Palermo-Cosenza (1-1) ’92. La Favorita, il gol di De Rosa annullato da Collina e l’attesa a Bagheria

di Gabriele Carchidi

A Palermo il Cosenza non giocava da quasi 10 anni, da quando, nel 1984-85, i rosanero avevano vinto il campionato di Serie C e gli ultrà rossoblù da appena un anno avevano inventato i “Nuclei Sconvolti” che avrebbero fatto scuola in tutta Italia. Ma all’epoca non era facile organizzare una trasferta da quelle parti e ancora non c’erano neanche i “settori ospiti”. Il Palermo, nel frattempo, era clamorosamente fallito nel 1987 e stava faticosamente risalendo la china fino a quando, nel campionato 1991-92, era tornato in Serie B. E finalmente si poteva partire “organizzati” per la prima volta verso la capitale della Sicilia.

Io a Palermo c’ero già stato ma il calcio non c’entrava niente. A fine anni Ottanta il servizio militare era ancora “obbligatorio” e al Car – correva l’anno 1987 – mi avevano spedito a Trapani. Avevo aspettato qualche giorno per vedere se mi trasferivano a Cosenza ma la “raccomandazione” non funzionò e allora avevo deciso di fare un po’ di sceneggiata in modo tale che mi mandassero all’ospedale militare e il più vicino era proprio a Palermo, all’interno della Caserma “Michele Ferrara” di corso Calatafimi.

Cinque anni dopo ci ritornavo a Palermo e facevo già il cronista. La pay tv (si chiamava Telepiù) sarebbe arrivata solo alla fine del 1993 e quindi dilagavano le radio private. Facevo la radiocronaca per Radio Cosenza Nord ma c’erano altri tre colleghi che trasmettevano anche loro in diretta: Giuseppe Milicchio per Radio Sound, Osvaldo Morisco per Radio Cosenza Centrale e Franco Rosito per Radio Queen. Ma io ero l’unico che non stava in tribuna stampa e trasmettevo con il “Motorola” d’ordinanza dal settore ospiti de “La Favorita”. Che tempi!

Era il 12 gennaio del 1992. Il Cosenza era reduce dalla stagione culminata con lo storico spareggio di Pescara vinto contro la Salernitana grazie al leggendario gol di Marulla e aveva iniziato alla grande la stagione successiva insediandosi nella parte alta della classifica con Edy Reja al timone. A Palermo era arrivato da qualche settimana nientepopodimenoche Gianni Di Marzio, che nella stagione precedente era stato esonerato proprio a Cosenza e sostituito da Reja.

Non avevo mai visto “La Favorita” dal vivo e l’immagine del monte Pellegrino di fronte ai nostri occhi è come se la vedessi nitida ancora oggi: uno spettacolo incredibile. All’epoca, il settore ospiti non stava in curva ma era stato ricavato in un angolino di una tribuna del grande stadio palermitano che ancora non era intitolato al presidentissimo Renzo Barbera (sarebbe morto una decina di anni dopo). C’erano 25 mila persone e un tifo d’inferno e noi saremo stati al massimo 250-300. Di Marzio – che non aveva preso per niente bene l’esonero dopo aver costruito una squadra che alla distanza poi avrebbe dato grandi soddisfazioni – aveva preparato un “ambientino” niente male e ricordo che già fin dai primi minuti della partita ci arrivava di tutto nel settore nonostante il tragicomico “cordone” della polizia.

Era il campionato che si è concluso a Via del Mare di Lecce, quello in cui ci siamo avvicinati di più al sogno della Serie A. Il protagonista di quella partita, suo malgrado, è stato l’arbitro ma non uno qualsiasi, Pierluigi Collina. Il Cosenza era passato in vantaggio dopo un quarto d’ora. Punizione di Biagioni, deviazione di Solimeno e la palla in mezzo tra Ciccio Marino e Cecconi prende la traiettoria giusta e va in porta. Uno a zero con lo stadio che comincia a diventare incandescente.

Finisce il primo tempo e nella ripresa ecco che entra in scena Collina. Biagioni lancia De Rosa che sta arrivando da dietro: stop e tiro di Gigi e palla in rete per lo 0-2. Ma Collina si ferma perché il guardalinee gli ha segnalato un fuorigioco di Solimeno, in ogni caso passivo – e comunque non era questo il caso. Ci pensa un po’ su Collina, ma alla fine capitola e annulla.

Lo stadio diventa una bolgia e una decina di minuti dopo il Palermo pareggia ma con un gol di Centofanti viziato da due rosanero in fuorigioco e proprio sotto il naso di Collina che sta correndo e non può non vederli. Ma convalida, condizionato certamente dal fattore ambientale per usare un eufemismo. La tensione sale alle stelle perché a questo punto il Palermo vuole vincere e nel finale per nostra fortuna Collina non cede alla tentazione di regalare un rigore ai rosanero. Ma quella fortuna si trasformerà subito in attesa perché a quel punto finisce la partita, restiamo nello stadio fino alle 19,30 e finalmente ci dicono che siamo costretti ad andare fino a Bagheria: il treno lo avremmo preso lì per evitare scontri sicuri con la tifoseria rosanero. Siamo tornati molto tardi ma ne era valsa la pena: una delle tante avventure correndo dietro al Magico Cosenza.