una sanità finalmente efficiente. Dopo la lievitazione dei costi per l’avvenuta variante al progetto originale, ecco che ieri è circolata con insistenza, e con successiva conferma, una notizia che lascia quanto meno perplessi e instilla una certa apprensione sulle sorti dell’opera.

Si è infatti dimesso il project manager incaricato dell’opera Domenico Petrone, lo stesso che lo scorso luglio si era adoperato per rendere pubblica ed ufficiale alle istituzioni, forze politiche e sociali, oltre che alla categoria dei medici, la conclusione delle opere strutturali del cantiere del nuovo ospedale.

Solo un mese più tardi, a quanto pare, ha presentato le proprie dimissioni alla società D’Agostino, concessionaria dell’appalto. Dimissioni però che non sono state ancora ratificate secondo quanto scrive oggi la Gazzetta del Sud. Di certo la fase è delicata. I lavori languono e si vive una momento di stasi. Ciò perché si attende il via libera alla variante, resasi necessaria per le nuove esigenze scaturite dalla recente pandemia per gli adeguamenti alle nuove normative sanitarie, di sicurezza e impiantistica, con il conseguente reperimento delle risorse economiche necessarie alla realizzazione delle nuove modifiche ed all’aumento, rispetto all’originario capitolato, delle materie prime, i cui prezzi sono schizzati alle stelle. Con gli incrementi di costo che fanno tremare, si parla di una perizia di variante che oscilla tra i 90 e 120 milioni di euro, oltre al costo di partenza di 143 milioni, attribuiti principalmente alla guerra in Ucraina e alla pandemia, la Regione è ora chiamata a una sfida titanica per trovare risorse inaspettate

Sebbene il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, abbia rassicurato più volte sulla copertura finanziaria, sembra che qualcosa sia cambiato radicalmente. Le pressioni, forse insostenibili, sull’ingegnere Petrone, comprese quelle delle organizzazioni sindacali, potrebbero averlo costretto a rassegnare le dimissioni dall’incarico, segnalando un inquietante punto di non ritorno. Il cantiere è ora immerso in un silenzio spettrale, con i lavori fermi e l’incubo di un’altra incompiuta che si fa sempre più reale. Anche Occhiuto, finora, non ha fiatato…