DIRITTO DI REPLICA
Palmi 11 ottobre 2024
Il sottoscritto Avv. Renato Vigna nato a Reggio Calabria il 02.09.1963 e residente in Palmi Via R.Pugliese 1/6
PREMETTE CHE
PALMI, L’INCONTRO “SEGRETO” TRA LA MASSONERIA DEVIATA E L’AVVOCATO DEI CLAN LOCALI (https://www.iacchite.blog/palmi-lincontro-segreto-tra-la-massoneria-deviata-e-lavvocato-dei-clan-locali/)
- In data 09.10.2024 codesta testata giornalistica ha pubblicato sul proprio spazio web WWW IACCHITE’ BLOG un articolo a firma del corrispondente/cronista SAVERIO DI GIORNO dal titolo “PALMI L’INCONTRO SEGRETO TRA LA MASSONERIA DEVIATA E L’AVVOCATO DEI CLAN LOCALI”, al quale è stato finanche associato (intendendolo quale corollario del testo dello stesso), un file audio contenente una conversazione che si assume per avvenuta tra un ignoto soggetto dalla voce artefatta che senza alcun motivo racconterebbe ad un suo altrettanto ignoto interlocutore che si esprime anch’esso con voce artefatta, di aver avuto occasione di intrattenere dei rapporti con persone anch’esse non perfettamente identificabili;
- Tale artefatta voce narrante, ha rievocato i dettagli di un incontro al quale – a suo dire – avrebbe preso parte una persona facente parte di una loggia massonica attiva sul territorio di Palmi denominata Benjamin Franklin ;
- Codesta testata sull’onda di quanto afferma la voce narrante definisce coloro che hanno preso parte all’evocato incontro, soggetti aderenti a Logge massoniche “deviate”, aggiungendo che (costoro) avrebbero incontrato un non meglio identificabile “avvocato dei clan locali”.
- Sempre tenendo fede a quel che afferma la voce artefatta, nel contesto di tale incontro avrebbero dovuto definirsi questioni di interesse per i clan locali ;
- Ad ogni buon conto, tale FONTE, (cosi la definisce codesta testata) ha assunto di avere personalmente partecipato a tale incontro in qualità di ospite riferendo in modo del tutto generico che sarebbe avvenuto tra esponenti di spicco della MASSONERIA e persone che vengono qualificate come AVVOCATI ;
- Quanto al motivo con cui la FONTE spiega la sua presenza a Palmi, – stando a quanto racconta – sarebbe dovuta al fatto che lui sarebbe un MASSONE del GOI che si sarebbe recato a Palmi (da come ne parla pare dovesse essere l’accompagnatore di qualcuno del quale egli tuttavia si guarda bene dal menzionarne le generalità) perché li ci sarebbe stata “una cosa”; (dite che è troppo pensare che trattasse di una regolarissima riunione tra massoni del GOI ??)
- Sempre la FONTE afferma di avere conosciuto in quella occasione il proprietario di un Ristorante di Palmi, il quale – sempre a dire di tale artefatta voce narrante – apparterrebbe anche lui ad una loggia del GOI (fa riferimento alla Loggia B. Franklin di Palmi) e sarebbe COLLEGATO “PURE” CON L’AVVOCATO VIGNA (ovvero con un professionista che facendo riferimento al circondario di Palmi, non è proprio del tutto sconosciuto);
- L’unica circostanza che riguarderebbe tali due specifiche figure (il proprietario di quel Ristorante e l’evocato AVVOCATO VIGNA) consiste tuttavia nel fatto che essi si conoscessero e che il primo sarebbe COLLEGATO al secondo (di tale espressione tuttavia non è dato di cogliere altro senso se non quello che tale persona sarebbe da inquadrarsi tra gli amici dell’Avv. Vigna). Tant’è che dopo tale riferimento la voce narrante non ha mai più avuto modo di fare riferimento all’Avv. Vigna che sarebbe amico del Ristoratore.
- Di seguito, è però dato di notare che la medesima voce artefatta, riferendosi ad un episodio del tutto a sé stante ( e comunque assolutamente slegato dalla persona dell’Avv. Vigna, dichiara al suo interlocutore di avere personalmente assistito ad alcuni specifici fatti. Tant’è che egli dice testualmente .. siamo arrivati.. “LA’ SOPRA, e ci siamo seduti per mangiare …” . e dice anche di aver saputo (non è chiaro da chi e perché ) che .. “ORA VIENE U ZU PAULU””…!! ( il che lascerebbe presagire che detta Fonte – ove esistente – dovrebbe essere un massone proveniente dalla regione Sicilia e che per una qualche oscura ragione dovrebbe vantare dei motivi di risentimento sia nei confronti del Ristoratore come anche nei confronti di qualcuno che sapeva esserne amico … tant’è che tra gli amici sceglie di menzionare proprio quell’AVV. VIGNA di cui evidentemente non conosce neppure il nome di battesimo )
- Sempre la FONTE narrante afferma che quel tal ZU PAULU avrebbe dovuto raggiungere quel ristorante per aggiustare una questione che a suo avviso sarebbe stata di interesse per i clan mafiosi .
- Il fatto renderebbe interessante sapere se la “voce intervistatrice” appartiene o meno ad un vostro cronista, – (sarà una deformazione, ma francamente si fa fatica a non ritenere le frasi pronunciate da entrambe le voci che interagiscono sul file audio costruite ad arte mediante dispositivi che utilizzano l’IA (intelligenza artificiale);
- Tale incontro, infatti, si definisce avvenuto presso un Ristorante conosciuto e frequentato che si troverebbe alla periferia di Palmi, e che sarebbe gestito da un soggetto che la stessaa fonte definisce un esponente della massoneria Ufficiale.
- Ad un certo punto proprio in tale Ristorante ed alla presenza della FONTE sarebbe arrivato tale ZU PAULU (figura che il cronista assimila tiepidamente all’Avv. PAOLO ROMEO) pur se dalla registrazione audio non pare sia dato di cogliere in modo chiaro un preciso riferimento a tale soggetto.
- Muovendo proprio da tale riferimento, l’articolo coltivando lo scopo di creare un innesto di portata sensazionalistica di particolare interesse per i lettori , ha IMPROVVIDAMENTE creato un COLLEGAMENTO tra la figura di quell’Avv. Vigna al quale a dire della FONTE sarebbe stato collegato il proprietario del Ristorante, a quella di un altro e ben distinto Avv. VIGNA del quale si sarebbe fatta menzione in un verbale di dichiarazioni rese nel contesto del processo GHOTA da un collaborante di giustizia.
- Stando alle dichiarazioni di quel collaborante (la cui attendibilità peraltro non pare aver sortito sul punto esaltanti risultati processuali) quell’Avv. VIGNA di cui egli ha parlato (ed il cui nome di battesimo è evidentemente ben diverso da quello del sottoscritto che si chiama RENATO VIGNA ) sarebbe una persona che ha svolto – unitamente a lui, ossia assieme al collaboratore medesimo – le funzioni di difensore di tali Sigg. PESCE e BELLOCCO che in veste di appartenenti alle ndrine di Rosarno gli avrebbero chiesto di riportare delle ambasciate all’Avv. PAOLO ROMEO (ovvero ad uno degli imputati del processo GHOTA che da quanto si legge sull’articolo di IACCHITE’ sarebbe stato anche condannato).
- Stando sempre alle dichiarazioni che il medesimo collaborante avrebbe reso nel contesto del processo GHOTA sarebbe esistita una LOGGIA alla quale avrebbero aderito sia quell’Avv. VIGNA (l’unico che egli conosceva e sul quale stava propalando) che tale PESCE MARCELLO che sempre a suo dire sarebbe stato un importante cliente del suddetto professionista.
- NULLA VI E’ DUNQUE IN TUTTA LA STORIA CHE POSSA INCORAGGIARE UN ATTENTO CRONISTA A RENDERE IL SOTTOSCRITTO CHE E’ VIVO E SVOLGE DIGNITOSAMENTE ED ONESTAMENTE SIA LA PROPRIA ATTIVITA’ PROFESSIONALE CHE OGNI ALTRA FORMA DI ATTIVITA’ SOCIALE, PARTE COINVOLTA NEI FATTI DI CUI SI E’ PARLATO NEL CONTESTO DEL PROCESSO GHOTA.
PREMESSO QUANTO PRECEDE
- Avendo io letto e saputo che la testata IACCHITE’ agirebbe con l’intento di denunciare tutto lo squallore del sistema (in primis quello che è solito insabbiare e corrompere depistando) che sta sempre più ammorbando la società;
- Ritenendo che alla base del giornalismo serio, vi sia il preciso dovere di una testata (specie se operante sul web) di garantire alle persone per bene, il pieno diritto di difendersi dagli attacchi gratuitamente posti in essere da soggetti che si trincerano dietro l’anonimato, e che pertanto cercano solo di screditare (offuscandone l’immagine) persone capaci di operare in superficie che usano spendersi più per il bene della collettività che per quello di sé stessi,
SI DICHIARA L’INTENZIONE DI NON
colorire questo scritto con annotazioni acrimoniose e polemiche, e per il momento anche quella di non recriminare contro quello che si ritiene un mero “equivoco indotto” (si reputa che la FONTE si sia servita di IACCHITE’ per soddisfare proprie recondite ragioni ritorsive, e che pertanto sia solo questo il motivo che l’ha spinta a pronunciare il cognome di una persona che sarebbe nientemeno che COLLEGATA ad un massone che possiede un ristorante nella periferia di Palmi (se il fatto è di interesse il sottoscritto è orgogliosamente collegato a tutti i Ristoratori che operano in Palmi e nei dintorni ed intrattiene con ciascuno di essi dei rapporti di serena e disinteressata amicizia personale).
Associando tale riferimento ad altri fatti che la stessa FONTE non attribuisce ad alcun soggetto di nome VIGNA, ha però indotto il vostro cronista a cogliere quella che deve essere sembrata una ghiotta occasione per attrarre l’attenzione di un folto numero di lettori. Cosa che è ovviamente avvenuta.
Egli infatti ha incautamente creato un parallelismo che genera nei lettori una confusione tra la mia persona e quell’Avv. Vigna di cui venne fatto il NOME e COGNOME nel processo GHOTA e che peraltro è deceduto da circa un ventennio .
Per ciò stesso dunque
VI SI CHIEDE
di azionare immediatamente ogni strumento in vostro possesso preoccupandovi di riscontrare che tra il sottoscritto e tutto ciò che è ha formato oggetto delle propalazioni del collaborante che ha deposto nel processo GHOTA esiste una DISTANZA a dir poco SIDERALE ;
Adesso anche i vostri lettori sanno che questo Avv. VIGNA è solito frequentare il medesimo Ristorante praticato dai componenti della Loggia Franklin di Palmi e che è COLLEGATO al Ristoratore che ne è proprietario.
Ritengo perciò corretto fargli sapere anche che quel medesimo Avvocato non risulta aver mai preso parte ad un incontro tra o con massoni deviati (secondo il sottoscritto non esistono massoni deviati ma semmai vi sono diversi delinquenti che in alcune occasioni amano travestirsi da massoni ed insinuarsi tra gli stessi ; e magari, lo fanno proprio per provare a sentirsi persone migliori) e tantomeno è solito avere a che fare con avvocati definibili “dei clan locali”.
Sia la reputazione conseguita in ambito professionale che gli oltre 60 anni di storia personale spiegano, con buona pace per ogni schizzo di fango proveniente da gole profonde e fonti anonime, quali siano le attitudini che caratterizzano il sottoscritto per educazione, per cultura e rispetto della legge collocandolo in ogni dimensione della vita sociale tra le persone che giammai potrebbero trovarsi a contatto con sistemi di devianza.
Inoltre si dichiara che nel caso in cui codesta testa dovesse ritenerlo utile per rendere ogni aspetto di tale vicenda più intellegibile ai lettori, il sottoscritto potrebbe serenamente confrontarsi con la vostra FONTE alla presenza del cronista che l’avrebbe ascoltata e registrata, direttamente presso i locali della vostra redazione, e ciò sia davanti ai microfoni che davanti alla telecamere.
AVVOCATO RENATO VIGNA
DIRITTO DI CONTROREPLICA
A seguito della testimonianza su un incontro avvenuto alla periferia di Palmi, l’avvocato Renato Vigna ci scrive tenendo a specificare che non è la persona “l’avvocato Vigna” che è menzionata. Bene. Non è nemmeno l’avvocato Vigna che figura nelle carte del processo Gotha tramite la testimonianza di Pisani. D’altra parte, né nell’articolo né nell’audio si parla di Renato Vigna. Abbiamo potuto constatare che di avvocati Vigna nel circondario di Palmi o provenienti dal circondario ce ne sono più di uno. Valga quindi questa nota per tutti gli omonimi, i Franco, e i Paolo che abbiano voglia di precisare. Peraltro l’episodio non riguarda direttamente l’avv. Vigna, come giustamente dice l’avvocato Renato Vigna. Onestamente, quindi, si fa fatica a leggervi un “attacco gratuito”, ad ogni modo bene precisarlo. E bene anche la possibilità di aggiungere qualche riflessione.
È prassi ben conosciuta (e dovuta) coprire le fonti (altrimenti nessuno darebbe notizie!) soprattutto se c’è il rischio di ritorsioni. Chi fa la chiacchierata con le fonti è lo stesso che firma l’articolo, cioè il sottoscritto. Ovviamente c’è il file audio originale che è molto più lungo di una manciata di minuti ed è frutto di diversi incontri con più persone, di settimane di ricerche e ore di conversazioni.
Ovviamente – come scritto – il file è a disposizione delle autorità qualora volessero approfondire e verificare se ci sono stati dei reati. Sarà interessante sapere che non è neanche l’unico incontro di cui si è avuta notizia. Episodi simili ci sono stati a Platì e ancora altri a Cosenza (questo secondo le carte del processo Six Towns) con esponenti questa volta del clan Grande Aracri. Si è descritto questo perché quello di cui si è potuto verificare di più. Il fatto in sé, infatti, è esemplificativo di un clima che stiamo raccontando. Proprio a protezione dei coinvolti, dal momento che non c’è condanna né reato, e proprio perché è solo una delle storie si è preferito tacitare alcuni riferimenti e non includerne altri. Quel che conta è il clima descritto. E a questo proposito, vedrà che questo articolo è solo l’ultimo di mesi in cui stiamo pubblicando carte inedite (poi alcune diventate con rilevanza processuale) sui fondi, sul clima interno, sulle denunce inascoltate.
E questo è il secondo punto: una notizia è una notizia. Racconta un fatto. Non è detto che il fatto debba essere un reato. Quel che conta è che sia di interesse pubblico e certamente lo è sapere che alcuni professionisti e funzionari pubblici possano essere anche solo avvicinati ed essere sviati dai propri doveri. È compito poi delle autorità capire se ci sono anche reati.
Sono interessanti poi alcuni dettagli messi tra le righe. Ad esempio: che la fonte sia alimentata da ritorsioni contro le persone dell’incontro. Ardua ipotesi da cinque minuti di audio. Se anche fosse, sarebbero a riprova di quanto scriviamo da mesi. Del clima estremamente teso nella massoneria italiana che ha portato decine di persone a tirare fuori carte, episodi e testimonianze incrociate. Poi dice che non esistono massoni deviati. Opinione che si scontra con ormai decenni di indagini (Gotha, Six Towns, Ndrangheta Stragista, Rinascita Scott, Genesi solo per citare alcune indagini nelle quali emerge questo tema) e di testimonianze non solo di “criminali”, ma anche di professionisti che hanno riferito.
Un’ultima riflessione. Dalle parole traspare oltre che la voglia di difendere il proprio cognome e la professione, anche quella di difendere la massoneria tout court. Ma l’argomento di difesa: tutto quello che avviene è regolare non ci sono deviazioni né degenerazioni forse fa più male che bene alla massoneria. Sono davvero decine le persone che hanno voglia di riferire e liberarsi di dinamiche che espongono a continue attenzioni di inquirenti e media (è solo di questi giorni un’altra inchiesta simile su Repubblica). In questi giorni è emersa dal canale telegram Notizie massoniche italiane la proposta sostenuta da una cordata di fratelli di istituire una commissione interna antimafia per far luce e monitorare queste situazioni. Forse è più utile.
Saverio Di Giorno